E’ stato, indubbiamente, uno dei maggiori talenti del calcio italiano, un calcio romantico dove ancora esisteva il senso di appartenenza ad una maglia, in barba alle ricche offerte. Lontano dalle logiche del calcio, dai recentissimi casi Skriniar o Zaniolo, che viviamo oggigiorno, c’è la storia d’amore tra il Cagliari e Gigi Riva.
Da Leggiuno nel varesotto appena diciannovenne approda al Cagliari in serie B dove sboccia l’amore per la terra sarda e per quella maglia rossoblù che non lascerà mai per ben 19 anni. Il momento più bello di questa fantastica storia è senza dubbio la vittoria del campionato del 1970 l’unico, fino ad oggi, della storia cagliaritana. La sua classe indiscussa attiravano le lusinghe e le offerte dai grandi club italiani a cui, però, Riva non cedeva.

La grande caratura e la grande classe non potevano non aprire a Riva le porte della nazionale azzurra diventandone un punto fermo. Protagonista della famosa partita del secolo, esiste una targa celebrativa allo stadio Azteca che ospitò la partita, nella semifinale del mondiale messicano del 1970 contro la Germania occidentale culminata con la vittoria azzurra ai supplementari per 4-3.
Accade oggi, 1° Febbraio 1976: la fine sfortunata di una grande carriera
La parabola sfortunata di Riva inizia già nella stagione 1974/75 quando, a causa di alcuni infortuni, gioca soltanto poche partite con soli due gol segnati. La stagione successiva quella del 1975/76 sembra iniziare con un piglio migliore per Riva che gioca 14 partite segnando 6 gol. Se da un lato sembra migliorare la tenuta fisica di Rombo di Tuono le cose non vanno bene al Cagliari fanalino di coda in Serie A che costerà la retrocessione in Serie B.

La fine della carriera di Gigi Riva accade il primo febbraio 1976, stadio Sant’Elia, di fronte il Milan. Gli ospiti sono avanti di una rete, Riva corre lungo la fascia accanto a lui il difensore del Milan Aldo Bet. Improvvisamente Riva si ferma ed inizia a zoppicare, esce dal campo portato a spalla dai compagni nel silenzio generale di tutto lo stadio. Il responso medico è impietoso, distacco del tendine dell’adduttore un infortunio cosi grave che non permetterà a Rombo di Tuono di scendere più in campo. La voglia di tornare a giocare è molta tanto che si fa inserire nella rosa del Cagliari della stagione 1976/77 ma di fatto senza mai mettere piede in campo chiudendo definitivamente la sua innamorata carriera con il Cagliari.