Juventus, il 2022 di Allegri: finale in crescendo, ma l’Europa è un fallimento

Tra i protagonisti nel 2022 della Juventus non si può non menzionare Massimiliano Allegri, uomo della ripartenza bianconera

Luigi Falqui A cura di Luigi Falqui
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Il 2022 sta per volgere al termine ed è quindi il momento giusto per fare i classici bilanci annuali. Questo vale anche in casa Juventus, dove Massimiliano Allegri è stato guida tecnica. L’allenatore livornese è quindi stato indubbiamente tra i protagonisti di quest’annata nonostante le diverse difficoltà che si sono presentate anche a causa dei diversi problemi fisici accorsi ai calciatori della sua rosa. Certo è però che i soli infortuni non possono essere una giustificazione dei risultati non brillanti arrivati al termine della stagione 2021/22 e dell’eliminazione nell’ultima Champions League nella fase a gironi. È necessario quindi essere attenti per valutare un anno così controverso per Massimiliano Allegri.

Lo stile di Allegri non cambia

Uno dei punti fermi di Massimiliano Allegri è il suo stile di gioco. Il tecnico toscano è da tempo noto infatti per il modo in cui riesce ad arrivare al successo, ovvero giocando prevalentemente sulla difensiva per poi provare a far male alla squadra avversaria per via di ripartenza veloci, veri e propri contropiedi che spesso portano al gol. L’assenza di alcuni interpreti è pero stata decisiva proprio perché giocatori abilissimi in campo aperto come Federico Chiesa sono stati per un lungo periodo lontani dal terreno di gioco. La velocità dell’ex Fiorentina avrebbe sicuramente dato una mano importante all’allenatore bianconero, diventando quindi una delle figure chiave del suo 11.

Questo stile di gioco è stato oggetto di tante critiche da parte della stampa e dei tifosi della Juventus che vorrebbero vedere la propria squadra del cuore vincente, ma allo stesso tempo capace di trasmettere più emozioni attraverso un calcio propositivo, rivolto all’attacco. Il “cortomusismo” di Allegri però è chiaro: ha dichiarato in diverse occasioni che l’obiettivo è la conquista dei tre punti nelle partite e che, per conseguirlo, è sufficiente realizzare una rete in più dell’avversario, il resto è solo una cornice che non è detto porti al successo.

Maledizione Champions League, due eliminazioni nel 2022 per Allegri

Uno degli aspetti che hanno maggiormente deluso i tifosi bianconeri in questo 2022 che sta ormai per volgere al termine è stata la Champions League. In campo europeo, con Allegri in panchina, la Juventus aveva sempre dato dimostrazione di essere una squadra competitiva, centrando ben due finali in tre anni, quella del 2015 a Berlino, persa contro il Barcellona, e quella del 2017 a Cardiff, persa poi contro il Real Madrid. Certo, difficile fare paragoni con una squadra che è stata praticamente stravolta nel corso di questi anni, ma di certo non ci si sarebbe mai potuto aspettare un finale come quello di quest’anno, con i piemontesi eliminati già nella fase a gironi.

Difficile stabilire quali siano le colpe di Allegri in questo fallimento (perché non può essere definito in altro modo). In un girone con PSG, Benfica e Maccabi Haifa il secondo posto era non solo un obiettivo abbordabile, ma praticamente obbligatorio. Con la questione finanziaria scoppiata in casa Juventus è facile comprendere anche quanto il denaro incassato dal passaggio del turno avrebbe fatto comodo alle casse bianconere, quantomeno per dare un po’ di respiro all’ambiente. La sconfitta contro il Maccabi Haifa è stata decisiva e il traguardo del terzo posto, con annesso il passaggio in Europa League, sembrava essere davvero a rischio.

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Allegri chiamato per ricostruire, finale in crescendo

Quando nell’estate del 2021 il consiglio d’amministrazione della Juventus decise di abbandonare il progetto iniziato con Andrea Pirlo appena 12 mesi prima e ripartire da una vecchia conoscenza, una sorta di certezza come Massimiliano Allegri, si sapeva che sarebbe servito tempo. Il finale del 2022 ha regalato infatti poche gioie ai tifosi bianconeri che si sarebbero sicuramente aspettati quantomeno un passaggio del turno visto che il Villarreal, almeno sulla carta, era una squadra nettamente inferiore alla Vecchia Signora. Un incidente di percorso però, in un anno di ricostruzione, è più che lecito. Una prima prova sarebbe dovuta arrivare invece quest’anno, dove gli acquisti di Pogba, Paredes e del Fideo Di Maria hanno portato nuovamente tanto entusiasmo a Torino.

L’inizio della stagione 2022-2023 è stato pessimo per i bianconeri, al punto che correvano voci di un possibile cambio in panchina già ad ottobre. La dirigenza della Juventus ha sempre smentito questi rumors, dando sempre fiducia a Massimiliano Allegri che, eliminazione ai gironi di Champions League a parte, è riuscito a tirar fuori dal cilindro un buon pilottò di vittorie in Serie A, risalendo così la classifica. Con il caos legato alla questione finanziaria che è esploso nelle scorse settimane, il tecnico livornese sarà ancor di più indispensabile per l’intero spogliatoio, sarà la figura guida che permetterà di risollevare la Vecchia Signora da un periodo buio come quello vissuto negli ultimi due anni, con la speranza di tutto il popolo bianconero che nel 2023 si assista ad un cambio di ritmo definitivo.

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