I primi giorni del mese di febbraio in Sicilia, ed in particolare a Catania, sono da sempre particolarmente sentiti con devozione e rispetto verso una delle figure religiose più amate in città ma anche nel mondo: Sant’Agata. La festa della santa patrona etnea si snoda su di un trittico di giorni che vanno dal 3 al 5 febbraio, quest’ultima data ufficiale della liturgia della santa. Quelli sono momenti magici per tutti i devoti e in generale per tutta la città, giorni in cui cose apparentemente irrealizzabili possono accadere e dove un aiuto speciale dal cielo può regalare gioia e sorrisi splendenti.
Questo è ciò che è accaduto in un freddo pomeriggio invernale in quel di Bergamo il 4 febbraio 2006, in occasione della sfida in cui il Catania va a far visita all’Atalanta. Il confronto rappresenta un vero e proprio big match d’alta classifica, con gli orobici in testa alla classifica a 49 punti, gli stessi del Mantova, e i rossazzurri staccati di appena 2 lunghezze: dunque uno scontro diretto per la vetta della graduatoria.
Atalanta-Catania 1-2: Sant’Agata ispira la rimonta firmata Biso e Mascara
Mentre nel cuore dei catanesi e in tutte le vie della città del Liotru la venerata Sant’Aita (Sant’Agata in siciliano) si prepara a sfilare e a ricolmare di grazie e benedizioni tutti coloro che la osservano con fede e speranza, i ragazzi rossazzurri guidati dall’allora tecnico Pasquale Marino scendono in campo all’Atleti Azzurri d’Italia, oggi conosciuto come Gewiss Stadium.
In avvio di match gli Elefanti ci provano in alcune circostanze, senza però la necessaria precisione, e la sfida resta parecchio bloccata e all’insegna dell’equilibrio fino agli ultimi minuti della prima frazione di gioco, quando la gara si mette in salita per gli ospiti. Al 38′ la sfera viene deviata dalla retroguardia siciliana e finisce tra i piedi di Zampagna, che da dentro l’area piccola serve un pallone solo da spingere in porta per l’accorrente Defendi, il quale fa 1-0 a fine primo tempo.
Incassato il gol dello svantaggio e smaltito il colpo inaspettato, il Catania non demorde e reagisce fin dalle battute iniziali del secondo tempo con un atteggiamento aggressivo e propositivo. Questo viene premiato al 52′: mischia all’interno dell’area di rigore della Dea, con i difensori nerazzurri che non riescono ad allontanare la palla, che viene risolta dalla conclusione vincente, per la verità nettamente deviata in modo decisivo, di Biso.
Siglato il momentaneo 1-1 gli animi si accendono in campo, soprattutto con un Zampagna molto nervoso che ha qualche battibecco di troppo con l’estremo difensore rossazzurro Pantanelli. Al 67′, però, la determinazione e la fede etnee vengono ulteriormente favorite da qualcuno lì in cielo e il Catania va in paradiso per un glorioso e fugace attimo: contropiede micidiale degli ospiti, la sfera viene calciata di prima intenzione da un certo Mascara, che trova in un primo momento l’opposizione di Calderoni, ma il numero 1 degli orobici nulla può sul tap-in dello stesso attaccante rossazzurro.
Finirà così, con gli ospiti che sbancano Bergamo, mettono la freccia e si issano in solitaria in testa alla classifica con 50 punti. A fine annata, comunque, entrambe le compagini ottengono la promozione diretta in Serie A, con i lombardi primi e i siciliani secondi. Quel 4 febbraio 2006, però, rappresenta ancora oggi un ricordo speciale per i tifosi etnei: un giorno in cui la mano di Sant’Agata aggiustò la traiettoria del tiro di Biso e diede una seconda possibilità di conclusione a Mascara, che di lì a poco sarebbe diventato l’uomo dei miracoli rossazzurri. Tutto a partire da un freddo pomeriggio bergamasco in contemporanea alla festa sacra più importante in Sicilia.