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Enrico Cucchi nasceva a Savona il 2 agosto 1965, il calcio per la sua famiglia era impresso nel dna visto che il padre Piero è stato prima calciatore e poi allenatore. Il papà si mise accanto al figlio per farlo crescere seguendo i suoi valori, insegnandogli a lavorare duro e a sacrificarsi per lo sport, facendogli praticare uno stile di vita sano ed equilibrato. Enrico, parallelamente al calcio, proseguiva la sua carriera nello studio frequentando l’istituto per geometri diplomandosi con successo. Il giovane Cucchi aveva talento e avrebbe potuto partire subito forte nel calcio importante ma il padre preferì tenerlo con i piedi per terra facendolo partire dalla serie C2 con il Savona e dopo poco arrivò in Serie A.
L’arrivo all’Inter a diciassette anni

A soli 17 anni, Enrico Cucchi approdava all‘Inter ma per i primi tempi a centrocampo non c’era molto spazio per giocare e dunque rimase a guardare dalla panchina. Nel gennaio del 1985 però, ebbe l’occasione di esordire con la prima squadra nerazzurra mandato in campo dall’allenatore Ilario Castagner. Il 10 aprile dello stesso anno, Enrico passò la sua serata calcisticamente più bella in occasione della partita di Coppa Uefa contro il Real Madrid trascinando l’Inter alla vittoria.
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In campo Cucchi era sinonimo di ordine e disciplina alternati a guizzi di talento non indifferenti. La stagione successiva, il centrocampista di Savona, si guadagnò un posto da titolare nella rosa dell’Inter, collezionando 22 presenze ed un gol. In seguito passò in prestito all’Empoli e alla Fiorentina per poi tornare a Milano per volere di mister Trapattoni con cui diventò un elemento fondamentale della squadra che partecipò alla Coppa dei Campioni.
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Il passaggio al Bari e Ravenna: l’inizio e la fine del calvario
Nella stagione 1990/1991, Enrico Cucchi, si trasferì al sud e passò al Bari sotto la guida dell’allenatore Salvemini e immediatamente venne costretto ad operarsi ad una coscia per via di un neo, considerato pericoloso dai medici del Policlinico del capoluogo pugliese. Dopo questo intervento Enrico tornò in campo con la tenacia che lo aveva sempre contraddistinto perché per lui il calcio, così come lo studio, erano tutto nella vita. Infatti, il giocatore nato a Savona, studiava giurisprudenza all’Università di Bari, voleva diventare procuratore sportivo.

Nella stagione 1993/1994, a Ravenna, Cucchi accusò un forte dolore in corrispondenza degli adduttori e in ospedale scoprì di essere assediato da linfonodi e ghiandole maligne e venne così operato d’urgenza a Milano per poi iniziare il percorso di chemioterapia per evitare che quelle terribili metastasi continuassero a distruggerlo, ma la malattia non accennava a placarsi. Papà Piero, appena seppe della faccenda, rinunciò alla panchina del Potenza per stare vicino al suo amato figlio. Il 4 Marzo 1996, Enrico Cucchi giocò la sua ultima partita con la vita e stavolta, la sua forza e i suoi valori non potevano nulla.