Il Pescara rappresenta senza ombra di dubbio uno dei club più prestigiosi della storia del calcio italiano. Fondato nel 1936, in poco meno di un secolo di vita ha militato nelle più importanti categorie, tra cui anche e soprattutto in Serie A. Il club abruzzese si è sempre distinto per aver raggiunto imprese e traguardi di spessore e aver rivoluzionato alcuni aspetti del calcio italiano. Andiamo, quindi, a scoprire insieme la storia del Pescara, ricordando anche i grandi nomi che sono passati per la città abruzzese.
La fondazione e la mano di D’Annunzio
Le origini del club risalgono al 1920, quando nacquero due squadre: la Vigor, composta da giovani del comune di Pescara, e l’Edera, nata invece a Castellammare Adriatico. Quando iniziarono a prendere il via i primi Campionati Abruzzesi, le due squadre assunsero rispettivamente i nomi di Ursus e Aternum. Proprio da queste due, nacque poi il primo nucleo del Pescara che conosciamo oggi. Nel 1927, infatti, un certo Gabriele D’Annunzio, che amava in maniera particolare il calcio, propose di unire Pescara e Castellammare e di istituire la Provincia di Pescara. Si unirono, dunque, anche le due squadre sotto il nome di Tito Acerbo.
La Tito Acerbo, però, non ebbe una lunga vita e nel 1930 venne fondata la S.S. Abruzzo, che si divise poi in Abruzzo A e Abruzzo B. Questa squadra, che faceva forza sul settore giovanile del luogo, diede poi nascita all’AS Pescara, che dopo poco dovette sciogliersi a causa di problemi economici. Il 4 luglio del 1936, però, rinacque definitivamente, sempre sotto il nome di Associazione Sportiva Pescara, grazie a Angelo Vetta e a questa data risale la vera e propria fondazione del club che conosciamo tutt’oggi.
I primi decenni
L’AS Pescara fu iscritta al campionato di prima divisione, ma riuscì subito ad agguantare la promozione in Serie C. Dopo qualche anno nella terza divisione italiana, poi, nella stagione 1940-1941, sotto la guida di Pizziolo, campione del mondo con l’Italia nel 1934, la squadra riuscì a raggiungere un traguardo molto importante, ossia la prima promozione in Serie B. La storia del club prese un’altra rotta allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, quando continuò a giocare, ma nel Campionato Abruzzese, istituito proprio per far fronte alle vicende storiche che stavano sconvolgendo l’Italia e il mondo intero.
Al termine del conflitto, poi, il Pescara prese parte ad un campionato misto tra Serie A e Serie B, per poi, dopo qualche anno, giocare nuovamente in Serie B. Negli anni successivi al 1948-1949, però, si scrisse un periodo buio per la storia del club, visto che, dopo alcune retrocessioni consecutive, approdò in Promozione. Tre anni dopo, la squadra riuscì a risalire in Serie D, ma per quasi un decennio mancò la promozione in C, che giunse invece nel 1957-1958. Nel 1971-1972, però, tornò nella quarta divisione italiana.
La prima promozione in Serie A
Dopo questo periodo non brillante e altalenante si aprì una parentesi storica per il Pescara. A partire dal 1972-1973, a solo un anno dalla retrocessione in Serie D, infatti, la squadra centrò ben due promozioni consecutive, tornando nella serie cadetta a parecchi anni di distanza. La svolta, però, fondamentale avvenne due stagioni dopo quando, con in panchina Giancarlo Cadè, i biancazzurri si giocarono la promozione in Serie A in uno spareggio con Cagliari e Atalanta, dove terminarono al secondo posto, che garantì l’accesso alla massima serie italiana. Il primo anno in Serie A non fu dei migliori visto che al termine dell’annata il Pescara retrocesse.
In ogni caso, la squadra non si perse d’animo e tornò subito in A guidata dal tecnico Antonio Angelillo. Anche in questo caso, l’avventura nella massima serie durò poco e i biancazzurri tornarono subito in B, per poi retrocedere nuovamente in Serie C1. Questi anni furono caratterizzati anche da parecchi cambi di presidenza, prima con l’arrivo di Attilio Taraborrelli, poi con quello di Gianni Capacchietti e, infine, con quello di Vincenzo Marinelli.
Le rivoluzioni di Catuzzi e Galeone
A un anno dalla retrocessione, nel 1982-1983, fece il ritorno in panchina Tom Rosati, già autore della promozione in Serie B nel 1972-1973, il quale riportò il club nella serie cadetta. A questo punto approdò in panchina uno degli storici allenatori dei biancazzurri, Enrico Catuzzi, che portò a Pescara il suo gioco innovativo, caratterizzato dagli schemi a zona. Negli anni di Catuzzi la squadra militò in Serie B anche se sfiorò la retrocessione nel 1985-1986, quando a salvarli fu il fallimento del Palermo.
Nel 1986-1987, subentrò Giovanni Galeone alla guida della squadra, il quale proseguì l’opera di innovazione iniziata da Catuzzi, portando il suo 4-3-3 a zona, che stupì il panorama calcistico del momento, tanto che il suo gioco divertente e offensivo ottenne l’appellativo di Calcio-Champagne. Al termine dell’annata il Pescara agguantò la promozione in Serie A e, per la prima volta, riuscì a mantenere la categoria. Nel 1988-1989, però, retrocesse nuovamente in B, salvo poi fare ritorno nella massima Serie due anni dopo. Anche in questo caso l’avventura durò poco e solo un anno dopo dovettero abbandonare la Serie A.
