Come dice un vecchio detto: “Tutti i record sono fatti per essere battuti”. Se fosse altrimenti: sudore, dedizione ed esercizio (nello sport come nella vita) non avrebbero motivo di esistere. Nel mondo del calcio in modo particolare, la volontà di incidere il proprio nome nella pagina dei primati, è una prerogativa che ha accompagnato tutti i più grandi campioni. Gol, assist, vittorie, al servizio della fama e delle…statistiche. Dagli 82 gol di Lionel Messi (in una stagione), alle 191 presenze di Cristiano Ronaldo con il Portogallo, passando per i 9 scudetti consecutivi vinti dalla Juventus. Ma c’è un primato, che appartiene ad una squadra del nostro campionato, invidiato e ammirato in tutta Europa. Un record, che è entrato di diritto nel novero delle migliori narrazioni scritte sul rettangolo verde esattamente 29 anni fa: il 31 ottobre 1993. Parliamo del Milan di Fabio Capello e della sua incredibile striscia di imbattibilità dentro e fuori casa.
Il Milan degli Invincibili
Quella allenata dall’allenatore friulano a partire dal giugno del 1991 è stata una delle formazioni più forti ad aver mai calcato i campi del nostro campionato. Una rosa composta da campioni assoluti, come: Van Basten, Rijkaard, Boban, Maldini, Tassotti, Baresi, Donadoni e Costacurta. Giocatori dal talento e dalle capacità ineccepibili, che hanno fatto del sollevare trofei (e scrivere record) la loro unica ragione di vita sportiva. Non a caso, l’undici rossonero sotto la guida di Capello, viene ancora oggi ricordato come “il Milan degli invincibili”.
Scelto dal presidente Silvio Berlusconi in persona per sostituire Arrigo Sacchi, con il mister classe 46’ in panchina, il club lombardo completa una striscia di 58 partite consecutive senza mai perdere. Dal Milan-Parma di domenica 26 maggio 1991 (ultima partita dell’era Sacchi), fino alla sconfitta proprio contro il Parma del 21 marzo 1993. E in Europa? Dopo un percorso netto di dieci vittorie su dieci partite, il diavolo non riesce a fare altrettanto con l’undicesima: la finale contro il Marsiglia di Goethals, persa per 1-0. Complice, il colpo di testa realizzato da Boli allo scadere del primo tempo, abile nello svettare più in alto di tutti e tarpare le ali delle speranze europee dei rossoneri. Champions a parte, ancora oggi mister Capello non può che ricordare positivamente il suo passato in rossonero, come riportato ai microfoni di GameInsight: “Dopo Sacchi si diceva che la squadra non avesse più voglia di lavorare. Presi in mano questa squadra e diventò la squadra degli ‘Invincibili’. Ci sono dentro 58 partite senza mai perdere. I risultati si ottengono se vieni seguito dalla squadra, se riesci a far capire loro che sei un leader positivo e che li stai portando verso un traguardo. Questo traguardo lo raggiungi solo se si è tutti uniti e convinti della strada che si sta percorrendo”.
La vendetta di Gullit
Se le disfatte contro Parma e Marsiglia avevano messo fino a l’imbattibilità casalinga ed europea dei rossoneri, lo stesso non si può dire per quella in trasferta. Per osservare il Milan perdere un incontro di Serie A lontano da San Siro bisognerà infatti attendere proprio il 31 ottobre 1993. Il diavolo formato nuova stagione (93-94) è però ben diverso da quello uscito sconfitto qualche mese prima in finale di Champions. All’appello mancano in particolar modo i 3 olandesi, zoccolo duro degli Invincibili di Capello. Rijkaard ha infatti acquistato un biglietto di sola andata per Amsterdam (giocherà nell’Ajax), Van Basten è infortunato e non tornerà mai più, mentre Gullit è stato ceduto alla Sampdoria, con tanto di battibecco proprio con Capello. “Con Capello ho avuto qualche discussione, avevamo opinioni diverse e ci siamo scaricati un po’ di parole“ ha confessato anni dopo lo stesso Gullit, come riportato da PianetaMilan. E ancora: “Lui poi ha raccontato questo episodio nello spogliatoio del Real Madrid, invece al Milan nessuno parlava di quello che succedeva nello spogliatoio. E’ una regola del calcio, non deve mai uscire niente di quel che succede negli spogliatoi per essere vincenti. Ci sta che succedano certe cose, si deve litigare, nel calcio non è importante essere amici ma bisogna sempre rispettarsi”.
L’ultimo di ottobre del 93 i rossoneri, che in trasferta non hanno ancora perso, scendono in campo a Marassi per affrontare la sponda blucerchiata di Genova. I padroni di casa schierano: Pagliuca, Mannini, M. Rossi, Vierchowod, Sacchetti, Lombardo, Katanec, Platt, Mancini, Evani e Gullit, mentre gli ospiti scendono in campo con: Ielpo, Panucci, Maldini, Albertini, Costacurta, Baresi, Donadoni, Boban, Laudrup, Savicevic, Simone. Pronti, via e il Milan passa subito in vantaggio con Albertini, il cui destro preciso si infila sotto la traversa difesa da Pagliuca. Poco dopo Laudrup raddoppia per i rossoneri, con un diagonale potente di sinistro. Partita conclusa? Tutt’altro, nel secondo tempo infatti sale in cattedra il grande ex della partita: Ruud Gullit. A inizio ripresa l’olandese sorprende i suoi ex compagni servendo l’assist vincente per Katanec. Roberto Mancini invece, qualche giro d’orologio dopo firma il rigore del pareggio. Ma non è ancora finita, perché Gullit lascia partire un gran destro da fuori area che mette k.o. la sua ex squadra. Ironia della sorte, uno dei protagonisti degli Invincibili del Milan, è stato il principale artefice della sua prima caduta esterna nella Penisola.“Devo tutto al Milan ma la Sampdoria occupa uno spazio speciale nel mio cuore. Alla Sampdoria trovai la libertà di giocare e la felicità perché per le strade potevo girare tranquillamente” ha dichiarato proprio l’olandese sul tanto discusso trasferimento dell’estate del 93’. Il 3-2 del Marssi comunque, non impedirà al diavolo di concludere al primo posto anche quell’annata, mentre la Sampdoria, merito (anche) dello stesso Gullit, concluderà la stagione con un sorprendente terzo posto.
Il primato in bilico
Come anticipato precedentemente: “Tutti i record sono fatti per essere battuti” e seppur quello di Capello sia ancora perfettamente integro, esso ha più volte corso il rischio di essere superato. Ci avrà senz’ombra di dubbio pensato il Porto targato Conceiçao che in Primeira Liga, il 30 ottobre del 2020, ha avuto la possibilità di far registrare un nuovo primato di incontri senza perdere. Vincendo per 7-0 contro la Portimonense, i portoghesi hanno infatti agganciato quelle 58 partite (casalinghe e non) senza sconfitte nel proprio campionato, firmato dal diavolo nel 93’. Ad un passo dal record, Sergio Oliveira e compagni hanno però perso contro il Braga. Il gol di Horta al 54’ ha quindi (momentaneamente) salvato il primato degli Invincibili, rendendolo ancora più indelebile nella storia del calcio. Uno di quei record che forse…sono fatti per non essere battuti.