Ecuador in Copa America, outsider o delusione? Caicedo anima della Tricolor

Poco meno di un mese all'inizio della Copa America 2024, e tra le squadre da tenere d'occhio c'è anche l'Ecuador: perennemente in bilico tra possibile outsider e delusione, La Tricolor si affida a Caicedo, Enner Valencia e un stile di gioco definito

Lorenzo Zucchiatti A cura di Lorenzo Zucchiatti
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Con un Euro2024 pronto a prendersi la scena, sta passando un po’ in sordina una Copa America che promette fuoco e fiamme, e che prenderà il via negli Stati Uniti il 21 giugno. Ad aprire le danze sarà non la squadra di casa, come di consueto, ma l’Argentina campione in carica, di scena contro l’ostico Canada dei vari Davies, David e Buchanan. Proprio come i biancorossi, si augura di essere outsider del torneo anche l’Ecuador.

Un speranza lecita ma che non affonda su basi solidissime, visti i recenti risultati della squadra, con la Nazione che ogni volta si augura possa essere l’anno dell’exploit. Insieme al Venezuela infatti, La Tricolor è l’unica altra sudamericana a non aver mai vinto la Copa America, un smacco che, vista la forza delle rivali, rischia di protrarsi ancora a lungo. Tra precedenti, interpreti e stile di gioco, vediamo questo Ecuador nel dettaglio.

Ecuador, aspettative tradite: i precedenti

Tante le curiosità di questa Nazionale, a cominciare dal novero dei suoi soprannomi che, oltre a La Tricolor, presenta anche La Banana Mecanica, la versione gialla per così dire del nomignolo Arancia Meccanica affibbiato alla celebre Olanda degli anni ’70 di Cruijff e Michels. Di certo non la stessa qualità della formazione Orange però, visto che, seppur in nessuna Copa America sia mai partita con i favori del pronostico, l’Ecuador ha spesso tradito le aspettative.

Basta dare un’occhiata ai risultati per renderci conto di ciò: due quarti posti sono il miglior risultato ottenuto nella competizione, l’ultimo dei quali risale però al 1993. Nelle 11 edizioni successive appena tre volte ai quarti di finale (1997, 2016 e nell’ultima del 2021) e sempre eliminato nel girone nelle altre 8. Troppo poco per un Ecuador che, seppur inferiore ai vari Brasile, Argentina, Uruguay, avrebbe le carte in regola per giocarsela con le altre.

Non è migliore lo score nei Mondiali: prima storica partecipazione nel 2002, con l’esordio che vede La Tricolor perdere 2-0 contro l’Italia con doppietta di Vieri, anche se noi azzurri ricordiamo quel torneo per un certo Byron Moreno, di nazionalità proprio ecuadoriana. Nelle 5 successive edizioni, due non qualificazioni alla fase finale (2010, 2018), due volte fuori al girone (2014, 2022), oltre all’ottavo di finale del 2006 (miglior risultato) perso 1-0 contro l’Inghilterra causa punizione magistrale di Beckham.

Questa la storia di un Ecuador oggi allenato da Felix Sanchez Bas, che vede nella Copa America 2024 una nuova occasione per scrollarsi di dosso l’etichetta di promessa mai mantenuta e giocare un ruolo da outsider pericolosa, che possa provare a mettere il bastone tra le ruote anche alle più quotate.

Verso i convocati: da Hincapié a Caicedo, dubbio Valencia

Soltanto Brasile, Argentina e Colombia hanno già comunicato la lista degli uomini papabili di partecipare alla prossima Copa America, anche se ancora qualche taglio andrà fatto per arrivare ai 26 definitivi. Attesa dunque per i convocati dell’Ecuador, ma ipotesi e considerazioni si possono serenamente avanzare. Sulla porta non dovrebbero esserci sorprese, con il trio esperienza guidato dal veterano Dominguez (36 anni) e supportato da Galindez (37) e Burrai (33), tutti in attività in patria.

Decisamente più gioventù e freschezza in difesa, dopo troviamo anche qualche uomo di spessore che milita in Europa: Sicuri di esserci e punti fermi dell’Ecuador sono i centrali di difesa Hincapié, fresco di vittoria della Bundesliga e sconfitta in finale di Europa League, contro l’Atalanta, con il suo Bayer Leverkusen, e Pacho, promettente classe 2001 dell’Eintracht Francoforte. A sostenere la causa anche Estupinan, terzino del Brighton, Preciado dello Sparta Praga e Felix Torres Caicedo dei messicani del Santos Laguna.

A centrocampo riflettori puntati su un Moises Caicedo anima di questa Tricolor e giocatore per distacco con il tasso tecnico e atletico più alto della squadra. L’estate scorsa il Chelsea ha sborsato 116 milioni di euro per strapparlo al Brighton di De Zerbi, facendolo diventare il 12° acquisto più oneroso della storia del calcio, e benché la stagione dei Blues non sia stata esaltante, il 26enne sta dimostrando di essere da top team. L’eurogol da centrocampo siglato all’ultima giornata contro il Bournemouth è solo la ciliegina su un bagaglio tecnico ottimo.