I primi anni del nuovo millennio e il fallimento
I primi anni 2000 non sorrisero in maniera particolare al Pescara, che non riuscì più ad ottenere gli importanti traguardi messi a segno nelle annate precedenti. Nel 2000-2001, infatti, retrocesse in Serie C, dopo 18 anni, e nelle annate successive alternò alcune stagioni in Serie B e altre nella terza divisione italiana. In questo periodo, in ogni caso, passano per la panchina dei biancazzurri alcuni allenatori da ricordare come Maurizio Sarri e Luigi De Rosa, il quale fu uno dei giocatori che contribuirono alla promozione in Serie A con Galeone.
Alle questioni sportive, però, si affiancarono anche quelle societarie, visto che il club cambiò più volte presidenza e, allo stesso tempo, iniziò a trascinarsi alcuni importanti problemi economici. Nel 2007 si ebbero i primi sentori di fallimento e, successivamente la società venne messa in vendita, ma la situazione non variò e il 19 dicembre del 2008 il Tribunale dichiarò il fallimento.
La rinascita: da Di Francesco a Zeman
A salvare la società fu Giuseppe De Cecco, coadiuvato da Deborah Caldora, la figlia del presidente che centrò la prima storica promozione in Serie A e la squadra riuscì a centrare la salvezza in Serie C al termine della turbolenta annata. Da questo momento, inoltre, iniziò la rinascita del club e in panchina approdò Eusebio Di Francesco che subito, nel 2009-2010, ottenne la promozione in Serie B. Dopo una buona stagione nella serie cadetta, subentrò alla guida della squadra il mister Zdenek Zeman, capace di portare la storica giostra di Zemanlandia tra le fila dei delfini.
Il boemo riportò il Pescara in Serie A, costruendo una squadra con un alto livello di gioco e potendo contare su giocatori del calibro di Lorenzo Insigne, Ciro Immobile e Marco Verratti. Durante questa stagione, più precisamente il 28 novembre del 2011, Daniele Sebastiani assunse la carica di presidente del club, che detiene ancora oggi.
L’ultimo decennio
Nonostante il grande entusiasmo creato attorno alla promozione, l’anno successivo, con Stroppa in panchina, i biancazzurri non riuscirono a confermare il loro posto in Serie A, anche a causa dei tanti addii in estate. Negli anni tra il 2012 e il 2015, il Pescara disputò alcune buone annate in Serie B, pur non riuscendo ad agguantare la promozione, che invece arrivò nella stagione 2015-2016, con Massimo Oddo alla guida. Anche in questo caso, la permanenza della squadra nella massima Serie durò solo un anno e nel 2016-2017 tornò in B. Dopo tre annate in cui militò nella serie cadetta, infine, nel 2020-2021 il Pescara retrocesse in Serie C dopo ben 11 anni dall’ultima volta.
I grandi ex, tra settore giovanile e colpi di mercato
Dal Pescara sono passati grandi giocatori, che hanno contribuito, in periodi differenti, ai traguardi importanti messi a segno dal club. Alcuni di loro sono cresciuti nelle giovanili, per poi approdare in prima squadra. Tra questi ricordiamo, ad esempio, Morgan De Sanctis, ex giocatore di Napoli e Roma tra le altre, che approdò in prima squadra nel 1994 e vi rimase fino al 1997. Un altro giocatore proveniente dal vivaio del club abruzzese è Marco Verratti, il quale nel 2011-2012 contribuì, peraltro, in maniera significativa alla promozione in Serie A, prima di essere ceduto al PSG, dove si trova tutt’ora. Infine, anche Lucas Torreira proviene dal settore giovanile del Pescara, da cui venne acquistato per rinforzare la primavera, salvo approdare ben presto in prima squadra e diventare uno dei protagonisti della promozione più recente nella massima serie, ossia quella del 2015/2016.
Ci sono, poi, altri giocatori importanti, che sono passati e sono stati lanciati dal Pescara. Tra questi possiamo citare Lorenzo Insigne e Ciro Immobile, che, insieme a Marco Verratti, trascinarono il Pescara di Zeman in Serie A. Insigne, Immobile e Verratti, peraltro, sono diventati ormai dei pilastri della Nazionale italiana, con cui si sono laureati campioni d’Europa la scorsa estate. Un altro interprete della squadra vittoriosa ad Euro 2020 è Bryan Cristante, passato anche lui per il club biancazzurro nel 2016/2017. Tra gli altri nomi importanti che hanno vestito questa maglia possiamo ricordare Mattia Perin, Cristiano Biraghi e Matteo Politano.
La rampa di lancio di grandi allenatori
Oltre ad aver mostrato al mondo grandi giocatori, il Pescara è stato una rampa di lancio anche per allenatori importanti, che hanno trovato nell’ambiente del club biancazzurro il luogo ideale per poter esprimere e far sbocciare le loro idee innovative di calcio. Tra questi ricordiamo, ovviamente, i già citati Enrico Catuzzi e Giovanni Galeone, che hanno stupito tutta Italia con il loro calcio spettacolare. Da Galeone, peraltro, prendono spunto alcuni tecnici attuali di Serie A, come Gianpiero Gasperini, e Massimiliano Allegri, che giocarono entrambi nel Pescara allenati da Galeone.
Negli ultimi decenni, poi, altri importanti tecnici sono passati per la squadra abruzzese e tra questi possiamo ricordare Maurizio Sarri e Eusebio Di Francesco, già citati in precedenza, e Marco Giampaolo, oltre ovviamente a Zdenek Zeman. Insomma, non si può dire che il Pescara non abbia potuto contare su grandi nomi nella sua lunga storia. Una storia lunga e ricca di passione, con una tifoseria molto legata alla tradizione e speranzosa per il futuro.