Sono trascorsi 21 anni da quel maledetto 11 settembre 2001 e dai quattro attentati che sconvolsero New York, gli Stati Uniti e tutto il resto del Mondo. Chiunque abbia vissuto quegli istanti, ricorda bene cosa stesse facendo nel momento in cui venne a conoscenza che l’American Airlines 11, alle 08:46, ora americana, si schiantò nella Torre Nord del World Trade Center, sapendo rispondere con dovizia di particolari. È impresso nella memoria, come scalfito nella pietra. Immagini che all’inizio avranno ricordato uno di quei classici lungometraggi di Hollywood, ma che ben presto si rivelarono reali. Stava succedendo davvero e tutto quell’orrore ti lacerava. Alle 09:03 un secondo aereo entra nella Torre Sud.
11 settembre 2001: la data che ha cambiato il Mondo
Impossibile non ritornare a quei momenti così drammatici, ogni volta che in TV si guarda un film che ha come sfondo la Grande Mela, per esempio “Reign over me” di Mike Binder, dove il protagonista, interpretato da Adam Sandler, parlando della moglie che al momento degli attacchi si trovava in una delle due Torri dice: “Io non ho bisogno di parlare di lei o di guardare fotografie perché vedete, il fatto é che io la vedo molto spesso per la strada. Io cammino per la strada e la vedo nel viso di qualcun’altra, più chiaramente che in nessuna fotografia che portate con voi”, o come oggi che cade l’anniversario di quella strage che causò quasi 3000 vittime, tante ancora disperse, lasciando nei cari un senso di impotenza, incredulità e rabbia.
Come dimenticare le persone che si lanciavano nel vuoto da quasi 400 metri di altezza per scappare dalle fiamme e dal fumo che invasero velocemente i due edifici. La giornalista Oriana Fallaci cristallizzando il momento esatto scisse: “Rompevano i vetri delle finestre, le scavalcavano, si buttavano giù come ci si butta da un aereo avendo addosso il paracadute e venivano giù così lentamente. Agitando le gambe e le braccia, nuotando nell’aria. Sì, sembravano nuotare nell’aria. E non arrivavano mai”. Come dimenticare lo schianto del secondo aereo, il volo United Airlines 175 che si abbatté nella Torre Sud a pochi minuti di distanza dal primo, o il crollo di entrambe le Torri dopo poco più di un ora e mezza, creando una nube di fumo e detriti visibile a kilometri di distanza.
11 settembre 2001: il crollo delle Twin Towers
Eventi che hanno tracciato una linea di demarcazione ben definita tra due epoche, immaginaria sì, ma dannatamente reale. L’11 settembre 2001 ha cambiato il Mondo, creando quello in cui viviamo tuttora. Un Mondo dove la paura, l’ansia e il pregiudizio hanno preso il sopravvento. I più giovani o quelli che sono nati dopo quegli avvenimenti non capiranno, ma sono certo che chi come me non ha dimenticato quella fitta al cuore, quel colpo nello stomaco, quella sensazione di vuoto e di impossibilità a poter aiutare che ci colpì alle 14.59 ora italiana in un pomeriggio quasi d’autunno, con un clima ancora estivo, sa bene di cosa sto parlando. Le vite di tutti, non solo delle vittime o dei parenti cambiarono: in quel preciso istante abbiamo percepito il pericolo, l’incertezza del vivere, l’insicurezza, non che prima non ci fosse, ma l’11 settembre è stato un vero e proprio spartiacque.
Alle 14:59, ora italiana, la Torre Sud implode su se stessa, generando una enorme nuvola di polvere visibile a chilometri e chilometri di distanza: stessa cosa succede alla Torre Nord alle 15:28. Il tutto fu visibile addirittura dallo spazio. Quel giorno il Comandante della Stazione Spaziale Internazionale era l’astronauta statunitense Frank Culbertson e il caso volle che sorvolasse proprio il cielo di New York: così iniziò a scattare numerose fotografie dell’accaduto. Non pensava che quelle colonne di fumo potessero essere le Torri Gemelle ormai diventate solo detriti. Qualche giorno dopo scrisse quello che provò ad osservare quel disastro da 300 chilometri di distanza: “La colonna di fumo sembrava avere una strana origine mentre si stava diffondendo verso la parte sud della città. Il paradosso di trovarsi su un’astronave che ha l’obiettivo di migliorare la vita sulla Terra e al tempo stesso vederla distrutta da atti orribili è un qualcosa di sconvolgente, indipendentemente da chi tu sia”.
New York sembra un campo di battaglia, i superstiti corrono, urlano, cercano in ogni modo di allontanarsi il più possibile da quell’incubo divenuto realtà: sono feriti, hanno paura e completamente ricoperti dai detriti che rendono loro complicato anche il solo respirare. Le immagini fanno il giro del globo e tutto sembra irreale. Non può essere vero, invece la realtà supera la fantasia: non resta che fermarsi ed assistere all’impensabile fino a qualche minuto prima. Nel frattempo i valorosi ed eroici Vigili del Fuoco della città cercano di mettere in salvo più persone possibili, ma alla fine tra le loro fila si conteranno 343 caduti in servizio.
11 settembre 2001 – 11 settembre 2022: 7 minuti di silenzio
Il giornalista Aldo Grasso, il 12 settembre del 2001, scrive sul Corriere della Sera: “Le Torri Gemelle sono crollate come castelli di sabbia, sollevando nuvole di detriti. Come in un gioco finto e maligno. Anche su internet è possibile scrutare con numerose webcam le scene del disastro, ma nessuna inquadratura è capace di placare lo sconcerto, anzi aumenta l’effetto videogame, la possibilità che i sistemi di sicurezza possano essere violati da hacker del terrorismo. Quello che abbiamo visto ieri entrerà nella storia della comunicazione, determinerà nuovi confini virtuali dell’orrore, testimonierà della ferocia umana. L’unica risorsa sconfinata di cui disponiamo”.
Rileggiamo di nuovo il pensiero del critico televisivo, se servisse facciamolo anche una seconda ed una terza volta, poi ascoltiamo la canzone “I can’t see New York” della cantautrice statunitense Tori Amos che si immedesima in un passeggero di un aereo che entra come una lama nel burro nell’acciaio di uno dei due grattacieli e non riesce a guardare la città di New York sotto di sé. Adesso chiudiamo gli occhi, prendiamo un bel respiro e soffermiamoci sul nostro presente, su tutto quello che stiamo vivendo negli ultimi anni: siete pronti?