Il torneo di Wimbledon è considerato da tanti appassionati di tennis il più affascinante della stagione, vuoi per la grande storia che ha alle spalle, vuoi per l’eleganza che da sempre lo contraddistingue, è uno dei veri e propri simboli di questo sport. Lo slam londinese, inoltre, è spesso anche teatro di favole sportive, o comunque vittorie speciali, che regalano emozioni e che restano impresse nella mente degli spettatori. Una di queste risale al 2004, quando un’appena diciasettenne atleta russa di nome Maria Sharapova si afferma nel tennis dei grandi sorprendendo in finale la detentrice del titolo, Serena Williams, che di Wimbledon ha fatto la sua seconda casa. Oggi Masha è una dei volti più noti del tennis, ha segnato tappe importanti nel tennis degli ultimi 20 anni, riuscendo a completare, tra l’altro, il Career Grande Slam. Andiamo quindi a rivivere il torneo dove tutto è iniziato.
2004, Maria Sharapova: una baby promessa
Nonostante quasi nessuno, nel 2004, ipotizzi che la giovanissima Maria Sharapova possa vincere Wimbledon, la russa è sicuramente da un po’ di tempo uno dei volti nuovi da tenere d’occhio. Già nel 2003, infatti, figura bene all’appuntamento con il terzo slam dell’anno, tanto che riesce a raggiungere gli ottavi di finale. A fine anno entra anche tra le migliori 50 del ranking mondiale e si guadagna il premio come Newcomer of the year dalla WTA.
L’inizio del 2004, invece, non è dei più entusiasmanti per una tennista che punta ad arrivare ai massimi livelli e molto spesso la Sharapova si ferma davanti ai primi ostacoli sul suo cammino nei tornei. Al Roland Garros, però, la musica inizia a cambiare e Masha raggiunge i quarti di finale, per poi alzare ancora di più il suo livello nella stagione sull’erba, vincendo anche il torneo di Birmingham. Al torneo di Wimbledon, quindi, la diciasettenne si presenta con ottime sensazioni e da numero 13 del seeding.
Wimbledon 2004, un inizio agevole per Maria Sharapova
I primi turni a Wimbledon 2004 non creano troppe difficoltà a Maria Sharapova. L’esordio avviene contro Yiliya Beygelzmeier, tennista ucraina che viene spazzata via da Masha con un netto 6-2 6-1. Nessun problema nemmeno al secondo turno per la russa che si trova di fronte la wild card Anne Keothavong e vince il primo set per 6-4, per poi rifilarle un bagel nel secondo parziale.
Il terzo turno sulla carta presenta qualche difficoltà in più per la Sharapova che deve affrontare Daniela Hantuchova, ex numero 5 del mondo. I game che lascia all’avversaria sono sempre, però, 4 e Masha approda agli ottavi con un 6-3 6-1. A questo punto la russa si trova di fronte Amy Frazier, che ha battuto precedentemente la testa di serie numero 2, e connazionale della Sharapova, Anastasija Myskina. La diciasettenne supera anche questo ostacolo per 6-4 7-5, entrando nelle ultime 8 del torneo.
Wimbledon 2004, quarti e semifinale: i primi ostacoli per la Sharapova
Arrivata ai quarti di finale Maria Sharapova inizia a incontrare i primi veri ostacoli del torneo. Ad aspettarla c’è la testa di serie numero 11 del torneo, Ai Sugiyama. Dopo un primo parziale combattuto, a portarsi avanti nel conto dei set è proprio la giapponese, per 7-5, e per la prima volta dall’inizio del torneo la russa si ritrova a dover rincorrere. Le due tenniste continuano a lottare e a darsi battaglia e anche il secondo set termina 7-5, questa volta, però, a favore di Masha. A questo punto il match diventa a senso unico e la diciasettenne chiude l’incontro per 6-1 nel terzo parziale, approdando così al penultimo atto di Wimbledon.
In semifinale la Sharapova si trova di fronte l’ex numero uno del mondo Lindsay Davenport, che parte meglio e vince il primo set per 6-2, contando soprattutto sulla maggiore esperienza e abitudine a palcoscenici di quel tipo. La russa, in ogni caso, non è tipo da mollare e si riprende subito iniziando a dare del filo da torcere all’avversaria e portando il secondo set al tie break, che riesce anche a vincere per 7-5. Come accaduto anche ai quarti, in questo momento la partita si svolta totalmente e, nuovamente con un 6-1 nel terzo set, Maria Sharapova raggiunge la sua prima finale slam.
