Per il quarto anno consecutivo, la Roma ha chiuso il campionato con 63 punti in classifica. La sconfitta nell’ultima giornata contro l’Empoli è stata indolore dal punto per i giallorossi, che erano già certi di chiudere al sesto posto e di qualificarsi in Europa League, con il sogno Champions sfumato dopo la vittoria dell’Atalanta contro il Torino.
Stagione a due facce per la Roma, caratterizzata dal passaggio di testimone da José Mourinho a Daniele De Rossi: a gennaio i giallorossi erano noni in campionato (con 29 punti in 20 partite), fuori ai quarti di Coppa Italia nel derby contro la Lazio e avevano concluso – l’abbordabile – girone di Europa League al secondo posto dietro lo Slavia Praga.
L’arrivo di De Rossi ha dato la tanto attesa svolta, ma la rimonta in campionato ha portato ad accarezzare solamente il sogno della Champions League, mentre il cammino europeo si è interrotto in semifinale contro il Bayer Leverkusen.
La qualificazione alla massima competizione europea manca ormai dal 2018, in estate la dirigenza dovrà prendere delle decisioni forti per tornare a competere ai vertici del campionato: il finale di stagione è stato indicativo per decidere su chi puntare negli anni a venire e su chi fare a meno dalla prossima annata.
I Top della Roma
Meritano sicuramente la sufficienza N’Dicka, Paredes, Cristante e Pellegrini, così come Romelu Lukaku, che farà però ritorno al Chelsea dopo il prestito. Stesso destino per Azmoun che rientrerà al Leverkusen. Stagione negativa per Zalewski, che potrebbe essere ceduto davanti ad una buona offerta. Rimandati a giudizio El Shaarawy, Bove e Abraham, che dovranno dare sicuramente un apporto diverso il prossimo anno.
Svilar: la scoperta
Mile Svilar è sicuramente la più bella scoperta della Roma in questa stagione. Partito come portiere di coppa e secondo di Rui Patricio, ha definitivamente preso i ranghi di titolare il 18 febbraio nel match con il Frosinone, in cui ha sfoderato una parata prodigiosa sul tiro di Matias Soulé.
Appena quattro giorni dopo è diventato l’eroe del match di ritorno contro il Feyenoord, ipnotizzando Hancko e Jahanbakhsh durante la lotteria dei rigori e permettendo alla Roma di accedere agli ottavi di Europa League. L’estremo difensore classe 1999 si è poi confermato ad altissimi livelli per tutta la seconda parte di stagione, sfoderando una prestazione eccellente in Germania contro il Bayer Leverkusen, macchiata però dall’errore in uscita in occasione dell’1-2 dei tedeschi.
Svilar è stato comunque nominato come miglior portiere della competizione, posizionandosi al primo posto nella classifica di tiri parati con 54 interventi. Il portiere ha il contratto in scadenza nel 2027 e la Roma si è già mossa per il rinnovo.
Mancini: il centrale goleador
Stagione più che positiva anche per Gianluca Mancini, sempre più leader dello spogliatoio e idolo della tifoseria. Il centrale, che sarà protagonista con la Nazionale a Euro 2024, è stato un elemento indispensabile per Mourinho e lo è rimasto anche con De Rossi in panchina: sono ben 49 le presenze complessive, in cui ha realizzato ben 7 gol e 1 assist.
Oltre alla costante crescita in fase di marcatura e attenzione in difesa, il difensore classe 1996 ha segnato gol pesanti in questa annata, decidendo il derby della capitale contro la Lazio e entrando nel tabellino dei marcatori sia all’andata che al ritorno con il Milan nei quarti di finale di Europa League.
Come per Svilar, Mancini sarà uno dei tasselli da cui la Roma ripartirà nella prossima stagione. Il centrale è blindato da un contratto fino al 30 giugno 2027 ed è stato inserito nell’11 ideale dell‘Europa League dalla Uefa.
Dybala: la luce del gioco
Nonostante i soliti guai muscolari – fatali soprattutto nel finale di stagione – che continuano a limitarlo, Paulo Dybala merita un posto nei top della Roma. Per la formazione giallorossa avere o non avere in campo la Joya continua a fare tutta la differenza del mondo. A dirlo non sono solamente i numeri (16 gol e 10 assist in 39 presenze), ma soprattutto la differenza a livello di qualità del gioco e del possesso palla.
Con l’argentino al top della forma, a cavallo tra febbraio e aprile, la Roma ha iniziato la furiosa rimonta in campionato ed è avanzata fino alle semifinali di Europa League. Il calo dei giallorossi è poi coinciso con i problemi fisici di Dybala, che ha comunque sfiorato la soglia delle 40 presenze stagionali.
La Joya ha il contratto in scadenza nel 2025, da luglio tornerà in auge la clausola rescissoria che permetterebbe al calciatore di liberarsi trovando un club fuori dai confini nazionali, pronto a pagare l’importo di 12 milioni di euro. Anche senza Champions League, l’argentino ha dichiarato di voler vincere con la Roma, ma resta comunque da capire quali saranno le intenzioni delle due parti per l’imminente finestra estiva di mercato.
De Rossi: il punto di partenza
Più di ogni calciatore, la nuova Roma girerà intorno alla figura di Daniele De Rossi. Arrivato a gennaio tra lo scetticismo generale, una scelta definita da molti come “parafulmine” dopo l’esonero di Mourinho per gestire la reazione dei tifosi, il tecnico di Ostia si è rivelato essere la mossa vincente dei Friedkin, che lo hanno confermato anche per la prossima stagione.
