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Lettura: Adrian Mutu, il “Fenomeno” della Fiorentina: una carriera sulle montagne russe
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Footballnews24.it > Fiorentinafan > Adrian Mutu, il “Fenomeno” della Fiorentina: una carriera sulle montagne russe
Fiorentinafan

Adrian Mutu, il “Fenomeno” della Fiorentina: una carriera sulle montagne russe

La storia e la carriera del Fenomeno rumeno Adrian Mutu tra salite e discese, dalle squalifiche all'amore per la Fiorentina

Stefano Moroni
Stefano Moroni  - Autore 2 mesi fa
Aggiornato 2022/05/05 at 10:37 AM
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11 Min di lettura
Adrian Mutu alla Fiorentina
Adrian Mutu alla Fiorentina
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Indice
Gli esordi in Romania e l’arrivo in ItaliaSalite e discese: Chelsea, squalifica e Juventus di CalciopoliL’arrivo alla Fiorentina: due anni da FenomenoProblemi anche a Firenze: infortuni, litigi, seconda squalifica e addioConclusione della carriera: Cesena, Ajaccio, India e RomaniaCosa fa oggi: nuova vita da allenatore e il sogno Fiorentina

Genio e sregolatezza, salite e discese. Adrian Mutu ha vissuto la sua carriera seduto su una montagna russa senza cinture, rendendosi sempre artefice del proprio destino. Mutu ha raggiunto con la Fiorentina il momento di massimo splendore di un percorso frastagliato, dove ha mostrato doti calcistiche uniche, intervallate da squalifiche e comportamenti controversi fuori dal campo. Il rumeno era una seconda punta formidabile: rapido, tecnico e geniale; abile nell’area, con un destro potente e preciso anche su punizioni e rigori, insomma, un giocatore completo come pochi.

Adrian Mutu - Dinamo Bucarest
Adrian Mutu – Dinamo Bucarest

I risultati ottenuti sono nettamente inferiori alle potenzialità, il suo stile di vita ne è chiaramente colpevole: due squalifiche, una per cocaina e una per un farmaco proibito, qualche rissa, tre matrimoni con cinque figli, inseguimenti con la polizia e tanto altro. Questa è la storia di Adrian Mutu, il Fenomeno, come veniva chiamato a Firenze.

Gli esordi in Romania e l’arrivo in Italia

Adrian Mutu in maglia Inter
Adrian Mutu in maglia Inter

Adrian nasce l’8 gennaio 1979 a Călineşti, dove sin da bambino è sempre con il pallone tra i piedi, i genitori erano insegnanti e sognavano per lui un futuro da scienziato. Mutu aveva altro per la testa e voleva fare il calciatore. A 13 anni entra nelle giovanili del Argeș Pitești e nel 1997 fa l’esordio in campionato con la prima squadra, mettendo in mostra le sue potenzialità e iniziando a segnare diversi gol. Nel ’98 viene acquistato dalla Dinamo Bucarest e in due anni segna 22 reti in 33 presenze, vincendo coppa nazionale e campionato a soli 18 anni. Nel gennaio del 2000 arriva la chiamata di Massimo Moratti per portarlo nella sua Inter, Mutu accetta senza pensarci e lascia la Romania per volare a Milano.

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Con i nerazzurri non trova spazio, gioca poche partite segnando due gol in Coppa Italia e a fine stagione viene ceduto in comproprietà al Verona. In una realtà più piccola come quella veneta riesce a mettersi in mostra, disputa due ottime stagioni con gli scaligeri, nel 2000/2001 segna 12 gol in campionato ma il Verona retrocede. Mutu si sposta così a Parma dove arriva la sua consacrazione sotto l’ala di Cesare Prandelli, in coppia con Adriano fa quello che vuole.  Fa una stagione clamorosa, segna 22 reti di cui 18 in campionato, dietro solo a Vieri nella classifica marcatori. Il Parma arriva quinto e il futuro del giovane rumeno inizia davvero a prospettarsi radioso.

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Mutu e Gilardino – Parma

Salite e discese: Chelsea, squalifica e Juventus di Calciopoli

Nell’estate del 2003 Roman Abramovich, neoproprietario del Chelsea, porta Mutu a Londra per lanciare il nuovo ambizioso progetto dei blues. Adrian parte fortissimo con 3 gol nelle prime 4 partite ma poi inizia la prima ripida discesa delle sue montagne russe. Le prestazioni e i gol calano subito e le sue brutte abitudini aumentano. Il Chelsea raggiunge la semifinale di Champions League, ma il Mutu di Parma non c’è più e finisce la stagione con soli 6 gol. È giovane, ingenuo e Londra una metropoli spietata, nel 2004, dopo due giornate della stagione successiva, viene trovato positivo alla cocaina. Il Chelsea lo licenzia immediatamente e riceve una squalifica di sette mesi più una multa di 20’000 sterline. “Era facile sbagliare: ero molto famoso, a Londra andavo dappertutto e mi trattavano da re. Sono stato ingenuo, sono stato un pollo” dichiarerà anni dopo.

Adrian Mutu ai tempi del Chelsea
Adrian Mutu ai tempi del Chelsea

Terminata la sua avventura in Premier League, ne approfitta la Juventus di Moggi e lo acquista parcheggiandolo per un anno al Livorno per allenarsi e scontare la squalifica. Nella stagione 2005/06 Mutu gioca da gregario nella Juve dei fenomeni, segnando 7 gol e rendendosi spesso decisivo entrando a partita in corso. Vince lo scudetto con i bianconeri, revocato poco dopo in seguito a Calciopoli. Con la Juve relegata alla Serie B, Mutu e la Fiorentina si scelgono a vicenda per dare inizio a una complicata ma meravigliosa storia d’amore.

