Sei anni fa, il 28 novembre 2016, il mondo del calcio veniva scombussolato dalla tremenda notizia della scomparsa della Chapecoense. I Furacão do Oeste militavano nel Campeonato Brasileiro. La rosa allenata da Caio Júnior si apprestava a recarsi in Colombia per disputare la finale d’andata della Coppa Sudamericana, alter ego della Coppa Libertadores contro l’Atletico Nacional. I Furacão do Oeste erano reduci dalla doppia semifinale disputata con il San Lorenzo, condotta con successo grazie alla regola dei gol in trasferta. Infatti, dopo l’1-1 maturato in Argentina, all’arena Condá di Chapecó, la Chapecoense aveva resistito strenuamente agli assalti dei Ciclón. Grazie al pareggio a reti bianche, i ragazzi di Caio Júnior avevano guadagnato l’accesso alla finalissima. L’andata in Colombia era prevista per il 30 novembre, mentre il ritorno in terra carioca sarebbe dovuto disputarsi il 7 dicembre.
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La Chapecoense: il volo e la tragedia
La Chapecoense era riuscita in pochi anni a compiere il salto dalla Serie D fino alla finale della Coppa Sudamericana. I Furacão do Oeste si accingevano a preparare la trasferta in Colombia. Il 28 novembre 2016, l’intera squadra assieme allo staff tecnico si imbarcò sul volo LaMia 2933 in partenza dall’aeroporto di Viru Viru e diretto verso Medellín, all’aeroporto Rionegro. Verso le ore 22 il velivolo iniziò la propria discesa verso l’aeroporto colombiano, finché non scomparve dai radar della torre di controllo per poi precipitare sul fianco di una montagna. Dei 77 passeggeri presenti a bordo solo in sei si salvarono, fra cui tre giocatori: Neto, Follmann e Ruschel. Sui social rimase un commovente video postato dalla squadra poco prima della partenza che raffigurava i giocatori sorridenti. A seguito della tragedia, la CONMEBOL, che organizza anche la Coppa Libertadores, assegnò ad honorem la Coppa Sudamericana alla Chapecoense.