Grazie allo splendido successo per 4-0 maturato contro il Torino di Ivan Juric nell’ultimo turno della Serie A – ora ferma per gli impegni della Nazionale – il Napoli di Luciano Spalletti è saldamente al comando della classifica del campionato con all’attivo ben 71 punti conquistati. Frutto di 23 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte. L’ultima delle quali risalente allo scorso 3 marzo in quel del Diego Armando Maradona contro la Lazio di Maurizio Sarri.
E con un reparto offensivo contraddistinto da 64 gol realizzati e soltanto 16 subiti. Numeri davvero impressionante per la compagine azzurra trascinata in special modo dai gol e dalle prestazioni di Khvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen. Entrambi in gol nell’ultima sfida contro la compagine granata, ed ormai divenuti non solo elementi imprescindibili all’interno dello scacchiere del tecnico del Napoli Luciano Spalletti. Ma anche leader dello spogliatoio azzurro.

E così a distanza di ben 33 anni – dalla stagione 1989-90 – il Napoli di Luciano Spalletti è sempre più vicino alla conquista del suo terzo Scudetto, che manca da quando tra le fila azzurre militavano calciatori del calibro di Antonio Careca e soprattutto Diego Armando Maradona. Quest’ultimo ancora oggi visto e considerato come il calciatore più forte che la storia del calcio abbia mai conosciuto. La sua storia col Napoli – durata ben sette anni – è stata contraddistinta da grandi gioie e vittorie.
Ma anche da episodi molto bui, come quello risalente al 24 marzo 1991. Giorno in cui El Pibe de Oro segnò contro la Sampdoria il suo ultimo gol con la maglia azzurra, per poi essere riscontrato positivo ad un controllo anti-doping effettuato la settimana prima al termine della partita vinta 1-0 contro il Bari, decisa da un gol di Gianfranco Zola. Andiamo quindi a rivivere insieme quella che è stata l’ultima stagione in azzurro del fuoriclasse argentino.

1° settembre 1990: la conquista della Supercoppa Italiana contro la Juventus
In seguito alla conquista del secondo scudetto della sua storia avvenuta nel campionato 1989-90 – dopo un bellissimo testa a testa col Milan di Arrigo Sacchi – trascinato dai gol di Diego Armando Maradona ed Antonio Careca, il Napoli ora attivo sul calciomercato si accinge ad affrontare la Juventus di Roberto Baggio nella sfida valevole per la conquista della Supercoppa Italiana. Match che aprirà ufficialmente le danze della stagione 1990-91, che sarà contraddistinta da non pochi colpi di scena.
E sfida da sempre molto sentita da entrambe le tifoserie. In un allora Stadio San Paolo gremito in ogni ordine di posti il Napoli guidato dal grande Alberto Bigon si presenta forte del Tricolore conquistato l’anno precedente e desideroso di iniziare al meglio la nuova stagione. Regalando ai propri tifosi quella che potrebbe essere la prima Supercoppa Italiana della sua storia. D’altro canto vi è invece la Juventus di Gigi Maifredi – neo tecnico bianconero – vincitore della Coppa Italia.

Grazie alla vittoria per 1-0 nella gara di ritorno contro il Milan di Arrigo Sacchi. Sfida decisa da un gol siglato da Roberto Gallia al 17′ del primo tempo. Il Napoli parte subito fortissimo è trova il gol del vantaggio con Andrea Silenzi che la letteralmente impazzire i 62.000 tifosi partenopei assiepati sulle tribune. Dodici minuti arriva il gol del raddoppio con Antonio Careca che a porta vuota deve solo spingere in rete l’assist fornitogli proprio da Andrea Silenzi.
Al 39′ la Juventus accorcia le distanze Roberto Baggio che sfrutta calcio di punizione dal limite dell’area. Pochi minuti dopo infatti il Napoli trova prima il gol del 3-1 con Crippa, e poi la rete del 4-1 con Silenzi che realizza la sua personale doppietta. Nella ripresa il copione non cambia, con gli azzurri che trovano addirittura la rete del 5-1 con Antonio Careca, che regala al Napoli la prima Supercoppa Italiana della sua storia, ultimo trofeo per Diego. É il 1° settembre 1990.
Napoli, stagione 1990-91: solo quattro vittorie nel girone d’andata
Dopo il sontuoso 5-1 inflitto ai danni della Juventus guidata da Luigi Maifredi – valso la prima Supercoppa Italiana per gli azzurri – il Napoli ora guidato dal capitano Di Lorenzo inizia la Serie A 1990-91 ben al di sotto delle aspettative. Nelle prime sei giornate gli azzurri ottengono il misero bottino di 6 punti sui 18 totali disponibili. Complici le pesanti sconfitte maturate contro Cagliari e Parma e gli scialbi pareggi con Lecce, Genoa e Milan.
La prima vittoria per Diego Armando Maradona e compagni arriva in occasione della 4ª giornata di campionato, quando gli uomini di Alberto Bigon si impongono 2-1 tra le mura amiche contro il Pisa. Sfida decisa da un gol del fuoriclasse argentino al 35′ del primo tempo su calcio di rigore, e da una rete realizzata allo scoccare del 90′ dal suo compagno di reparto Antonio Careca. Alla fine il Napoli concluderà il girone d’andata con all’attivo solo quattro successi all’attivo.

