A 13 ore di auto dal centro Italia si erige nel panorama tedesco la cittadina di Saarbrucken, 180mila anime, sconosciuta agli amanti del mondo del calcio fino al 97′ di un normale match di DFB Pokal, la Coppa di Germania. In quel momento la formazione locale ha pensato bene di vestirsi da Davide e abbattere il Bayern Monaco, Golia del calcio teutonico che fa tanto rumore nelle rare volte in cui tocca terra con la schiena.
Il gol del 2-1 del Saarbrucken è una rete che riconcilia con lo spirito arcaico del pallone, che livella spese e guadagni e posiziona 11 persone di fronte ad altre 11. Non sempre vince il più forte, spesso il più bravo. Ma ora, tasto stop: scivolare nella retorica sarebbe troppo semplice. Parlando di fatti, a livello strettamente mediatico il risultato clamoroso della Coppa di Germania ha raccolto il picco di ricerche sul web alle 22:00 del 1° novembre, e ciò solo in Italia. Un caso? No, e la motivazione è anche abbastanza banale.
Coppa Italia, quando cambi?
Chi non era troppo impegnato a seguire da spettatore neutrale l’avvincente duello tra le riserve del Cagliari e quelle dell’Udinese in un tiratissimo match di Coppa Italia nostrana, avrà senz’altro accolto con stupore e sorpresa l’impresa del Saarbrucken. Ciò, a livello pratico, comporta curiosità. Quindi ricerche online. Quindi visibilità. Quindi attenzione sulla Coppa di Germania. Quindi ascolti e interazioni. In poche parole: soldi.
Niente di più semplice da comprendere, eppure in Italia si rimane ancorati ad una tradizione morta e sepolta che nelle settimane di Coppa Italia rende sorpresa massimale l’impresa del Parma a Lecce, Serie B contro Serie A, mentre si è dimenticata delle categorie inferiori già nel concetto del format proposto.
L’esempio di Inghilterra e Spagna
Nel frattempo, senza infierire scomodando i casi storici di Sua Maestà Fa Cup, in Inghilterra succede che negli ottavi di finale di Coppa di Lega si fa strada il Port Vale, 16° in Serie C inglese, e che in Spagna nella giornata di ieri si siano giocate 41 partite di Copa del Rey.
La Federazione in Spagna è stata tra le ultime dei campionati maggiori a riconoscere il peso e il fascino delle categorie minori, tanto che Bilbao, Espanyol e Betis si sono già misurate con stadi e squadre di serie inferiori. In attesa di scoprire, tra le altre, il Valencia impegnato sul campo del Logrones, squadra di un paesino celebre per essere uno dei più caratteristici da visitare durante il cammino di Santiago di Compostela.
Imprevedibilità e visibilità
Una Coppa Italia che coinvolga anche le serie inferiori, oltre a regalare sogni e offrire al mondo uno spettro più ampio dell’Italia del calcio, ha dunque per forza di cose una maggior visibilità. Quest’ultima, parente stretta dell’imprevedibilità che una trasferta di Inter o Juventus ad Arezzo o Brindisi potrebbe generare.
Non ci credete? Si torni al punto di partenza, se non è chiaro: il Saarbrucken ha eliminato il Bayern Monaco. La Coppa nazionale, spesso peso da sopportare per i club, in Germania, Inghilterra, Francia e Spagna ha trovato la scappatoia giusta: aprire i confini e aspettare che il calcio faccia il suo lavoro. Ossia, che si confermi ancora una volta impronosticabile, non determinabile a priori.
Chissà quando potrà accadere anche in Italia? D’altronde siamo solo nel 2023. Avanti Coppa. Sarebbe ora di toccare l’Anno Zero, prima di percorrere ancor più anni a ritroso rispetto al resto dell’Europa.