Clamorosamente determinante, superiore e decisivo. Lautaro Martinez trascina l’Inter alla vittoria schiacciante contro l’Udinese, con una prestazione mostruosa in cui paradossalmente il gol è l’ultimo aspetto da prendere in considerazione. A colpire è l’estrema facilità dell’argentino ad adattarsi a qualsiasi situazione di gioco, attaccando l’area di rigore come pochi al mondo. Il gol contro la Juventus era stato un assaggio, ma al Toro piace confermarsi e così fa ammattire Perez e tutta la difesa friulana. E insieme a lui stesso, permette a tutti i tifosi nerazzurri di impazzire di gioia per un primato subito ritrovato a livello di classifica.
Da incorniciare la prestazione di San Siro, per la punta campione del mondo. Dal suo rigore procurato, e trasformato da Calhanoglu, parte il segnale dell’Inter al campionato e alla concorrenza. Leggendo la classifica, le formazioni di Inzaghi e Allegri hanno già creato il vuoto: due punti le separa, mentre sono sette le lunghezze tra secondo e terzo posto. Un posizionamento già troppo distante per l’Inter che quest’anno non vede altro se non il primato, recuperato per ben quattro volte in stagione dopo averlo “perso” momentaneamente contro la Juventus. Inutile rimarcare l’importanza di Lautaro nei recenti successi, giunti anche con qualche assenza di troppo ma con l’argentino totalmente imprescindibile.
Lautaro, personalità al potere
Con il pallone scagliato alle spalle di Silvestri, Lautaro è entrato nella storia dell’Inter dalla porta principale e nulla gli vieta di ritagliarsi uno spazio tutto suo entro la fine del 2023. Infatti, il bomber di Bahia Blanca è salito a quota 28 reti nell’anno solare, eguagliando due mostri sacri della storia della Beneamata come Bobo Vieri e Diego Milito. Una favola che si avvia verso il lieto fine, con un nuovo contratto in via di definizione che il capitano dell’Inter non vede l’ora di firmare. “A quello penserà il mio entourage e la mia famiglia” ha detto il centravanti, che si propone l’obiettivo di pensare solo al terreno di gioco.
Dopo anni sull’altalena, anche grazie al lavoro di Inzaghi il numero 10 della prima della classe in Serie A è finalmente decisivo, e non solo nei gol e nei numeri. A livello di personalità, Lautaro ha compiuto un salto in avanti clamoroso, recuperando in un anno terreno su Kvaratskhelia ed Osimhen che meno di una stagione fa avevano dato l’impressione di dominanza assoluta nel nostro campionato. Nulla da fare, però, contro questo Toro, che dalla punta dei piedi calcata dopo il suo arrivo dal Racing ha iniziato pian piano a compiere passi importanti e decisi. Lasciando impronte al sapore di leggenda. Ora trascina l’Inter, mettendo la seconda stella nel mirino: la Serie A ha il suo nuovo padrone assoluto.