Addio a Harry Belafonte: il mondo della musica saluta il suo mito

La dolorosa scomparsa a 96 anni di Harry Belafonte, il "re" del Calypso, strazia il mondo della musica

Rachele Carosi A cura di Rachele Carosi
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Il mondo della musica si riunisce nel dolore per la perdita di un mito assoluto. Il “re” del Calypso, Harry Belafonte sia musicista e attivista è scomparso all’età 96 anni a causa di un’insufficienza cardiaca nella sua casa di New York al fianco dell’amata moglie Pamela. Una cammino, il suo, che lo ha portato dal ghetto di Harlem, dove Harry nasce nell’aprile del 1927, a conquistare i palcoscenici tutto il mondo e non solo per la sua musica dai caldi ed inconfondibili toni caraibici.

Harry Belafonte è stato un mito anche dell’attivismo, altra sua grande passione vissuta a ritmo di musica e professata, attraverso marce di protesta e concerti di beneficenza anche al fianco di Martin Luther King, nella strenua lotta per i diritti civili. Un amore verso il prossimo e verso il mondo che ci circonda che il mito originario di Harlem non ha abbandonato neppure nella vecchiaia e che oggi, proprio quel mondo, non potrà di certo dimenticare!

Il mondo della musica dice addio a Belafonte: l’uomo che “batté” Elvis

Con la sua musica e con il suo mito non scompare soltanto un uomo ma un’intera epoca. Così Harry Belafonte è morto all’età di 96 anni, in seguito ad un’insufficienza cardiaca mentre si trovava in compagnia dell’amata moglie Pamela, nella sua casa di New York. Il “re” del Calypso fu anche il primo artista in assoluto, come ricordato da Donnamoderna, a vendere con il suo singolo più di un milione di copie. Un traguardo che allora neanche Elvis Presley riuscì ad eguagliare.

Nel 1959, Belafonte era anche l’uomo di colore più pagato della storia, un’ artista in grado di vantare contratti a Las Vegas, Los Angeles ed anche New York. La sua era la musica caraibica dei neri africani, una musica dai toni caldi e vibranti. Un talento unico in grado di portarlo a solcare i più prestigiosi palcoscenici di tutto il mondo. Un mondo che piange oggi la scomparsa del “re” che era.

Il mondo della musica dice addio al mito: “Ero al fianco di Martin”

La sua non è soltanto la storia di un mito assoluto della musica degli anni Cinquanta, quando fu eletto “re”, ma anche di un mito dei diritti civili. La lotta strenuamente condotta da Harry Belafonte lo portò infatti a prendere parte ad innumerevoli marce contro la segregazione e a battersi al fianco di Martin Luther King, suo compagno fraterno. Un amico, la cui memoria, Belafonte ha continuato ad onorare anche in vecchiaia.

La guerra in Iraq e la politica razzista di Donald Trump sono soltanto alcuni dei bersagli contro i quali Belafonte si è battuto nel corso della sua vita e che non ha mancato, neanche in onore dell’inclusione di Calypso nel 2018 tra le grandi opere americane presenti nella biblioteca del Congresso, fino alla fine di contrastare: “La lotta contro il razzismo sarà permanente. Ero al fianco di Martin, e di Bobby Kennedy. Faccio parte del loro lascito, finché vivrò“.

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