La voglia è tanta, ma la paura di farsi male è più forte. La ricerca costante e disperata di una direzione giusta, che sembra non arrivare mai, logora l’animo di chi sa di poter fare di più, senza, però, riuscirci mai veramente. Una sensazione straziante sulla pelle di chi la prova che non fa altro che alimentare le insicurezze, mettendo da parte tutto il resto. Lo sanno bene Roma e Napoli che di certezze, in questo momento, ne hanno ben poche e che, da completamente opposte, sono diventate così simili.
Roma e Napoli, una vicinanza inattesa
Quando si parla di Roma e Napoli è difficile vedere delle somiglianze, soprattutto per chi questi colori li vive giorno dopo giorno. Due squadre diverse tra loro, due tifoserie antagoniste, ma che, improvvisamente, sono così vicine. Può sembrare contraddittorio, è vero, ma le loro strade, seppur senza una direzione precisa, si sono unite per scontrarsi in una gara dove la fame si fa sentire, ma a riecheggiare in maniera assordante, nella testa di ogni singolo calciatore, è la paura di commettere l’ennesimo errore della stagione.
Ed è qui che allora, tra le sfumature giallorosse e biancoazzurre, si fanno strada i mille pensieri. Da una parte l’ottavo posto in campionato, dall’altra la consapevolezza di non essere più da scudetto. Da una parte un calendario quasi impossibile da fronteggiare, dall’altra l’eliminazione dalla Coppa Italia. Da una parte le continue domande sul futuro di Mourinho, dall’altra la panchina da traghettatore di Mazzarri, ma entrambe con un’unica e sola certezza: il cuore e la passione dei propri tifosi.
Perché in partite come queste a fare la differenza è la spinta, la grinta e il volume del pubblico. Ed è lì, in quegli attimi, seppur possano sembrare i più tenebrosi e spaventosi da affrontare, che il coraggio di prendere una scelta azzardata può portare nella direzione giusta. La forza d’animo e l’audacia di chi è disposto a caricarsi il peso della sua città sulle spalle è tutto in questa partita, è tutto in Roma-Napoli.
Roma-Napoli, è Mancini contro Osimhen
Se è vero che quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare allora questa partita ne è l’esemplificazione perfetta. Due squadre in difficoltà e che sono pronte ad attaccarsi alla leadership degli uomini più carismatici per portare a casa i tre punti. Per la Roma c’è Gianluca Mancini: condottiero della retroguardia giallorossa e sempre ‘ultimo a morire’. Un lottatore nato, pronto a sputare sangue per raggiungere l’obiettivo e del quale lo stesso Mourinho ha parlato in conferenza stampa: “Mancini è uno di quelli che se non ha una tripla frattura gioca. Non ha una tripla frattura, la squadra ha bisogno di lui e quindi gioca”.
Il Napoli, invece, si affiderà ancora una volta ad Osimhen. Il bomber del club partenopeo, a quota 7 gol, è pronto a fare nuovamente male alla Roma, ma soprattutto a ridare la scossa ai suoi compagni. Nella cornice di uno Stadio Olimpico infuocato il nigeriano scalpita e se la dovrà vedere proprio con Mancini. Ma allora a cosa serve rifugiarsi nelle paure, quando si ha un intero stadio pronto a cantare e a sostenere i propri colori? A cosa serve pensare all’ennesimo errore, quando si hanno leader di questo tipo? La risposta la conoscono solo i protagonisti di questa gara, ma a spuntarla sarà chi, negli attimi più bui, si ricorderà, anche solo per un istante, di accendere la luce.