In mediana sarà sicuramente supportato dai vari Franco, Gruezo e il veterano Angel Mena, e vedremo chi si aggiungerà. Davanti le soluzioni non mancano: da Campana, partner di Messi e Suarez all’Inter Miami, al classe 2002 Sarmiento, quest’anno al Brighton, fino a Rodriguez dell’Union Saint-Gilloise, Jordy Caicedo dell’Atlas e Gonzalo Plata dell’Al Saad. Il grande dubbio riguarda Enner Valencia, giocatore ancora in attività con più presenze (83) e miglior marcatore nella storia dell’Ecuador (40). Un infortunio al piede lo tiene lontano dai campi da metà aprile, ma si farà di tutto per averlo a disposizione per la Copa America.

Difesa a tre e gioco sugli esterni: come gioca l’Ecuador

Andare ad analizzare come gioca La Tricolor non è facile come per tutte le squadre oltreoceano, escluse le big Brasile ed Argentina, ma a darci qualche indicazione è l’ultima partita giocata dalla Nazionale di Felix Sanchez Bas, l’amichevole proprio in terra statunitense contro l’Italia. Ecuador che si è presentato con la difesa a tre composta da Felix Torres Caicedo, Pacho ed Hincapié, un trio che abbina fisico, gioventù e buon grado di esperienza europea.

Un novità questa rispetto alle gare di qualificazione ai Mondiali 2026, dove era stato spesso adottato il 4-2-3-1. Mediana a due all’insegna di intensità, generosità e recupero dei palloni, con il tuttocampista Caicedo a correre per due affiancato a turno dai vari Gruezo, Cifuentes e Franco. Spazio poi al gioco sugli esterni, l’unica arma che ha creato qualche fastidio agli azzurri in amichevole, con Estupinian incaricato di correre sul binario sinistro e arrivare sul fondo, e Plata sull’out destro libero di rientrare per calciare col piede forte.

Ciò che appare evidente anche dal girone di qualificazione al prossimo Mondiale, è la difficoltà a trovare la via del gol, con sole 5 reti segnate in 6 partite. L’assenza di Enner Valencia si fa sentire eccome, con il bomber dell’Internacional che vanta un record particolare: tra Mondiali 2014 e Mondiali 2018, ha segnato ogni singolo gol dell’Ecuador nella competizione (6 di fila), eguagliano Eusebio (1966), Paolo Rossi (1982), e Oleg Salenko (1994).

Giocatori poi superati, visto che oltre alle 6 reti sopracitate si è aggiunta, in quello del 2022, la doppietta al Qatar nella gara inaugurale e quello nel pareggio con l’Olanda. Record stoppato dunque a 9 reti, quando nella terza gara del girone Moises Caicedo ha siglato l’inutile gol nella sconfitta con il Senegal. Più difficoltà per gli altri attaccanti in rosa, che dovranno alzare il proprio livello se l’Ecuador vuole dire la sua in questa Copa America.

Gruppo dell’equilibrio: Messico, Venezuela e Giamaica

Questo l’impianto della Tricolor tra interpreti e stile di gioco, ma quali saranno gli ostacoli da affrontare per arrivare alle fase ad eliminazione diretta? Rispetto agli altri tre, dove è possibile sbilanciarsi di più su chi potrebbe passare il turno, il gruppo B è quello dell’equilibrio, e fare pronostici risulta più che mai complicato.

Si parte da un Venezuela che, insieme all’Ecuador, è l’unica a non aver mai vinto neanche una volta il trofeo nel panorama sudamericano, e tolto il 4° posto del 2011 non è mai andato oltre i quarti di finale. Il nuovo formato di questa Copa America 2024, prevede la partecipazione, oltre alle 10 nazioni iscritte alla CONMEBOL, anche 6 squadre della CONCACAF finaliste della Nations League 2023-24 o vincitrici dello spareggio di qualificazione.

In questo modo, ecco la prima partecipazione di Messico e Giamaica alla Copa America: la prima è una squadra rodata, capace di arrivare sempre agli ottavi di finale dei Mondiali, escluso il 2022, in tutte le edizioni dal 1994 in poi, e può dire la sua in questo torneo. La seconda vuole crearsi un nome nel calcio che conta, e tale manifestazione è una vetrina importante.

Non c’è di fatto una favorita in questo gruppo, decisamente interessante da seguire, con l’Ecuador che non può permettersi di pensare di non raggiungere almeno i quarti di finale. Da lì sarà tutto di guadagnato, ma la realtà è che il confine tra outsider e grande delusione è labile, e il paese sogna un’estate magica che possa migliorare i recenti risultati.

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