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L’11 maggio per i tifosi della Fiorentina è una data speciale poiché ricade l’anniversario del secondo e ultimo Scudetto della propria storia, per di più conquistato contro i nemici di sempre della Juventus. In questo caso si festeggia la 53ª ricorrenza di quella fantastica vittoria ottenuta sul campo dello Stadio Comunale di Torino in casa dei bianconeri con i gol Chiarugi e Maraschi e i festeggiamenti scatenati della marea viola.
Dalla ricostruzione all’ascesa: la corsa al titolo della Fiorentina
Ai nastri di partenza la Fiorentina, terminata quarta nella stagione precedente e quindi qualificata alla Coppa delle Fiere, si presenta alla Serie A 1968/1969 con un nuovo allenatore, l’argentino ex Napoli Bruno Pesaola. Dopo un avvio non esaltante la formazione viola inizia a macinare punti e dà la sensazione ai propri tifosi di poter lottare per la vetta. Il 19 gennaio, infatti, i gigliati spiccano il volo vincendo allo Stadio Comunale di Firenze (oggi Stadio Artemio Franchi) contro la Juventus con la rete dalla distanza di Giancarlo De Sisti e il tiro angolatissimo di Mario Maraschi, che rispondono al gol bianconero di Gianfranco Zigoni. La compagine toscana, però, cede il primato sul più bello e a causa di un pareggio casalingo per 2-2 (con le marcature degli stessi De Sisti e Maraschi) contro il Varese permette al Cagliari di Gigi Riva – il quale sarà capocannoniere – di laurearsi Campione d’Inverno. Nel corso del girone di ritorno, più precisamente il 9 marzo, la Fiorentina tornerà prima in classifica con una perentoria vittoria per 3-0 contro il Lanerossi Vicenza con doppietta di Luciano Chiarugi e ancora Maraschi, mantenendo la posizione fino al termine del campionato.
Capitan De Sisti & Co: la formazione dei Campioni d’Italia
A difendere i pali della Fiorentina di Bruno Pesaola – schierata solitamente con un 4-4-2 – c’è il portiere ex Roma Franco Superchi, protetto da una linea a quattro con i centrali Ugo Ferrante e Giuseppe Brizi e i terzini Bernardo Rogora ed Eraldo Mancin. Sulla mediana, invece, troviamo Claudio Merlo e Salvatore Esposito, affiancati dall’ex Cagliari Francesco Rizzo – il quale darà un importante contributo segnando sei reti – da una parte e dal capitano Giancarlo De Sisti dall’altra.
Davanti ci sono il brasiliano ex Milan Amarildo – decisivo con sei marcature – e il bomber Mario Maraschi, trascinatore della Viola con 14 gol in campionato e 2 nelle coppe arrivato la stagione precedente dal Lanerossi Vicenza. Da non sottovalutare, inoltre, l’apporto di Luciano Chiarugi, un dodicesimo uomo capace di mettere a segno ben sette reti. Tra gli altri calciatori in rosa da segnalare vi sono il secondo portiere Claudio Bandoni, il difensore Paolino Stanzial, i centrocampisti Pierluigi Cencetti e Giovan Battista Pirovano e gli attaccanti Lucio Bertogna, Giancarlo Danova e Giorgio Mariani.
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Doppia goduria: titolo più vittoria contro la Juventus
Dopo una grande serie di risultati che permettono alla Fiorentina di mantenere la prima posizione in classifica ai danni di Cagliari e Milan (che chiuderanno in seconda e terza posizione, entrambe a 41 punti), l’11 maggio la squadra di Bruno Pesaola deve affrontare i grandi rivali della Juventus nella penultima giornata per ottenere la matematica certezza dello Scudetto. Dopo lo 0-0 maturato nei primi 45′ grazie ai miracoli dell’estremo difensore Franco Superchi, la Viola segna due reti nella ripresa con Luciano Chiarugi – che insacca approfittando di un brutto errore del portiere avversario Roberto Anzolin – e Mario Maraschi – con una fredda finalizzazione su assist del compagno di reparto andato in gol precedentemente.
Così sbanca lo Stadio Comunale di Torino (oggi denominato Stadio Olimpico Grande Torino) e vince meritatamente il secondo campionato italiano della propria storia. La formazione toscana festeggerà poi il successo la domenica successiva con una vittoria casalinga per 3-1 (con le firme di Merlo, Chiarugi e Amarildo) sul Varese, che retrocederà al termine della partita. L’ultima match verrà interrotto ben tre volte dal direttore di gara Pieroni per le continue invasioni di campo dei tifosi di casa in festa.
Lo Scudetto, il record e le altre competizioni
Nella Serie A 1968/1969 la Fiorentina non solo riesce a guadagnarsi il titolo, ma conquista anche l’imbattibilità esterna. Perdendo una sola partita in un tutto il campionato, quindi, i Viola eguagliano il record del 1955/1956, nonché la stagione del primo Scudetto vinto sotto la guida tecnica dell’italiano Fulvio Bernardini. Nelle altre competizioni, invece, i gigliati non raggiungono grandi risultati: in Coppa Italia i toscani vengono eliminati nella fase a gironi dal Foggia per via di una peggiore differenza reti e nella Coppa delle Fiere, un torneo europeo disputatosi fino al 1971, non riescono a superare gli ottavi di finale, uscendo contro i portoghesi del Vitoria Setubal, dopo le vittorie contro gli slavi della Dinamo Zagabria e i tedeschi dell’Hansa Rostock.
La stagione successiva tra Coppa dei Campioni e la mancata riconferma
L’annata successiva, nonostante la conferma del mister argentino Bruno Pesaola – insignito del premio Seminatore d’Oro al miglior allenatore della stagione – e della gran parte della rosa, la Fiorentina Campione d’Italia non riesce a mantenere il titolo a Firenze. La formazione viola, infatti, trascinata dai gol di Luciano Chiarugi (dodici reti) chiude il campionato 1969/1970 quarta (a pari merito con il Milan ma con una differenza reti peggiore). Nella Coppa dei Campioni, invece, i toscani eliminano prima gli svedesi dell’Öster e poi i sovietici della Dinamo Kiev, arrendendosi però ai quarti di finale contro il Celtic. Allo stesso turno termina anche il percorso gigliato in Coppa Italia a causa dell’eliminazione contro il Varese. Nelle altre competizioni la Fiorentina raggiunge la finale della Coppa delle Alpi (un torneo tra squadre italiane e svizzere), persa contro il Basilea, ed esce già alla fase ai gironi della Coppa Anglo-Italiana. Tra il 1970 e il 1971, poi, la Viola subirà un importante crollo: in seguito alle disastrose prestazioni della squadra Bruno Pesaola verrà esonerato e sarà sostituito da Oronzo Pugliese, il quale riuscirà a salvare il club dalla retrocessione tra mille difficoltà e grazie a una differenza reti favorevole. In seguito la società di Firenze si rialzerà timonata dal Barone svedese Niels Liedholm, tornando a popolare le parti alte della classifica e a qualificarsi per le coppe continentali.