L’arrivo alla Fiorentina: due anni da Fenomeno

Adrian Mutu alla Fiorentina
Adrian Mutu alla Fiorentina

Per tornare in alto non c’era persona più adatta di Cesare Prandelli per Mutu, infatti nel 2006 parte subito fortissimo con la Fiorentina allenata da lui. Una piazza umorale e un giocatore umorale che si innamorano a prima vista quando Adrian inizia a esultare inchinandosi con la 10 sotto la curva Fiesole, che con quel numero ne ha già visti tanti di fenomeni, ma decide di rinominarlo “Il Fenomeno”. Nella prima stagione segna 16 gol, come il suo partner d’attacco Luca Toni a cui regala anche svariati assist. Insieme trascinano la Viola al quinto posto nonostante 15 punti di penalizzazione. Mutu è tra i migliori giocatori del campionato per rendimento e a Firenze è già un Re. La seconda stagione, senza Toni volato a Monaco, è ancora meglio: la Fiorentina arriva quarta in campionato riconquistando la Champions League e il rumeno fa 17 gol prendendosi la scena.

È anche il protagonista, con 6 reti segnate, del meraviglioso cammino in Coppa Uefa(Europa League) fino alla semifinale. Nessun tifoso viola dimenticherà mai il missile all’incrocio su punizione nella doppietta ai quarti contro il PSV Eindhoven. Diversi suoi gol sono stati vere opere d’arte dipinte con maestria e classe per il pubblico fiorentino che le ammirava e si emozionava come davanti a un pittore.

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Problemi anche a Firenze: infortuni, litigi, seconda squalifica e addio

Nell’estate del 2008 nascono però le prime frizioni e con il ritorno dei demoni passati, Mutu perde parte della serenità guadagnata. Prima incrina il rapporto con i tifosi arrivando vicinissimo al trasferimento alla Roma, saltato per la presa di posizione di Prandelli; poi riceve la stangata dalla FIFA che gli infligge una multa di 17 milioni di euro per la rescissione con il Chelsea. Senza serenità, il fisico non regge e nella stagione 2008/09 iniziano gli infortuni che ne condizionano le prestazioni, nonostante questo segna 13 gol in campionato, ricucendo temporaneamente anche la storia d’amore con la tifoseria viola. Inizia bene la stagione successiva ma si ferma per un’operazione al ginocchio e non trova continuità. Il 10 gennaio 2010 nei controlli antidoping gli viene riscontrata la presenza di metaboliti della sibutramina, uno stimolante che annulla gli effetti della fame. Arriva subito la sospensione e il 19 aprile viene comunicata la squalifica di 9 mesi. Ancora una volta, Mutu si trova a pagare per i propri errori, ma questa volta, a 31 anni, sarà un colpo letale per la sua carriera.

Rientra nell’Ottobre 2010 e poco dopo viene messo fuori rosa per aver lasciato prima un allenamento. Il rapporto con la Fiorentina e il suo popolo è ormai finito, un amore breve che ha lasciato però un segno indelebile e non verrà mai dimenticato. Alla fine, c’è spazio anche per gli ultimi inchini d’addio alla curva Fiesole, per ringraziare il suo pubblico e far calare il sipario sulla sua esperienza toscana. Viene reintegrato in squadra per la parte finale del campionato, al Franchi segna prima una doppietta al Catania e poi l’ultima rete in viola contro la Roma, prima di essere ceduto al Cesena in estate.

Conclusione della carriera: Cesena, Ajaccio, India e Romania

Con l’addio alla Fiorentina inizia la fase conclusiva della sua carriera che fa prima tappa a Cesena, dove segna 8 gol, fa vedere qualche sprazzo del suo talento ma non riesce ad evitare la retrocessione bianconera. Poi una stagione e mezzo in Francia all’Ajaccio, il ritorno in Romania al Petrolul Ploiești, l’esperienza indiana con il Pune City e l’ultima stagione prima del ritiro al Târgu Mureș sempre in Romania. Per lui anche 77 presenze e 35 gol con la nazionale (primatista insieme ad Hagi), che lo rendono uno dei giocatori più significativi della storia del calcio rumeno.

Cosa fa oggi: nuova vita da allenatore e il sogno Fiorentina

Nel 2016 ha avuto una breve parentesi come presidente della Dinamo Bucarest, Adrian Mutu oggi è l’allenatore del Rapid Bucarest. Dopo la laurea in giurisprudenza ottenuta da giovane, si è laureato anche in scienze motorie e spera di trovare nella panchina la direzione giusta per il suo futuro, nonostante le prime esperienze non sono andate così bene. Chissà che la carriera da allenatore, in qualche modo, non gli restituisca quello che ha sprecato prima. “Non mi pento di niente: oggi sono quello che sono perché ho fatto quello che ho fatto, ho pagato i miei errori e non posso avere rimpianti”. Così Mutu parla del suo passato, probabilmente non scenderà mai dalle montagne russe. Per il futuro il sogno è quello di allenare la Fiorentina e come diceva Venditti: “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”.

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Stefano Moroni
Pubblicato da Stefano Moroni Autore
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Ho 25 anni anni e vengo dalla provincia di Milano. Laureato in comunicazione, media e pubblicità all'università Iulm di Milano, mi sono specializzato con un master in Digital Sport marketing & communication e ho un'anno di esperienza lavorativa nella comunicazione sportiva.
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