Il calcio non è una scienza esatta. È uno sport capace di regalare incredibili emozioni, oltre che clamorosi colpi di scena. Anche quando la situazione (o la partita) sembra indirizzata verso un epilogo chiaro e definito. Può capitare che Davide batta Golia, in maniera inaspettata. È il caso del Cagliari, attualmente allenato da Claudio Ranieri, che il 30 marzo 1994 ribaltava e sconfiggeva l’Inter per 3-2 nella semifinale d’andata di Coppa UEFA.
Cagliari-Inter 3-2, una notte storica per i rossoblù
Il teatro dell’incontro è lo stadio Sant’Elia, nel capoluogo sardo. Alla guida dei rossoblù c’è Bruno Giorgi, subentrato a Luigi Radice. Il percorso in campionato è altalenante e gli isolani navigano a metà classifica, perciò le energie si canalizzano sull’Europa. Il Cagliari è riuscito nell’impresa di eliminare la Juventus di Roberto Baggio, detentrice del titolo, ottenuto due vittorie in due match contro i bianconeri.
Di fronte ai ragazzi di Giorgi, in semifinale arriva l’Inter, reduce anch’essa da un ottimo cammino in Europa. I nerazzurri, dopo l’esonero del maestro Osvaldo Bagnoli, protagonista dello storico scudetto del Verona 1984/85, sono affidati a Gianpiero Marini. Anche la Beneamata, in Serie A non è protagonista di una stagione felicissima. Dopo la prima parte di stagione, in cui si sono contesi la vetta con il Milan, i meneghini hanno mollato la presa, precipitando in classifica.

Il Cagliari, benché fornito di ottimi giocatori quali Matteoli, ex giocatore dell’Inter, Allegri, e Oliveira, appare inferiore rispetto ai nerazzurri. Gli ospiti annoverano tra le proprie file elementi di esperienza come Walter Zenga, Riccardo Ferri, Giuseppe Bergomi e Nicola Berti. A essi si aggiungono i giovani talenti Dennis Berkgamp e Wim Jonk.
Il match, in un Sant’Elia gremito, si mette subito in discesa per la Beneamata. Gli uomini di Marini sbloccano il match al 6′, grazie alla rete di Fontolan, che svetta di testa e spedisce la sfera alle spalle di Fiori, estremo difensore del Cagliari. Dopo il vantaggio, il Biscione subisce la reazione dei padroni di casa, capaci di pareggiare 5 minuti più tardi grazie a Oliveira. Lulù raccoglie un’imbucata di Allegri, si gira in gira e infila Zenga.

Nel secondo tempo, un’Inter decisa torna avanti a seguito di un’azione di contropiede. Al quarto d’ora della ripresa, Manicone converge da destra e serve Sosa in area che di prima intenzione insacca alle spalle di Fiori. Dopo la rete, il Cagliari si riversa in avanti alla ricerca quantomeno del pareggio ma i nerazzurri si difendono con ordine.
Negli ultimi 10 minuti di gara accade l’impensabile. All’81’, Napoli effettua un cross preciso dalla trequarti, trovando a centro area la testa di Antonio Criniti, subentrato ad Allegri, che svetta in mezzo ai difensori dell’Inter e trafigge Zenga. Il Sant’Elia esplode di gioia. Ma non è finita qui. Mancano quattro minuti al termine, quando a seguito di un corner per il Cagliari, Giuseppe Pancaro indovina il diagonale e ribalta la partita.

È il gol decisivo, quello che fissa il risultato sul 3-2. Lo stadio del Cagliari esplode assieme ai giocatori che festeggiano un successo tanto insperato quanto storico. Per l’Inter è una mezza delusione, visto come si era messo il match. Ma la realtà è che l’illusione dei sardi durerà fino alla gara di ritorno.
A San Siro, l’Inter trionferà con un netto 3-0, per poi vincere la finale di Vienna contro il Salisburgo, alzando al cielo la Coppa UEFA. Il Cagliari esce dalla competizione a testa alta, consapevole di aver eliminato i campioni in carica e aver vinto almeno contro i futuri campioni. Ma la favola dei rossoblù è destinata a svanire in poco tempo, quando di lì a poco partiranno tutti i giocatori migliori e per i sardi inizierà un lungo tunnel da cui servirà un decennio per riprendersi.