Il calcio non è solo un gioco. Sarebbe riduttivo etichettare lo sport più seguito al mondo come una partita (o una competizione) in un cui undici ragazzi cercano di segnare un gol in più rispetto agli avversari. Naturalmente agli atti rimane il palmarés, ovvero il numero di competizioni vinte da una squadra.
Però, a voler allargare la visione, altrettanta importanza meritano i singoli gesti tecnici. Imprese di un singolo indimenticabili e imperiture, destinate a rimanere scolpite nella mente degli appassionati. Azioni che possono ricondurre il calcio ad arte. Il mondo della Serie A, specie a cavallo del Terzo Millennio, abbonda di giocatori in grado di mandare in visibilio i tifosi.
Uno dei essi è Roberto Baggio, soprannominato il Divin Codino, da molti ritenuto il miglior giocatore italiano di tutti i tempi. Ha militato nelle squadre più gloriose in Serie A, quali Juventus, Milan e Inter. La sua carriera è stata spessa condizionata dagli infortuni che ne hanno, in parte, pregiudicato il rendimento. Ma le sue magie sono rimaste nella storia, come quella fu in grado di eseguire con la maglia del Brescia nella partita del Delle Alpi, il 1° aprile 2001.

Juventus-Brescia 1-1, Pirlo e Baggio fermano Ancelotti
Il contesto è il campionato di Serie A 2000/01. La Juventus allenata da Carlo Ancelotti, attuale tecnico del Real Madrid, è reduce dalla batosta dell’annata precedente. Sotto l’acqua di Perugia, i ragazzi di Carletto hanno perso la volata scudetto all’ultima giornata a favore della Lazio. Guidati da Zidane e Del Piero, i bianconeri contendono questa volta il tricolore alla Roma, agli ordini di Fabio Capello.
Il cammino della Vecchia Signora però, pecca di continuità, soprattutto nel girone d’andata e la Roma riesce a prendere il largo con sei punti di vantaggio sui bianconeri. La rimonta della Juventus però è rabbiosa e la squadra di Ancelotti inanella cinque successi di fila, fino alla sfida contro la Lazio, dove Madama soccombe per 4-1.

Nell’appuntamento successivo, la Juventus affronta il Brescia, che si attesta nei bassifondi della classifica, alla ricerca di preziosissimi punti salvezza. Le Rondinelle sono allenate dal simbolo Carlo Mazzone, alla prima stagione sulla panchina dei lombardi. A dispetto della posizione in classifica, quella squadra può definirsi comunque temibile, davanti l’enorme tecnica di cui dispone.
Roberto Baggio è il capitano e leader carismatico di quel Brescia. È stato Carlo Mazzone in persona a chiamarlo per chiedergli di accettare l’offerta delle Rondinelle. Il Divin Codino, a 33 anni e desideroso di giocarsi un posto per il Mondiale 2002, accetta la proposta di Sor Carletto e si accasa ai lombardi.
Oltre al Divin Codino, il Brescia può vantare altri elementi di spessore quali Dario Hubner, Filippo Galli e un giovane talento in rampa di lancio, futuro centrocampista della Juventus, Andrea Pirlo. Proprio quest’ultimo, bresciano di nascita, colpisce particolarmente Mazzone. Sor Carletto ha l’intuizione di arretrarlo di qualche metro, togliendolo così dalla vecchia posizione di trequartista per piazzarlo davanti alla difesa.
L’incontro fra le due squadre è in programma al Delle Alpi, casa della Juventus, il 1° aprile del 2001. Con una vittoria, i bianconeri possono mettere pressione alla Roma, portandosi a soli 3 punti dai Capitolini. Al contrario, il Brescia di Baggio ha il solo compito di provare a resistere all’impeto della squadra di casa e tentare di restare in vita per più tempo possibile.

È subito la Vecchia Signora a prendere in mano la sfida, aggredendo alta e accampandosi nella metà campo avversaria. Il Brescia si difende con ordine e tenta di colpire in contropiede. Del Piero, bandiera della Juventus, coglie il palo su punizione, mentre Baggio impegna Van der Sar. La squadra di Ancelotti continua ad attaccare e, dopo un’occasione per Zidane, trova il vantaggio alla mezz’ora.
Angolo di Del Piero, palla che termina al limite dell’area. Zambrotta controlla e spara un gran destro che termina nell’angolino basso alla sinistra di Srnicek. Con il risultato di 1-0 si va a riposo. I padroni di casa rientrano in campo per difendere il vantaggio e cercare il raddoppio che chiuderebbe la sfida. La Juventus va più volte vicino al 2-0 ma non riesce a siglare il gol della sicurezza.

Così, un Brescia mai domo arriva ancora in piedi al minuto 86. Pirlo addomestica un pallone a centrocampo, alzo lo sguardo e disegna una parabola di quaranta metri con il contagiri, un’azione che gli vedremo compiere parecchie volte negli anni successivi. Palla perfetta, all’indirizzo di Baggio, scattato in posizione regolare.
Il Divin Codino guarda la palla, quasi ammaliato dalla bellezza del lancio di Pirlo, ma non la porta. Quella sa benissimo dov’è. E sa anche l’esatta posizione di Van der Sar, in quel momento piombato praticamente addosso al numero 10. A Baggio basta un tocco, morbidissimo, con il destro per spostare la sfera dalla disponibilità del portiere della Juventus, saltarlo e depositare nella porta sguarnita. È la rete del definitivo 1-1.
Un gol clamoroso, tanto bello quanto pesante. Per Baggio, per il Brescia ma anche per la Juventus. Una sfida che pareva indirizzata, si risolve nell’ennesima delusione per i bianconeri di Ancelotti. Una rete per molti aspetti decisiva, poiché la Juve chiuderà il campionato a soli 2 punti dalla Roma campione d’Italia. Uno sgarbo compiuto dal Divin Codino all’indirizzo di una sua ex squadra. Un autentica vendetta, mascherata da opera d’arte