Come e perché è cambiata la strategia dell’Arabia Saudita sul calciomercato

Dopo gli oltre 900 milioni di euro spesi nella sessione estiva di calciomercato nel 2023, i club del massimo campionato saudita hanno cambiato strategia: dopo il flop mediatico e di spettatori, l'obiettivo è quello di creare un ambiente più sostenibile

Riccardo Siciliano A cura di Riccardo Siciliano

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Lo scorso anni di questi tempi assistevamo alla prepotente entrata di scena dell’Arabia Saudita sul calciomercato. Il fondo sovrano saudita ha iniziato ad investire in maniera pesante sul calcio e sul mondo dello sport in generale. ma i piani sono cambiati rispetto a quanto preventivato inizialmente.

A 18 mesi di distanza dall’arrivo di Cristiano Ronaldo, è ben evidente il cambio di strategia dei club sauditi sul mercato. I piani futuri infatti prevedono un stop alle spese folli e una gestione più oculata dei fondi, pur quasi illimitati degli sceicchi. In parole povere, l’Arabia Saudita sta spendendo – e spenderà – molti meno soldi rispetto al 2023.

Gli investimenti dell’estate 2023

La Saudi Pro League è stata la regina indiscussa del calciomercato estivo del 2023. Nel complesso delle sue 18 squadre, il massimo campionato saudita ha speso quasi 940 milioni di euro in cartellini e circa 1,2 miliardi in ingaggi annuali. Numeri inimmaginabili fino a poco tempo fa per un paese non europeo.

Cristiano Ronaldo ha aperto la strada all’arrivo di campioni del calibro di Karim Benzema, Neymar, Mané, Mahrez, ma a colpire erano stati gli acquisti di giocatori in rampa di lancio, tra cui i vari Ruben Neves e Gabri Veiga, quest’ultimo soffiato dall’Al Ahli al Napoli. Quali sono stati gli effetti di questa campagna faraonica sul campionato?

Il dato sugli spettatori allo stadio e in tv

L’obiettivo della famiglia reale era quello di costruire un campionato competitivo e appetibile, partendo da un ampio seguito interno grazie all’arrivo di top player dal Vecchio Continente. Gli effetti però non sono stati quelli sperati e il piano – al momento – è miseramente fallito.

L’affluenza media dell’ultima stagione, come riporta Bloomberg, supera di poco le 8mila persona a partita, in calo addirittura del 10% rispetto all’annata 22/23. La Saudi Pro League si è rivelata un flop anche dal punto di vista mediatico.

Lo scorso marzo l’Equipe aveva pubblicato la performance in termini di ascolti del big match tra Al Hilal e Al Ittihad: la partita aveva attirato appena 5000 spettatori (0,2% di share costituito da uomini di età compresa tra i 25 e i 49 anni) su Canal+ Foot, uno dei principali canali francesi dedicati al calcio.

Tradotto, il campionato saudita ha subito perdite importanti dal punti di vista economico ed ha portato i vertici della Federcalcio ad optare ad un cambio di strategia in questo 2024.

Il cambio di strategia

Il fondo Pif, che possiede le quattro squadre principali di Saudi Pro League, non ha ovviamente esaurito la propria disponibilità economica, ma ha capito che non ci sono le condizioni affinché questo ingenti investimenti potessero fruttare. Un prima conferma di questo cambio è arrivata lo scorso gennaio, quando nessun calciatore di prima fascia si è trasferito in Arabia Saudita.

Il focus dei vertici del calcio saudita è quello di ridurre le perdite, in modo da costruire un calciomercato più sostenibile. Ciò non significa che non assisteremo più ad acquisti faraonici – l’Al Ittihad sta per versare 60 milioni per Diaby dell’Aston Villa -, ma difficilmente i club sauditi replicheranno quanto avvenuto lo scorso anno.

A metà luglio del 2023, i quattro club del fondo Pif avevano investito già oltre 200 milioni di euro. Ad oggi, Al Ahli e Al Hilal non hanno effettuato acquisti, mentre Al Ittihad e Al Nassr hanno speso rispettivamente 20 e 18 milioni di euro (a cui si aggiungeranno però i quasi 60 milioni di Diaby). Numeri nettamente in calo rispetto allo scorso mercato estivo.

Aouar con la maglia dell'Al Ittihad
Aouar con la maglia dell’Al Ittihad

Giovani talenti e parametri zero

L’Arabia Saudita non ha comunque smesso di attirare l’attenzione dei giocatori europei. La Saudi Pro League vuole iniziare a generare entrate e consolidare lo status raggiunto, confermando i calciatori acquistati la scorsa stagione. Esempio lampante è il muro dell’Al Ittihad per Kanté.

Inoltre, rispetto alla scorsa estate sono aumentati anche gli acquisti a parametro zero: basti pensare che l’Al Qadsiah, non tra i club di prima fascia, è riuscita a mettere le mani su Nacho, Nandez e Casteels.

Lo stesso Al Qadsiah starebbe lavorando per acquistare Equi Fernandez, centrocampista classe 2002 del Boca Juniors e uno dei migliori talenti del calcio argentino. I club arabi dunque non sembrerebbero più voler puntare su campioni già affermati, ma su giovani talenti da far crescere e da lanciare nel panorama internazionale.

L’Al Nassr ha acquistato il portiere 25enne Bento, ex obiettivo di mercato dell’Inter, mentre l’Al Ittihad ha messo nel mirino il classe 2004 Oliveras dalla Roma dopo l’affare Aouar. Offerte come quelle arrivate al Liverpool per Salah di 200 milioni di euro sembrano essere un lontano ricordo: il progetto Saudi Pro League è cambiato drasticamente.