De Rossi firmerà presto un rinnovo triennale e avrà un ruolo centrale nelle scelte di calciomercato, al fianco del nuovo responsabile dell’area tecnica Florent Ghisolfi. Oltre agli sprazzi di bel calcio nel corso di questi cinque mesi, l’allenatore si è contraddistinto per professionalità e determinazione, conquistando risultati importanti.
Il successo nel derby e il passaggio del turno in Europa League a discapito del Milan sono stati sicuramente i momenti più belli del suo primo anno da allenatore della Roma, mentre dalla prossima stagione ripartirà la rincorsa alla Champions League.
I Flop della Roma
Sono sicuramente di più i flop che i top della stagione della Roma. Molti di questi calciatori non vestiranno la maglia giallorossa la prossima stagione, tra contratti in scadenza e giocatori che rientreranno nei rispettivi club di appartenenza. Sarà compito di Ghisolfi quello di rinforzare la rosa nei suoi punti deboli.
Smalling: il mistero sull’infortunio
Leader indiscusso della difesa negli ultimi anni, Chris Smalling è stato una delle più grandi delusioni della stagione della Roma. La scorsa estate il centrale inglese aveva firmato il rinnovo fino al 2025 ed era pronto per guidare il reparto arretrato per l’annata a venire. Ad inizio stagione però i giallorossi avevano raccolto appena un punto in tre partite con Salernitana, Verona e Milan, gare in cui l’ex Manchester United è figurato sempre tra i peggiori in campo.
Già nel corso del ritiro estivo Smalling aveva accusato fastidi tendinei e dopo le prime tre giornate decise di fermarsi per non peggiorare la situazione. Dal club e dal calciatore non trapelava nulla sulle sue condizioni, mentre Mourinho lo pizzicava in conferenza stampa, arrivando a dichiarare: “Smalling mi ha rovinato la stagione“. Proprio dopo l’esonero dello Special One a gennaio l’inglese è ricomparso sui social, mentre il ritorno in campo è avvenuto il 18 febbraio con il Frosinone, a cinque mesi di distanza dall’ultima presenza.
Nel complesso Smalling ha collezionato appena 12 presenze stagionali (per un totale di 669′), rimanendo in panchina nelle ultime quattro di campionato. I nove minuti con il Bayer Leverkusen in Germania il 9 maggio rischiano di essere gli ultimi con la maglia giallorossa: la dirigenza potrebbe provare a piazzarlo in estate per diminuire il tetto ingaggi e abbassare l’età media della rosa.
Terzini: un reparto da rifondare
In estate la Roma rifonderà totale il reparto dei terzini, ad esclusione di Angelino, arrivato a gennaio dal Lipsia e riscattato per 5 milioni di euro. Spinazzola non rinnoverà il contratto in scadenza a giugno, Kristensen farà ritorno al Leeds, mentre Celik e Karsdorp sono sul mercato.
Il rendimento dei quattro laterali è stato ampiamente deludente e De Rossi ha chiesto calciatori con ben altre caratteristiche in quella zona di campo. Per Spinazzola, che in stagione ha realizzato 1 gol e 4 assist, ad influenzare la decisione è l’inaffidabilità dal punto di vista fisico, considerando i continui infortuni muscolari che limitano la sua presenza in campo.
Karsdorp è sparito dai radar dopo l’errore fatale commesso all’Olimpico contro il Bayer Leverkusen, mentre Kristensen e Celik non convincono il tecnico giallorosso né tatticamente né tecnicamente. Analizzando le statistiche, i quattro laterali hanno realizzato appena 2 gol 11 assist nel complesso, numeri che lasciano a desiderare se messi a confronto con i laterali delle squadre top in Italia e in Europa.
Renato Sanches e Aouar: esperimenti falliti
I tre titolari della Roma a centrocampo, Paredes, Pellegrini e Cristante, hanno collezionato rispettivamente 41, 52 e 49 presenze tra tutte le competizioni, arrivando inevitabilmente a corto di fiato nel finale di stagione. La motivazione è da ricercare nella mancanza di alternative dalla panchina, dovuta dal rendimento deludente di Renato Sanches e Aouar.
Voluto fortemente dall’ex general manager Tiago Pinto, la scommessa Renato Sanches è stata fallimento. Sono appena 12 le presenze per il centrocampista portoghese (con un gol realizzato contro l’Empoli), per un totale di soli 261 minuti di gioco. Il calciatore ha passato più tempo in infermeria che in campo e farà ritorno al PSG.
Leggermente migliore il rendimento di Aouar, che ha realizzato 4 gol in 25 partite, ma è partito dal titolare in appena 15 occasioni. Tolto qualche lampo di qualità, il centrocampista algerino non ha mai dato la sensazione di poter trovare continuità ed ha faticato a scalare le gerarchie di De Rossi. L’ex Lione ha faticato dal punto di vista del ritmo e dell’intensità di gioco, nonostante una buona condizione fisica. In estate con la giusta offerta può partire anche lui.
Mourinho: sei mesi da incubo
Lo Special One è sicuramente il flop della stagione della Roma. Nel complesso la sua avventura nella capitale non può che essere positiva, con due finali europee raggiunte, di cui una vinta e un’altra persa – non tra poche polemiche – ai rigori. Il percorso della squadra nelle prima parte di stagione è stato però ritenuto inaccettabile dalla proprietà giallorossa.
A metà gennaio la Roma si trovava al nono posto in classifica ed era appena stata eliminata dalla Lazio ai quarti di finale di Coppa Italia, senza calciare praticamente mai nello specchio della porta. Il rapporto con lo spogliatoio si era ormai deteriorato e la continua ricerca di alibi dopo le sconfitte ha spinto i Friedkin per optare il cambio in panchina.