Wimbledon 2004, Sharapova-Williams: a star is born
La finale di Wimbledon è alle porte: la testa di serie numero 1 e due volte detentrice del titolo Serena Williams si ritrova a dover affrontare la diciasettenne Maria Sharapova, l’ultimo ostacolo verso la riconferma. Una giocatrice già ampiamente affermata all’interno del tennis femminile contro un volto nuovo che, a sorpresa, si contende già uno dei trofei più ambiti, se non il più ambito. Una tennista che ha fatto della potenza e della forza fisica le sue migliori armi, rivoluzionando anche in parte il mondo del tennis, contro una ragazza esile, che riesce però ad essere comunque potente da fondo campo e che è soprattutto dotata una combattività e una tenacia non comuni. Neanche a dirlo, i favori dei pronostici sono tutti per la statunitense e tanti già pregustano la tripletta personale a Wimbledon, dopo i successi del 2002 e del 2003.
La Sharapova, però, non è d’accordo e fin da subito dimostra di non voler essere una comparsa, ma la protagonista, mettendo subito pressione alla Williams e sorprendendola anche in parte, visto che si aggiudica il primo set con un netto 6-1. La statunitense prova a non scomporsi e a giocarsela nel secondo parziale, ma, nonostante sia più combattuto rispetto al primo, la musica non cambia e, dopo il punto del definitivo 6-4, Maria Sharapova cade in ginocchio per la gioia: è lei la nuova regina di Wimbledon. Una vittoria storica, quella di Masha, che diventa la prima russa a vincere lo slam londinese, oltre che la terza più giovane di sempre, dopo Lottie Dod e Martina Hingis.
“A star is born”, Masha alza al cielo il trofeo intorno a tifosi e appassionati di tennis, consapevoli che è solo l’inizio e che quella ragazzina bionda in futuro alzerà ancora trofei di questa importanza. Hanno, infatti, ragione, anche se ancora non sanno che non li alzerà più sull’erba londinese. Questo, infatti, è il primo ma anche l’unico successo della Sharapova a Wimbledon, dove disputerà solo un’altra finale, nel 2011, che perderà contro Petra Kvitova.
Sharapova-Williams, l’inizio di una rivalità… fuori dal campo
La vittoria di Maria Sharapova a Wimbledon dà anche il via ad una delle più importanti rivalità del panorama tennistico femminile del nuovo millennio, quella contro Serena Williams, cominciata in realtà già al Master di Miami dello stesso anno, dove era stata la più grande delle due a vincere la partita. Dopo la vittoria della russa nello slam londinese, le due si trovano nuovamente una di fronte all’altra all’ultimo atto delle Finals di fine anno. Nonostante il primo set se lo aggiudichi la statunitense per 6-4, Masha riesce ad aggiudicarsi l’incontro con un 6-2 6-4, complice forse anche qualche problema fisico dell’avversaria, vincendo, così, il secondo trofeo importante e garantendosi il titolo di migliore giocatrice dell’anno da parte della WTA.
L’anno seguente le due si affrontano in semifinale all’Australian Open e a portare a casa la vittoria è la Williams per 2-6 7-5 8-6, dopo che la russa non riesce a sfruttare ben 3 match point. Questa occasione mancata, che in quel momento sembra non pesare troppo nella carriera della Sharapova, in realtà si rivela cruciale, visto che non riesce più a sconfiggere la statunitense. 20-2 il pesantissimo parziale negli scontri diretti tra le due tenniste, che di fatto non creano, quindi, una rivalità da questo punto di vista, anche se, come immagine e risultati, restano le due tenniste simbolo delle prime decadi degli anni 2000, così differenti tra loro, ma entrambe lottatrici nate con la mentalità vincente.
Il rapporto tra la Sharapova e la Williams negli anni si incrina, tanto che entrambe arrivano ad ammettere di non essere amiche. La russa, in particolare, attribuisce questo fatto proprio alla finale di Wimbledon del 2004, come afferma nella sua biografia: “Credo che Serena mi abbia odiata per essere stata la ragazzina che l’ha sconfitta contro tutti i pronostici, ma ancora di più per averla sentita piangere negli spogliatoi in quel modo (al termine del match ndr). Chissà, forse un giorno, quando tutto questo sarà nel passato, potremmo anche diventare amiche”.
La rivalità e l’inimicizia, però, non sfociano mai in una mancanza di rispetto dell’una verso l’altra, come dimostra anche Serena Williams nel 2016 quando la Sharapova annuncia la positività al test anti doping: “Sono scioccata e sorpresa, ma ha avuto coraggio nell’assumersi le sue responsabilità e ha mostrato, anche in questa situazione, cuore e coraggio, come ha sempre avuto in campo. Mi auguro il meglio per lei”. Parole importanti e controcorrente rispetto alle tante altre tenniste che scelgono di attaccare, invece, in maniera dura Masha, andando addirittura a mettere in dubbio le sue tante vittorie.