Il Derby si avvicina, la Capitale si divide: Amelia e Zauri in ESCLUSIVA

Un appuntamento storico oramai quello tra Lazio e Roma che vedrà la Capitale dividersi in due: a parlare di ciò in ESCLUSIVA ai nostri microfoni sono venuti Marco Amelia e Luciano Zauri

Lorenzo Gulino A cura di Lorenzo Gulino

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Le ore passano, manca sempre meno. Il tempo scorre inesorabile, ma, in realtà, sembra non passare mai. La tensione e l’attesa logorano l’animo di chi questa partita la sente nel profondo del suo cuore e non lasciano spazio alla spensieratezza. Perché quando il Derby si avvicina la Capitale, città piena di vizi e di virtù, di rumore e di silenzio, improvvisamente si divide in due grandi correnti, stigmatizzate in una lupa e in un’aquila, pronte a darsi battaglia fino alla morte: Roma e Lazio.

Lo sa bene Marco Amelia che sente il calore e le grida della Curva Sud come una seconda pelle: “Sono cresciuto in una famiglia di tifosi della Roma, sono tifoso della Roma, sono cresciuto dentro Trigoria con la maglia della Roma addosso fin dai nove anni”. Una passione intrinseca nell’animo e che porta inevitabilmente con sé gioie e dolori, sorrisi e pianti dovuti al Derby: “Rappresenta la sfida cittadina dove le tifoserie, in forma goliardica, vivono una partita con gli sfottò più belli che ci sono. Si vive con grande tensione, con grande attesa, e a livello personale è stata sempre una partita che ho avuto piacere di giocare nelle giovanili della Roma. Ti dà emozioni diverse rispetto ad altre gare”.

Dall’altra sponda del Tevere può rispondere a gran voce Luciano Zauri che della Lazio è stato un’emblema. L’adrenalina e lo stress, per una gara diversa dalle altre, passano anche attraverso la voce di chi ha portato l’aquila nell’alto dei cieli della Capitale: “Il derby mi ricorda notti quasi insonni quando perdevi, grandi feste quando si vinceva. Lo stress che si vive da calciatore quando si affronta un derby, prima, durante e dopo, è enorme, ma è quello che fa in modo che tu possa respirare questo mondo”. Ma in gare come queste è poi la forza del pubblico a dare una marcia in più: “Arrivare allo stadio con tutto questo popolo laziale che circonda il pullman e che sostiene la tua squadra è qualcosa di emozionante”.

Paolo Negro, Lazio*
Paolo Negro, Lazio*

E poi ci sono i ricordi, quelli indelebili, che ci accompagnano, giorno dopo giorno, in ogni passo della nostra vita. Un’altalena di emozioni che ben si può spiegare con l’autogol di Negro in un Derby storico e dal sapore di scudetto. “Un ricordo bello risale all’anno in cui facevo parte della prima squadra..il Derby vinto contro la Lazio quando ci fu l’autogol di Negro. La Lazio l’anno prima aveva vinto lo scudetto, noi con Capello volevamo provare a vincerlo e quel Derby ci ha dato grande consapevolezza. Il ricordo è il post gara quando ci siamo resi veramente conto che potevamo arrivare in fondo a lottare per il campionato e alla fine ci siamo anche riusciti”, queste le parole di Marco Amelia.

Ma allora cos’è il Derby? Una parola tanto semplice, ma che nasconde un’infinità di significati. Chiedetelo a Luciano Zauri, che ricorda ancora la luce negli occhi dei suoi compagni: “Il Derby che abbiamo vinto 3-0 in casa con i gol di Oddo, Mutarelli e Rocchi. In campo c’era questa luce negli occhi di alcuni…mi ricordo i vari Mutarelli e Mudingayi che raddoppiavano, triplicavano. Quando sei in campo, sei in vantaggio e hai paura di perdere un derby questo è quello che si può innescare”.

L’attesa è finita: spalancate le porte al Derby

Adesso, però, l’attesa è finita. Il rumore dei ricordi si dilegua e lascia spazio al silenzio tombale di una Città pronta ad inscenare l’Eterno scontro. Perché questo è il Derby, è il giallorosso contro il biancoceleste, è la lupa contro l’aquila, ma è anche Mourinho contro Sarri. Scenografi, lo dimostrano le ultime interviste, di due filosofie opposte, ma all’interno dello stesso scenario: lo Stadio Olimpico. Ed è proprio qui, su questo terreno, che sono pronti a scendere in campo 22 uomini, vogliosi di portare a casa tre punti che hanno tutt’altro sapore.

Queste le parole di Luciano Zauri: “Non sempre la squadra migliore vince il derby. La chiave di Mourinho è che è un maestro, uno stratega nel preparare queste tipologie di gare e in tutto quello che precede il derby, quindi anche lo spostare alcune situazioni dove vuole lui. Dall’altra parte mi aspetto una Lazio propositiva, è chiaro che anche le scelte davanti, ma anche in mezzo al campo, diranno molto sull’idea con la quale Sarri vorrà affrontare il derby”.

Maurizio Sarri, tecnico della Lazio @livephotosport
Maurizio Sarri, tecnico della Lazio @livephotosport

Proprio come una medaglia, pronta a decidere la sorte altrui, anche questo Lazio-Roma ha due facce: rivalsa e continuità. La prima ben si accosta ai giallorossi, a secco di vittorie dal 20 marzo 2022, mentre la seconda assume le sfumature biancocelesti per i 3 trionfi negli ultimi 4 incontri. “Cosa si può fare per cambiare questo trend? La Roma deve vincere. Vincere il Derby significa trasmettere tanto entusiasmo alla piazza che ha iniziato una stagione così e così e che in questo momento sta soffrendo per i risultati della squadra. Per quanto riguarda la Lazio confermare quanto sia stato importante il lavoro nella preparazione dei derby da parte di Sarri trovando una vittoria sarebbe importante e fondamentale. Di sicuro ci aspetta un derby pieno di insidie e a mio avviso sarà anche spettacolare, queste le parole di Amelia.

Lazio-Roma, Dybala e Lukaku

Ma il Derby è anche, e soprattutto, duelli in campo, giocate e sudore. Illuminati per anni dalle invenzioni di calciatori del calibro di Totti e Gascoigne adesso la palla è passata ad altri interpreti che, seppur meno attaccati alla maglia, hanno voglia e fame di vincere questa partita. “Un giocatore che mi piace moltissimo è Guendouzi. Lascia intravedere qualcosa di diverso rispetto agli altri, fermo restando che Luis Alberto è il faro di questo centrocampo. Dall’altra parte mi verrebbe da dire l’attacco, Dybala e Lukaku sono i giocatori molto forti”, ha dichiarato Luciano Zauri.

Dybala, Roma
Dybala, Roma @livephotosport

In un certo senso si ripropone quella sfida, fatta di classe e leggiadria, di estro e spensieratezza, esemplificata da due numeri: il 21 e il 10. Marco Amelia ha così commentato: “A me piace molto il giocatore tecnico, che sa mettere in campo le capacità tecniche in velocità e credo che Dybala da una parte e Luis Alberto dall’altra possano essere molto incisivi in questa partita”. Adesso, però, tutto diventa relativo. A dare il suo verdetto ci penserà lo Stadio Olimpico in una serata che colorerà, fino al prossimo Derby, le strade della Città Eterna di una sola sfumatura.

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