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Forse è vero: la sconfitta non è il peggior fallimento. Non aver tentato è il peggior fallimento, affermava George Edward Woodberry saggista statunitense. i seguagi di Confucio invece ci rammentano che essere capaci di sorridere dopo una sconfitta è la migliore vittoria. Capirete che le due massime non riguardano per nulla Massimiliano Allegri che dall’Olimpico è uscito sconfitto e espulso. Sul 2-2 stava dominando l’Inter nella finalissima di Coppa Italia salvo poi passare al consueto “indietro tutta“, atavica specialità della ditta, con scelte tecniche quanto meno discutibili. E’ una Juve da zero tituli nonostante sia prima nel monte ingaggi quasi per distacco. I discussi Sarri e Pirlo portarono a casa scudetto (il toscano) e 2 coppe ( l’ex Campione del Mondo di Berlino) ma furono bocciati senza appello da società (non tutta) e spogliatoio (non tutto).
In estate Andrea Agnelli ha chiesto al conte Max di ritornare alla real casa: il labronico era pronto a firmare un biennale a Madrid, convinto dal presidente Perez e dall’agente Branchini, ma il massimo dirigente juventino lo ha strappato alle merengues prospettandogli un suntuoso ingaggio quadriennale. A conti fatti ci hanno perso tutti. Allegri ha lasciato il Real e i successi ad Ancelotti, non replicando le vittorie ottenute anni prima a Torino. La Juve ha fallito tutti gli obiettivi, mai seriamente in lotta per il titolo, umiliata a domicilio dal discreto Villarreal, male in Coppa e Supercoppa superata dagli atavici rivali nerazzurri.
Agnelli stavolta dovrà ingoiare il rospo: non potrà sollevare dall’incarico il tecnico toscano, blindato da un mega contratto. Licenziarlo costerebbe troppo ma confermarlo potrebbe essere anche peggio. Siamo certi che sia davvero Max Allegri l’uomo adatto alle esigenze bianconere. Oddio pure su questo faccio fatica a comprendere. Lo licenziarono tre stagioni fa perchè puntavano ad una Juve più offensiva ed europea.
Non potendosi permettere Guardiola andarono su Sarri (che aveva appena vinto l’Europa League col Chelsea) molto vicino alle idee di Pep. Ma affidarono al toscano la squadra di Allegri: e il mix non fu esattamente trionfale. Sarri indicò il tragitto ad Agnelli Nedved e Paratici ( liquidare le cariatidi, rilanciare Dybala e ingaggiare giovani di qualità adatti al suo calcio) ma i 3 fecero l’esatto opposto, ripartendo sempre da CR7 salvo poi disfarsene la scorsa stagione perchè aveva rotto con l’ambiente.
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Esonerare Sarri per Pirlo fu l’ennesimo salto nel buio: Andrea chiedeva ai suoi ex compagni un calcio diverso dalle loro corde e come il suo predecessore dovette adattarsi. Ma i compromessi nel calcio non portano mai nulla di buono. Allegri ora chiede grandi campioni per tornare a vincere ma anche su questo verrebbe voglia di replicare.
Che senso ha strapagare un tecnico se poi gli affidi uno squadrone? Quale sarebbe il valore aggiunto del trainer? Sacchi regalò a Berlusconi lo spettacolo, il labronico ne sarebbe capace? Si limiterà a vincere ( lo ha sempre fatto) sopratutto nel recinto di casa. Ma non dite che è un fuoriclasse. Quest’anno doveva fare lui la differenza, non avendo una rosa strepitosa ( ma superiore a quella del Milan) e i risultati non sono arrivati. E non solo per gli infortuni o per mera sfortuna. La squadra gioca male e pensa peggio. Segue il Dna del suo mentore: prima non prenderle, poi ci pensa il campione. Ma quando viene meno il singolo resti col cerino in mano senza il collettivo.