La Juventus (ri)scrive la storia nella notte di Roma: dopo 3 anni i bianconeri tornano ad alzare un trofeo e la Vecchia Signora può mostrare di nuovo a tutt’Italia il suo motto più antico. Perché se è vero che “Vincere è l’unica cosa che conta”, farlo in una stagione come quella che sta per finire, molto altalenante dal punto di vista dei risultati, è ancora più bello. E ancor più se si considerano le ultime annate, particolarmente amare per i tifosi che erano stati abituati a dominare in Italia per quasi una decade: dalla penalizzazione della scorsa stagione, fino alla Coppa Italia persa in finale l’anno prima contro la nascitura Inter di Simone Inzaghi.
A guidare i bianconeri verso il successo contro l’Atalanta, oltre a un’infermabile Dusan Vlahovic che ha sfiorato la doppietta (annullata per fuorigioco millimetrico), c’è mister Allegri. L’ex Milan, con quella di ieri 15 maggio, ha vinto la sua 5a Coppa Italia da allenatore diventando, di fatto, il tecnico più titolato della competizione. Max stacca Eriksson e Mancini fermi a quota 4, e per giunta lo fa avendole vinte tutte con la stessa squadra. Molto probabilmente a fine stagione, leggendo anche tra le righe quanto detto da lui stesso ai microfoni di Mediaset nel post partita, sarà addio tra lui e la Juventus, ma dal 2015 fino ad oggi, in 9 edizioni della Coppa Italia, su più della metà c’è lo zampino di Max Allegri.
2015: Il successo prima di Berlino
La Coppa Italia 2014-15 vede il primo timbro di Max Allegri. Arrivato in estate sulla panchina della Juventus, dopo l’addio di Antonio Conte che da lì a un anno avrebbe allenato la Nazionale, non riesce a replicare i 102 punti in campionato nella scorsa stagione. Eppure, gliene bastano 87 per vincere il 4° scudetto consecutivo (il primo di una lunghissima serie). In coppa i bianconeri esordiscono col botto negli ottavi di finale, 6-1 al Verona dove segnano davvero tutti: Giovinco con doppietta, Pereyra, Pogba, Morata e Coman.
Ai quarti la Juventus se la deve vedere con il Parma, nella sua ultima stagione prima del fallimento. Il match del Tardini, ancora in gara secca, si rivela molto più equilibrato del previsto e deve pensarci Morata all’89’ a portare in vantaggio la Vecchia Signora. Il doppio scontro in semifinale è contro un’antica rivale: la Fiorentina vince 2-1 l’andata allo Stadium grazie a una doppietta di Salah, per poi crollare un mese dopo sotto i colpi di Matri, Pereyra e Bonucci.
In finale la Juventus dovrà affrontare la vincente di Lazio-Napoli: l’andata finisce l’1-1, mentre il ritorno del San Paolo fa esplodere il pubblico biancoceleste al minuto 79. Lulic porta in vantaggio le aquile, che tornano in finale dopo 2 anni dallo storico successo contro la Roma, sempre firmato dal bosniaco. Il 20 maggio 2015 allo Stadio Olimpico servono i tempi supplementari per eleggere un vincitore: Radu segna dopo soli 4 minuti e la Juventus, per la prima volta in questa stagione di coppa, si trova a dover inseguire. Chiellini pareggia all’11’ e Matri, a 20 anni dall’ultima volta, consegna ai bianconeri la 10a Coppa Italia della loro storia.
2016: Ancora supplementari
Il cammino della Juventus verso la sua 2a Coppa Italia consecutiva inizia a dicembre con il derby agli ottavi contro il Torino. Partita senza storia: 4-0 ai granata, Zaza fa doppietta, Bogba e il neo arrivato Dybala chiudono il risultato e volano ai quarti, dove ci sarà un remake della scorsa finale. Ancora la Lazio sul cammino bianconero, e ancora una vittoria di misura per i campioni in carica: Lichtsteiner al 66′ decide la gara dell’Olimpico e, per il 2° anno di fila, la Juve vola in semifinale.
Doppio derby d’Italia per la squadra di Allegri, che davanti si trova la seconda Inter di Roberto Mancini. Due volte Morata e Dybala sembrano chiudere il discorso già all’andata, ma in quel di San Siro i nerazzurri risorgono dalle loro ceneri e replicano il 3-0 bianconero. È parità totale, e lo sarà anche al termine dei supplementari, si va ai rigori: la Juventus li segna tutti, per l’Inter è fatale l’errore di Palacio.
Nella finale del 21 maggio c’è il Milan, che ha da poco esonerato Mihajlović proprio in seguito alla sconfitta in campionato contro i bianconeri, ed ha assegnato la panchina all’esordiente Christian Brocchi. Il Diavolo in poche settimane butta tutto ciò che di buono era stato fatto, incappa in una serie di risultati sfavorevoli e decide di giocarsi il suo ritorno in Europa tutto nei 90 minuti (e non solo) dell’Olimpico. Bacca sfiora la traversa, la Juve mette Morata al 108′ e bastano pochi giri d’orologio allo spagnolo per portare in vantaggio la Vecchia Signora. È 1-0 a pochissimo dalla fine, Allegri vede la coppa e al triplice fischio torna ad alzarla nel cielo della capitale.