Tra le figure più celebri della grande famiglia rossonera, Carlo Pellegatti ricopre sicuramente un ruolo speciale. Dalla stagione 1983/84, infatti, il giornalista classe 1950 narra le gesta del Milan in maniera leggendaria, quasi fiabesca, trattando i giocatori come eroi, impavidi e pronti ad affrontare qualsiasi avventura. Dei diversi personaggi, alcuni hanno inevitabilmente ispirato il giornalista più di altri: Filippo Alta Tensione Inzaghi, Zlatan WonderIbra Ibrahimovic o Alessandro Tempesta Perfetta Nesta sono solo alcuni dei magici nomignoli apparsi in più di 30 anni di narrazione sportiva.
Nonostante questo, la luce continua a girare, fino ad illuminare l’unico uomo capace di ottenere lo stesso soprannome di Franco Baresi: già, perché anche Paolo Maldini, secondo Pellegatti, poteva considerarsi la panacea di ogni male, ovvero un rimedio universale per qualsiasi avversità esistente. Le nomee aumenteranno nel corso degli anni: acciaio e seta, cuore di drago, il figlio di Cesare Augusto. In occasione dei suoi 54 anni, però, è giusto rendere omaggio a colui che non solo ha rappresentato il Milan da giocatore, ma l’ha fatto risorgere dalle ceneri anche come dirigente. Perciò, per Paolo Maldini nessun soprannome calza meglio del seguente: uno dei fondatori della patria.

Il 19esimo Scudetto del campionato 2021/22, vinto assieme al figlio Daniel Maldini, è stato un bellissimo, seppur anticipato, regalo di compleanno, col quale Paolo vuole dare continuità alla gloriosa storia del club rossonero. D’altronde, come disse lui in un’intervista a DAZN: “La mia carriera da dirigente c’è solamente perché c’è il Milan”.
Il fil rouge, anzi, il fil rouge noir che lega la dinastia Maldini al Milan è destinato a rafforzarsi di anno in anno, con un progetto che lancia dei segnali di crescita sempre più importanti. Giocatori esperti e iconici, come Zlatan Ibrahimovic, Simon Kjaer e Olivier Giroud, assieme a stelle del futuro quali Sandro Tonali, Theo Hernandez e Mike Maignan non potevano che essere riunite da una mente capace di pensare calcio a 360º. La stessa mente che per 902 partite ha compreso quale fosse il peso della maglia rossonera, dipinta coi colori per i quali. è proprio il caso di dirlo, serve dare l’anima al Diavolo. Ben fatto, Paolo, 54 anni portati benissimo.