15 marzo 2000, Manchester United-Fiorentina 3-1: la splendida illusione di Batistuta

Il 15 marzo del 2000 la Fiorentina affrontò a Old Trafford il Manchester United nel secondo girone di Champions League: non bastò la splendida illusione di Batistuta

Orazio Musmeci  - Autore
9 Min di lettura

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Certe notti sono magiche e restano impresse nella memoria, anche se non hanno il lieto fine che ci si auspicava solo poche ore prima. Quali notti più suggestive ci sono nel mondo del calcio di quelle di Champions League, affascinanti e complesse al tempo stesso, serate che ti fanno sognare ma anche sprofondare in un incubo.

Tra le squadre italiane che hanno vissuto queste notti c’è stata anche la Fiorentina, che tra le sue 5 partecipazioni alla maggior competizione europea per club vanta anche quella della stagione 1999-2000, nella quale giunse fino alla seconda fase a gironi. Notti particolari, un po’ quelle che viveva Ligabue nella sua celebre canzone uscita appena 5 anni prima.

Quello che conta è sentire che vai

In quell’annata la squadra viola era guidata da un grande allenatore come Giovanni Trapattoni, che dal 1998 conduceva con buoni risultati il club toscano. La seconda stagione a Firenze del tecnico italiano fu contraddistinta dall’esperienza in Champions League, un’avventura partita da lontano: il terzo turno preliminare contro i polacchi del Widzew Lodz, superati con un complessivo 5-1 tra andata e ritorno.

Ottenuta la qualificazione alla prima fase a gironi, il percorso si fece decisamente più complicato e gli avversari più ostici ma d’altronde “Certe notti la strada non conta e quello che conta è sentire che vai, e quindi la Fiorentina cercò di godersi il viaggio continentale. Le prime tre tappe dell’itinerario europeo, tuttavia, furono poco soddisfacenti: doppio 0-0 con Arsenal e AIK e ko per 4-2 al cospetto del Barcellona.

La svolta arrivò nella seconda parte del Gruppo B, in quanto la Viola cambiò marcia e cominciò a macinare gol e punti. La prima affermazione col pallone a stelle tra i piedi avvenne nel 3-0 del Franchi rifilato all’AIK grazie alle reti di Chiesa, Balbo e Batistuta, con il Re Leone che replicò nel prestigioso 0-1 di Wembley all’Arsenal. Per chiudere in bellezza, il 3-3 casalingo col Barcellona per effetto della doppietta di Balbo e dello storico gol in rovesciata di Bressan.

Che tu non vuoi smettere, smettere mai

Con questi ottimi risultati, la Fiorentina conquistò il secondo posto nel raggruppamento alle spalle dei blaugrana e si qualificò alla seconda fase a gironi. Un ambito e soddisfacente obiettivo raggiunto dai gigliati, ma l’appetito vien mangiando e gli uomini del Trap volevano ancora provare emozioni forti a livello continentale, perché “Certe notti somigliano a un vizio, che tu non vuoi smettere, smettere mai.

In tal modo partì un altro viaggio, sempre all’interno del Gruppo B, un viaggio che partì col botto: 2-0 a domicilio al Manchester United firmato ancora da Batistuta e Balbo. Il successo sui campioni in carica, però, non venne confermato nel turno successivo, nel quale arrivò uno scialbo 0-0 sul campo del Bordeaux. Il riscatto arrivò alla terza giornata, col Valencia regolato 1-0 grazie al rigore di Mijatovic.

Nella sfida di ritorno in Spagna, però, la squadra toscana incappò in una pesante battuta d’arresto: la sconfitta per 2-0 rischiava di pregiudicare il futuro europeo dei viola. All’orizzonte si profilava una sfida determinante per le sorti gigliate in Champions League: quella coi Red Devils, fin lì dominatori del girone.

Manchester United-Fiorentina (Batistuta)*
Manchester United-Fiorentina (Batistuta)*

Chi si accontenta gode, così così

Eccoci dunque alla sfida delle sfide, quella decisiva per il percorso continentale della Fiorentina: il 15 marzo 2000 ad Old Trafford la Viola fece visita ai detentori del trofeo, ovvero il Manchester United. L’occasione era ghiotta, uno di quei classici appuntamenti con la storia da non fallire: alla squadra toscana bastava un pari per assicurarsi la qualificazione ai quarti di finale.

