Alì, il film: la storia del mito che provò a suon di pugni a cambiare l’America

Alì, il film, la storia di un campione dentro e fuori dal ring che ha combattuto la vita senza mai arrendersi

Rachele Carosi
10 Minuti di lettura

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Alì”, il film del 2001 diretto da Michael Mann racconta dieci anni di vita, a partire dal 1964 fino al 1974, e di carriera di uno dei pugili e campioni sportivi più forti di tutti i tempi, Muhammad Alì. A vestire i panni del campione sarà un indimenticabile Will Smith. Quella di Mann è una biografia dai tratti poco romanzati, che riesce a rendere fedelmente la vita vera vissuta dal campione e non soltanto le sue gesta sportive. A fare da sfondo, il panorama storico e religioso di allora: sono gli anni roventi del conflitto in Vietnam e dei Vietcong.

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 Il “No” di Alì alla chiamata per arruolarsi in guerra resterà nella storia come una delle più grandi battaglie contro la guerra e per i diritti dei “fratelli” afroamericani. La stessa lotta che il campione porterà avanti per tutta la vita. La pellicola si chiude con l’incontro forse più significativo nella storia dei pesi massimi, il “The rumble in the jungle”, tra Alì e l’allora imbattuto George Foreman.

“Dimentica quello che pensi di sapere”

Mohammad Ali vs Sonny Linston
Muhammad Ali vs Sonny Linston

La storia ha inizio il 24 febbraio 1964, quando un giovane Cassius Clay, suo “nome da schiavo”, si allena in tuta grigia correndo sotto le luci dei lampioni. Nel sottofondo suona la musica di Sam Cooke. Il duro allenamento di Cassius è la preparazione in vista dell’attesissimo match per il titolo di campione dei pesi massimi. Il suo sfidante è il campione in carica Sonny Linston. Alle immagini del futuro match si alternano, nella mente del giovane Clay, alcuni flashback, un rapido susseguirsi di immagini della sua infanzia a Louisville: il padre che dipinge un “Gesù biondo con gli occhi azzurri” e un piccolo Cassius che dietro di lui si perde a fissare il dipinto, poi il bambino per mano alla mamma mentre salgono su un autobus affollato.

 È importante precisare sin da subito come l’elemento religioso sia parte integrante del vissuto del protagonista. Sono gli anni in America delle lotte di colore, in una società fortemente intrisa di razzismo. La fondamentale guida spirituale del campione sarà Malcom X, il discusso leader islamico che porterà il “fratello” Cassius sulla strada dell’Islam. Il campione non sa che la sua vita cambierà per sempre: la loro sarà infatti un’amicizia “fatale”. Durante le sue prediche, Malcom X invita i fratelli neri a ribellarsi sempre al “bianco uomo brutale”. Il primo match vede la vittoria del 210 libbre e mezzo Cassius Clay, allora 22enne, che stenderà con enorme sorpresa del pubblico dopo 7 round lo sfidante Sonny Linston, divenendo così il campione mondiale dei pesi massimi. 

Cassius, “il campione della gente”

Muhammad Ali e Malcolm X
Muhammad Ali e Malcolm X

Cassius è ora  diventato un simbolo e come lui stesso afferma è “il campione della gente”. Ad un giornalista, il campione risponderà che Clay è il nome “dei padroni dei suoi poveri antenati” e lui da quel momento in poi, sarà chiamato Cassius X. Mentre Malcom , viene sospeso a tempo indeterminato come reverendo della nazione per l’Islam, “fratello” Cassius viene battezzato dall’onorevole Elijah Muhammad come Muhammad Alì. Alì, accolto con un re, ritrova Malcom in Nigeria ma non sa che sarà l’ultima volta che si incontreranno. Nel frattempo, il giovane campione incontra Sonji Roi, giovane segretaria  di cui si innamora e che presto sposa, convincendola a diventare musulmana. 

“Più tu diventi reale, più tutto diventa irreale”

Malcom X viene assassinato con 7 colpi di fucile durante una delle sue pubbliche apparizioni ad Harlem, mentre era intento a portare la sua parola in giro per il mondo. Alì è distrutto dal dolore. Questo evento segnerà infatti un vero e proprio spartiacque nella vita del campione. Alì fa ora parte del gruppo militante radicale. Il campione sfida e mette di nuovo al tappeto Linston al primo round. Poco dopo, chiederà anche il divorzio da Sonji: Alì non accetta i suoi abiti succinti e la sua renitenza ad accettare le leggi musulmane. Il campione ormai è un idolo

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Alì e il “NO” alla Guerra in Vietnam