Ottenuti rispettivamente contro Pisa, Fiorentina, Torino e Lazio. Ma vi è un ulteriore dato che testimonia le non poche difficoltà da parte della compagine azzurra, fresca vincitrice del Tricolore. I gol segnati da Diego Armando Maradona col Napoli durante le diciassette partite del girone d’andata saranno soltanto tre, e tutti realizzati su calcio di rigore. Un rendimento ben al di sotto dei numeri, delle giocate e delle prestazioni che hanno da sempre contraddistinto il fuoriclasse argentino.
Forse il preludio di una fine già annunciata, di un legame che pian piano va sgretolandosi tra El Pibe de Oro e Napoli. Città che il 5 luglio del lontano 1984 lo ha accolto a braccia aperte, e che lui ha ripagato a suon di vittorie, gioie ed emozioni a dir poco uniche. E che ancora oggi sono rimaste scolpite nel cuore e nella mente non solo di tutti i tifosi partenopei, ma di tutti gli sportivi. Che hanno amato e che amano ancora Diego Armando Maradona.

Napoli, stagione 1990: l’addio di Diego e l’8° posto finale
Il girone di ritorno inizia per gli azzurri guidati da Albero Bigon sulla falsariga della prima parte della stagione, con il pareggio per 2-2 contro il Lecce, seguito poi dall’1-1 maturato contro il Cagliari nell’allora Stadio San’Elia, contraddistinto da una rete realizzata dall’ex di turno Gianfranco Zola. Successivamente per il Napoli con Juan Jesus verso il rinnovo arrivano le vittorie con Parma, Genoa e Bari. Intervallate dagli scialbi pareggi contro Pisa e Fiorentina.
E dalla pesantissima sconfitta per 4-1 subita per mano del Milan di Arrigo Sacchi in quel di San Siro il 3 marzo 1991. Ma sono due purtroppo le giornate che segneranno per sempre la vita e la carriera di Diego Armando Maradona durante i suoi ultimi giorni di permanenza al Napoli. Il 17 marzo 1991 dopo l’1-0 maturato contro il Bari – grazie ad una rete di Gianfranco Zola – il fuoriclasse argentino viene sottoposto al controllo anti-doping.
Il 24 marzo 1991 – al termine della partita persa per 4-1 contro la Sampdoria sua ultima apparizione – ove segna il suo ultimo gol con la maglia del Napoli di Bigon, viene riscontrato positivo per metaboliti della cocaina. Per il fuoriclasse argentino è un colpo durissimo, che segnerà per sempre la fine della sua storia con la maglia azzurra. Maradona infatti lascia Napoli nella notte tra il 1° e il 2 aprile, per poi ritornarvi 14 anni dopo in occasione della partita di addio al calcio di Ciro Ferrara.
E così dopo questa tremenda notizia che ha letteralmente scosso l’intero capoluogo partenopeo, il Napoli conclude la stagione 1990-91 all’8° posto in classifica. Con 37 punti conquistati, frutto di 11 vittorie, 15 pareggi e ben 8 sconfitte. E con 14 punti di distacco dalla Sampdoria che conquista il primo scudetto della sua storia al termine di un serrata lotta con il Milan di Sacchi. Una stagione da sempre ricordata come l’ultima in maglia azzurra del Pibe de Oro.

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