San Zaccagni, ma così non va: Italia, dov’è la mano di Spalletti?

San Zaccagni salva l'Italia, ma così non va. Gli azzurri hanno rischiato di salutare anzitempo EURO 2024, mettendo a referto una prova quasi imbarazzante, salvata solo dalla perla messa a segno dal centrocampista. Dov'è la mano di Spalletti?

Federica Concas A cura di Federica Concas
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Qualcuno oserebbe dire San Zaccagni e, neologismi a parte, la frase ci starebbe tutta. Se l’Italia è riuscita a pareghiare con la Croazia e, contestualmente, a qualificarsi agli ottavi targati EURO 2024, è solo grazie alla perla messa a segno dal centrocampista.

E non, come ci si aspettava, dalla mano di Spalletti. Il ct azzurro, ancora una volta, non è riuscito a trovare il giusto assetto tattico. Mettendo in campo una squadra apparentemente demotivata e priva di personalità. Un’Italia orfana di fame e grinta.

Caratteristiche, forse, appena accennate nel fotofinish della gara. Ritrovate durante la ricerca di un disperato pareggio, giunto grazie a San Zaccagni. E niente più. Difficile riuscire a scorgere, dopo la prova contro la Croazia, la tanto ricercata luce in fondo al tunnel. Ma soprattutto, la mano di Spalletti su una formazione effettivamente squadra, forse, solo nei primi 45′ minuti dell’esordio.

Mateo Retegui, Italia*

Da Retegui a Di Lorenzo: un’Italia raccapricciante

Da Retegui a Di Lorenzo fino a giungere a Jorginho, Barella, Chiesa e Calafiori: che delusione! Non ci si aspettava nulla di tutto ciò! Una speranza svanita a partire dai primi minuti di gioco contro la Croazia, con un’Italia a dir poco raccapricciante. Mai in grado di presentarsi davanti al portiere, o quasi, durante i primi 45′ minuti di gioco.

Non che il secondo tempo sia andato meglio. Solo il buon Zaccagni non ha affondato una lama letale alle idee spallettiane, venute decisamente meno da quando il ct è sopraggiunto nella panchina azzurra. Con il bel calcio, tanto declamato, che ha lasciato spazio ad un’identità di squadra quasi del tutto assente.

Le responsabilità di Spalletti sono evidenti, come d’altronde le scelte prese relative alla lista dei giocatori da portare ad EURO 2024. Qualcuno potrebbe asserire, come d’altronde per certi versi è comprensibile, il fatto che i nomi da convocare per l’avventura in Germania fossero davvero pochi. Ma forse, contestualmente, poco ricercati.

Tuttavia, con un ottavo ancora da disputare e una speranza ad oggi ancora in piedi, seppur flebile, è giusto non giungere a conclusioni troppo affrettate. Ma è bene anche sottolineare come oltre alle scelte di Spalletti. Ad influire, soprattutto nella gara contro la Croazia, sono state anche le performance messe in campo da parte di alcuni pilastri della squadra. E da alcune interessanti novità.

A partire da Retegui, considerato dai più non all’altezza dell’Italia, ancor prima di finire nella lista dei convocati ad EURO 2024. Fino a giungere a Di Lorenzo che non ha certamente vissuto una stagione esaltante. Con in pole i giocatori denominati big che dovrebbero fare la differenza. Barella, Chieda, Calafiori etc.: tutti nomi stasera non pervenuti.

Spalletti delude, Donnarumma genio incompreso

Una cosa è certa: Spalletti non ha potuto contare sui capisaldi della rosa. Quei giocatori che dovrebbero essere in grado di fare la differenza nei momenti più difficili. Tuttavia, è bene sottolineare come lo stesso ct azzurro abbia comunque una responsabilità non indifferente.

Infatti, l’ex Napoli sembra non abbia ancora trovato la giusta dimensione azzurra. Un Spalletti che ricorda molto l’Allegri atto II, andato a male con la Juventus. Un tecnico poco deciso, incapace nei momenti più complessi di cambiare le carte in tavola, osare e caricare la squadra come dovuto.

E la gara contro la Croazia ha raccontato proprio di questo: un’Italia in balia dell’avversario con un ct che fino all’ultimo ha temporeggiato nel trovare le giuste soluzioni. Una sorta di remake che ricorda la gara con la Spagna e il secondo tempo dell’esordio con l’Albania. Un modus operandi che rischia di compromettere il percorso dell’Italia ad Euro 2024.

Ma, la strada non si è per fortuna interrotta, anche se in salita. Nonostante di tanto in tanto qualche luce, seppur da lontano, ancora si scorge. A tal proposito, una nota di merito va al genio incompreso Donnarumma. Un nomignolo che si addice bene ad un giocatore che, anche contro la Croazia, ha dimostrato di essere l’unico punto fermo dell’Italia.

Un portiere spesso aspramente criticato dalla cronaca sportiva, senza basi concrete ma soprattutto veritiere. San Zaccagni a parte, l’eroe della serata è proprio il portiere azzurro. L’unico capace di dare il 100% anche nei momenti di maggiore difficoltà.

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