Muhammad Ali - Stop War
Muhammad Ali – Stop War

“Siete voi i miei nemici quando voglio libertà! Voi i miei nemici quando voglio giustizia! Voi i miei nemici quando voglio uguaglianza!”
Sono gli anni della guerra in Vietnam e il 28 aprile 1967, Muhammad Alì viene reclutato dall’esercito statunitense per combattere in Vietnam ma dice “no“, affermando ”La mia coscienza non mi permette di andare a sparare a mio fratello o a qualche altra persona con la pelle più scura“[..]. Ma a provocare un vero e proprio terremoto mediatico saranno le dichiarazioni che Alì rilascerà sui Vietcong, quando afferma: “Non mi hanno fatto nulla, non mi hanno mai chiamato negro”. Queste dichiarazioni gli costeranno il ritiro della licenza e del passaporto, per impedirgli di combattere altrove, nonché la sospensione dalla pratica dell’Islam . Ed anche il titolo di campione gli sarà revocato. Questi saranno gli anni forse più bui nella vita del campione che si vede finire solo in disgrazia, senza più neanche il fedele team al suo fianco. Durante gli arresti domiciliari, Alì incontra una giovane donna, Belinda, che ricorda essere la bambina 11enne che anni prima lo aveva intervistato in una scuola. La “piccola pellerossa” diventa presto sua moglie ed insieme avranno una bambina.

“Vola come una farfalla, pungi come un’ape”

Muhammad Ali vs Frazier
Muhammad Ali vs Frazier

Complice un piano per poter tornare a boxare, Alì viene chiamato per essere intervistato dal caro amico e giornalista Howard Cosell. I media abboccano alle parole del campione che destabilizza tutti affermando di non voler più tornare a combattere. L’incontro per il titolo non disputato di campione dei pesi massimi contro Joe Frazier è presto organizzato. È l’8 marzo del 1971 quando Alì torna a combattere sul ring, conoscendo per la prima volta la sconfitta. Poco dopo viene a scoprire attraverso una chiamata da parte dell’amico Cosell di aver vinto la causa: la Corte Suprema lo ha assolto per decisione unanime. Mohammad Ali è di nuovo un uomo libero!

The rumble in the jungle- “Alì bomaye”

Ali il film - Will Smith
Ali il film – Will Smith

La sequenza forse più memorabile dell’intera pellicola è tutta nel finale. Parliamo dello storico incontro tenutosi in Africa nello Zaire che vede Alì battersi contro George Foreman. Le folle sono in delirio e seguono il campione durante i suoi allenamenti, urlandogli “Ali bomaye”, letteralmente “Ali uccidilo”. Allenamenti che furono di molto prolungati, circa 6 settimane, a causa della ferita all’occhio che Foreman si procurò durante un allenamento. Ma il giorno, il 30 ottobre 1974, è finalmente arrivato: Big George sale sul ring pensando di riuscire ad annientare in pochi round l’avversario. Ma non fu così..

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Lo scontro è al cardiopalma: Alì usa la tattica di sfinire l’avversario, provocandolo continuamente e lasciandosi mettere alle corde per tentare di attutire i pesanti colpi inflitti al corpo da Foreman. Ma trascorsi 8 round, Big George comincia a perdere brillantezza ed ecco che il campione mette a segno il colpo finale. George Foremancade come un albero nella foresta“. L’Africa intera urla il nome di Alì. Tutto il mondo ora urla il suo nome. Muhammad Alì riconquista così la corona che gli era stata ingiustamente tolta dal 1967 di campione dei pesi massimi. Poco dopo, divorzierà dalla moglie Belinda per sposare esattamente un anno dopo, nel 1977, la modella Veronica Porsche, conosciuta proprio in occasione dell’incontro a Kinshasa

Quella del pugile campione più forte di tutti i tempi è una storia che Mann analizza seguendo due binari: la storia di Cassius Clay e la storia di Muhammad Alì. La conversione all’ Islam segnerà per il campione un momento fondamentale della sua esistenza. Da quel momento, infatti, Alì si imporrà come leader carismatico in grado di far valere i propri diritti di uomo libero in una America ancora “bianca” e razzista. Il suo “No” alla chiamata per arruolarsi in guerra in Vietnam ha segnato la storia. E Mann riesce in maniera mirabile a rappresentare il legame tra l’Alì pugile e campione della gente e l’Alì uomo, seguace dell’Islam e difensore dei fratelli neri. Ed è proprio questo aspetto che fa di lui un campione unico, dentro e fuori dal ring. La storia del “The Greatest” non morirà mai!

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