Il 2006 è stato un anno unico per l’Italia, con un’estate burrascosa in cui gli equilibri della Serie A sono stati completamente ribaltati. Lo scoppio dello scandalo Calciopoli era costato alla Juventus la retrocessione in Serie B, mentre l’Inter veniva promossa campione d’Italia a tavolino. Ma in questa situazione di incertezza che sgretolava la credibilità del nostro campionato, una luce si accese il 9 luglio.
In un momento in cui la giustizia sportiva sviscerava le più sinistre dinamiche che avevano caratterizzato le due annate precedenti, il Bel Paese assisteva all’impresa della Nazionale di Marcello Lippi. Infatti, il 9 luglio, all’Olympiastadion di Berlino, l’Italia sollevava la sua quarta Coppa del Mondo, dopo aver battuto la Francia ai calci di rigore, al termine di una partita tiratissima, culminata con il coronamento di un sogno da parte di un gruppo diventato leggenda.
Mondiale 2006, Italia-Francia: ultimo atto
Le due protagoniste della finale del Mondiale 2006 sono Italia e Francia, due fra le squadre migliori, ma non proprio le principali favorite. Gli Azzurri giungono all’ultimo atto dopo aver fatto fuori i padroni di casa della Germania con un 2-0 maturato negli ultimi minuti dei supplementari, mentre Les Bleus hanno eliminato il favoritissimo Brasile ai quarti di finale.
I francesi schierano la stella Zinedine Zidane, oltre al centravanti Thierry Henry. Entrambi spiccano su una rosa composta da giocatori al culmine della propria carriera. La Francia ha maggiori chances rispetto all’Italia, che si è fatta largo grazie alla forza del gruppo, oltre alla sapienza e le capacità gestionali di Marcello Lippi, CT di quella nazionale.
Mondiale 2006, Italia-Francia: Materazzi risponde a Zidane
La sera del 9 luglio, in occasione della finale del Mondiale, l’Olympiastadion è gremito. Un’Italia scossa dai fatti inerenti a Calciopoli si ferma per assistere e tifare una Nazionale desiderosa di riportare un popolo in cima al mondo, dopo 24 anni. Davanti, una Francia fortissima, campione del mondo nel 1998 e vincitrice dell’Europeo nel 2000, proprio contro di noi. Zidane è l’uomo di punta, oltre a essere, fin qui, indiscutibilmente il miglior giocatore del torneo.
La sfida si mette subito male, poiché l’arbitro Elizondo assegna un rigore (molto dubbio) ai transalpini dopo sei minuti, per un fallo di Materazzi su Malouda. Dal dischetto, Zidane è implacabile e supera Buffon con un cucchiaio che varca di poco la linea. L’Italia non si scompone e la riprende dopo appena dodici giri di lancetta. Materazzi si arrampica in cielo per incornare l’angolo di Pirlo, stimato da Lippi, e pareggia i conti.
Mondiale 2006, Italia-Francia: Zidane espulso, Grosso regala la gloria
La finale si protrae ai supplementari, dove la Francia sembra averne di più. L’Italia resiste con le unghie e con i denti, grazie alla solita maestria difensiva, cercando di giocare di rimessa. Un grande Buffon ci salva la pelle su una frustata di testa di Zidane, mentre gli Azzurri entrano in riserva. Lippi non riesce a scuotere la squadra con i cambi e all’orizzonte si ripresenta il 2000.
Poi arriva il clamoroso colpo di scena. Al 110′, Zidane colpisce Materazzi con una testata, scatenando le proteste dell’Italia. Richiamato dal quarto uomo, Elizondo non può far altro che espellere l’asso francese. Emblematica l’immagine di Zizou che esce dal campo a testa bassa, passando proprio a fianco a quella coppa che non solleverà mai. La Francia non ne ha più, mentre Lippi si accontenta. E si va ai rigori.
Una maledizione che dura da tanti, troppi anni, che ci ha pure fatto perdere un Mondiale, nel 1994. Ma non questa volta. I nostri rigoristi sono perfetti, quelli francesi un po’ meno. L’unico errore della serata è quello di David Trezeguet, ancora in debito con Lippi dopo il penalty fallito nella finale di Champions League 2003.
L’attaccante della Juventus prende la traversa. Il rigore decisivo è quello sul piede sinistro di Fabio Grosso. Occhi al cielo, rincorsa breve, rete. È finita. L’Italia si aggiudica il quarto Mondiale della propria storia, una gioia incommensurabile, ricordata ancora oggi, 17 anni dopo quella magica notte, quando il cielo sopra Berlino si tinse di azzurro.