Tuttavia l’avversario più pericoloso per la Fiorentina era la Fiorentina stessa: una squadra che in trasferta faceva una gran fatica e che doveva dunque evitare calcoli e non giocare solo in difesa, come a dire “E si può restare soli, certe notti qui, che chi si accontenta gode, così così.

Il tecnico viola Trapattoni sapeva bene le numerose insidie di questa partita, per questo cercò di affidarsi ai suoi uomini più in forma: Toldo in porta, Repka, Adani e Pierini a comporre il trio difensivo, Torricelli, Rossitto, Di Livio ed Heinrich a centrocampo, e la geniale fantasia di Rui Costa ad ispirare la coppia d’attacco formata da Mijatovic e dal super bomber Batistuta.

I Red Devils allora guidati dal leggendario Sir Alex Ferguson risposero schierando: Bosnich tra i legni, Neville, Berg, Stam e Irwin nel reparto arretrato, una super mediana di qualità e quantità formata da Beckham, Keane, Scholes e Giggs, pronti ad innescare il micidiale duo offensivo composto da Cole e Yorke, soprannominati i Calypso Boys.

Sotto gli occhi di circa un migliaio di tifosi viola, dopo appena due giri di orologio il numero 9 dei toscani provò subito a colpire scoccando una conclusione velenosa da fuori che terminò sull’esterno della rete. L’approccio della Fiorentina al match fu ottimo e al 4′ la squadra italiana sfiorò il vantaggio: azione ben manovrata degli ospiti con Mijatovic che lanciò Rui Costa solo davanti a Bosnich, ma quest’ultimo neutralizzò in due tempi il tentativo del portoghese.

Nonostante la reazione degli inglesi con Yorke e Cole, la Viola continuò a tenere bene il campo, tanto che al 16′ riuscì ad andare in vantaggio: Di Livio approfittò di una corta respinta di Berg e appoggiò per Batistuta, che saltò secco Stam e lasciò partire una conclusione centrale ma molto potente che perforò la porta avversaria e fece impazzire di gioia i supporters fiorentini sugli spalti.

Lo 0-1 a favore dei ragazzi di Trapattoni, però, durò solo 4 minuti: lancio preciso di Neville che pescò perfettamente Cole, autore di un pregevole stop, di un’ottima girata e di una conclusione imprendibile a fil di palo che superò Toldo. I sogni di gloria viola finirono qui e al 33′ il Manchester United raddoppiò: corner di Beckham, stacco di testa di Scholes che centrò il palo e tap-in vincente di Keane.

Nel secondo tempo sull’Old Trafford e sulla malcapitata Fiorentina si abbattè l’alluvione di rosso vestito e non ci fu più partita, con i gigliati incapaci di fermare le ripetute azioni offensive dei britannici e rimasti anche in 10 per l’espulsione di Rossitto. I ragazzi terribili di Ferguson chiusero i conti poco dopo: traversone di Giggs e incornata perfetta di Yorke con la sfera destinata a insaccarsi sul secondo palo.

O non sarai sveglio mai

La delusione in casa gigliata fu forte, soprattutto per come era iniziata la notte in terra inglese, con la splendida illusione di Batistuta di una nuova impresa europea oltremanica durata lo spazio di una manciata di minuti. Una rete bellissima quella di Batigol, una gemma preziosa che però alla fine si rivelò inutile.

Nell’ultima giornata del raggruppamento i gigliati furono fermati sul 3-3 in casa dal Bordeaux, facendosi rimontare proprio nei minuti finali e dicendo così addio nel modo più amaro alla Champions League: la qualificazione ai quarti la conquistarono Manchester United e Valencia.

La Fiorentina sognò a lungo di entrare tra le migliori otto squadre d’Europa ed ebbe diverse possibilità per riuscirci, ma questo sognò svanì sul più bello ridestando tutto l’ambiente viola o magari no, perché quelle serate a stelle sono magiche e non ci si vorrebbe mai svegliare, nella speranza di tornarci presto: “Certe notti sei sveglio o non sarai sveglio mai. Ci vediamo da Mario, prima o poi”.

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