La storia della Juventus è piena di giocatori che hanno portato i bianconeri a numerosi successi: da Platini a Del Piero, da Trezeguet a Buffon. Tutti questi grandi leggende hanno contribuito a portare al successo il club piemontese. Tuttavia, hanno vestito la maglia della Juventus anche giocatori che in bianconero non sono riusciti a mostrare le proprie capacità, rendendo in altri club dove si sono affermati assoluti campioni.
Van der Sar, via dopo due anni
Partiremo oggi proprio dalla porta. Nel 1999 la Juventus acquistò un giovanissimo olandese che si era dimostrato molto abile nelle stagioni precedenti tra i pali dell’Ajax. Il suo nome è Edwin Van der Sar. L’estremo difensore venne portato a Torino per la cifra che ad oggi equivale a quasi 9 milioni di euro, 17 milioni di lire per l’esattezza. Su di lui la pressione è da subito notevole visto che Van der Sar è il primo portiere straniero a difendere la porta bianconera. Su di lui ci sono grandissime aspettative dato che nel proprio Paese si era reso protagonista di notevoli prestazioni al di fuori del comune. Inoltre, l’olandese dovette fare i conti con un confronto pesante dopo l’addio di Peruzzi ai piemontesi.
Nel corso della sua prima stagione, Van der Sar verrà schierato titolare sin da subito da Carlo Ancelotti, subentrato appena una stagione prima a Marcello Lippi, che aveva dato le dimissioni. L’avventura del portiere olandese a Torino non fu subito brillante. Probabilmente, le difficoltà trovate nel calcio italiano, oltre all’ambientamento extra campo che in realtà non avvenne mai, lo portarono a delle prestazioni piuttosto scadenti. La dirigenza decise però di attendere l’ex Ajax visto il prezzo del cartellino che venne a costare alla Juventus e la sua giovane età. Anche l’anno dopo però non riuscì ad entrare in condizione, così lasciò Torino per andare in Inghilterra, al Fulham, lasciando il posto tra i pali a Gianluigi Buffon, giovane portiere del Parma.
Anche in Inghilterra però ebbe le sue difficoltà. Non furono brillanti le prime stagioni col Fulham salvo poi esplodere definitivamente e attirare l’attenzione del Manchester United, che lo acquisterà nel 2005. Con la maglia dei Red Devils riuscì infatti a vincere i trofei più importanti: quattro Premier League, due Champions League e un Mondiale per club nel suo palmares. Van der Sar è uno dei portieri che ha rivoluzionato il ruolo di estremo difensore, riuscendo a conquistare i palcoscenici più importanti per diversi anni.
Henry, bomber assente
Nella sessione invernale 1999 di calciomercato, la Juventus acquistò un promettentissimo attaccante dal Monaco. Si trattava di Thierry Henry, centravanti francese che con la squadra del principato aveva colpito tutti, realizzando 20 gol in partite ufficiali. L’attaccante era un giovane centravanti con particolari doti per quanto riguarda la finalizzazione dell’azione. La Juventus lo acquistò in un periodo in cui gli attaccanti, lì davanti, non mancavano, ma lui riuscì comunque a ritagliarsi un po’ di spazio. La dirigenza intendeva farlo crescere per farlo diventare il futuro centravanti del club.
Eppure, dopo appena mezza stagione a Torino, si decise di dar via l’attaccante a causa del suo scarsissimo rendimento in campo. Giocò appena 13 partite con la maglia della Juventus, mettendo a segno solamente tre reti. Venne ceduto all’Arsenal a titolo definitivo già in estate, con la consapevolezza che l’attaccante non sarebbe stato in grado di sbocciare e mantenere le aspettative. Con la maglia dei Gunners invece, Henry riuscì a stupire tutti, dimostrandosi uno dei migliori marcatori della storia del club londinese. In 254 presenze realizzò 174 reti, numeri da capogiro. Restò a Londra fino al 2007, alzando al cielo ben due campionati inglesi e diverse coppe nazionali. Al Barcellona riuscì invece a vincere invece due campionati spagnoli, una Champions League nel 2009 e un Mondiale per club nel medesimo anno.
Diego, passato da campione
Questa volta, tratteremo di un giocatore che ha avuto l’esito inverso, ovvero di un buon passato e di un futuro più complicato. Il calciatore in questione è Diego, centrocampista che la Juventus acquistò dal Werder Brema. A differenza degli altri grandi di cui abbiamo parlato poc’anzi, il brasiliano ha ottenuto il suo massimo con la maglia dei tedeschi in Bundesliga: dal 2006 al 2009 metterà a segno 84 presenze e 38 reti, mettendo in mostra tutto il suo talento e conquistando così, con tanto sudore, la maglia bianconera.
Diego è un centrocampista molto offensivo, un trequartista che, all’occorrenza, è in grado di fare anche la seconda punta al fianco di un attaccante di ruolo. Nell’estate del 2009 la Juventus lo acquistò per dare alla squadra delle geometrie che erano venute a mancare nelle stagioni passate. Il brasiliano però non è riuscito a dimostrare quanto fatto con la maglia del Werder Brema e verrà ceduto dopo appena una stagione al Wolsfburg che lo darà in prestito in giro per l’Europa finché non ritroverà, solo in parte, la sua dimensione in Brasile.
Anelka, campione d’Italia con due presenze
Uno dei giocatori che più deluse dopo l’arrivo in bianconero è Nicolas Anelka. L’attaccante francese aveva alle sue spalle una grandissima carriera avendo giocato in club del blasone di Real Madrid, Arsenal, PSG, Liverpool, Manchester City e Chelsea. Il francese arrivò a Torino nel gennaio del 2013 per dare una mano all’attacco di Antonio Conte. Nonostante non fosse più nel momento migliore della sua carriera, da lui ci si aspettava almeno un buon supporto ma così non fu. Al termine della stagione Anelka vinse sì lo scudetto ma scendendo in campo solamente in due occasioni. Non si vide assolutamente quel suo istinto da predatore che lo aveva contraddistinto ai tempi del Chelsea.
Immobile, mai una chance
Ciro Immobile è stato invece uno dei più grandi rimpianti della Juventus negli ultimi decenni. Un attaccante fenomenale, che fin dalla Primavera aveva dimostrato tutto il proprio valore vincendo persino il rinomatissimo Torneo di Viareggio. L’attaccante di Torre Annunziata venne acquistato nell’ormai lontano 2007 dai bianconeri, con l’obiettivo di farlo crescere per portarlo così in prima squadra. Dopo alcuni anni nelle giovanili, fino ad arrivare alla Primavera, verrà dato in prestito in Serie B per permettergli di farsi le ossa, termine usato forse fin troppo spesso. Nonostante la grandissima stagione con il Pescara, che riuscirà ad essere promosso in Serie A, nell’estate del 2012 viene ceduto a titolo definitivo al Genoa.
Forse la grande delusione non gli ha permesso per alcuni anni di esprimersi al meglio, passando anche al Torino, al Borussia Dortmund, al Siviglia, fino ad arrivare alla Lazio, dove Immobile ha trovato la sua dimensione. La gente che ha puntato tanto su di lui gli ha permesso di ritrovarsi, tornando ad essere quel bomber d’area che si era visto nella Juventus Primavera e nel campionato cadetto.