Andrij Shevchenko, ex giocatore del Milan nonché commissario tecnico della nazionale ucraina per diversi anni, ha parlato nuovamente del conflitto tra Russia e Ucraina. Queste le sue parole riportate su La Repubblica: “Per me il calcio non esiste più. Le città sono sotto assedio, la gente vive nei rifugi sotto terra, anche i bambini. Mia zia è rimasta sotto terra per quattro giorni senza mai uscire. Mia madre abita invece vicino ad un aeroporto bombardato dai russi. Alle 4 di mattina mi ha chiamato e mi ha detto che la casa tremava”.
Poi Schevchenko prosegue l’intervista esprimendo la propria opinione sulla guerra: “Le parole non bastano a descrivere la situazione. Abbiamo bisogno di aiuti concreti, di medicine. Questo è uno dei momenti più difficili della storia dell’Ucraina: ringrazio chi ha già fatto qualcosa ma serve ancora aiuto. Putin è un assassino. Per ora siamo noi il bersaglio perché siamo al confine con loro, ma poi? Chi sarà il prossimo?”.