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Ci avviciniamo alla conclusione di un 2021 molto esaltante per lo sport italiano. Abbiamo visto l’Italia calcistica arrivare sul tetto d’Europa, dominando anche ai Globe Soccer Awards di fine anno, l’impresa sfiorata a Wimbledon da Berrettini e i trionfi alle Olimpiadi e non solo. Analizziamo quindi l’anno che sta per concludersi focalizzandoci sull’annata dei protagonisti del mondo dello sport. È il turno del Napoli, che ha passato un’annata non certo priva di emozioni, spesso contrastanti.
Gli azzurri, dati alla mano, sono la terza squadra in Italia per punti conquistati nell’anno solare, con 91 punti frutto di 28 vittorie, 7 pareggi e 9 sconfitte, dietro solo all’Atalanta (94, con una partita in più) e l’Inter scudettata e attualmente prima in classifica, che ne ha conquistati ben 104. Il dato numerico, però, non rende l’idea dell’annata dei partenopei: un’altalena di emozioni, con un girone di ritorno esaltante concluso nella maniera più amara, un cambio in panchina e un grande girone di andata del campionato 2021-22 concluso nel peggiore dei modi, tra infortuni e positività al Covid-19.
Il girone di ritorno 2020-21: un’amara rincorsa
Il Napoli di inizio 2021 è una squadra in piena emergenza: gli infortuni di Victor Osimhen e Dries Mertens hanno tolto agli uomini di Gattuso le prime due scelte al centro dell’attacco, lasciando il solo Andrea Petagna a giocare da punta. Con l’assenza di Kalidou Koulibaly anche la difesa soffre, e i risultati dei primi mesi sono altalenanti: dopo una vittoria a Cagliari arriva l’inaspettata sconfitta casalinga contro lo Spezia, quindi due vittorie contro Udinese ed Empoli (in Coppa Italia) e la sconfitta in Supercoppa contro la Juventus. Dopo un pesante 3-1 contro il Verona iniziano i primi dubbi sul futuro di Gennaro Gattuso sulla panchina partenopea. Come papabili sostituti si parla di clamorosi ritorni come quelli di Rafa Benitez e Maurizio Sarri, ma un nome in particolare sembra guadagnare punti nonostante non sia nelle prime pagine dei giornali: quello di Luciano Spalletti.
Nel mese di febbraio, il Napoli esce sia dalla Coppa Italia, sconfitto dall’Atalanta, che dalla Europa League, contro il Granada. La vittoria sulla Juventus sembra scacciare i fantasmi che aleggiano sulla panchina di Ringhio, iniziando una rincorsa al quarto posto che vedrà gli azzurri battere Milan, Roma e Lazio e pareggiare con l’Inter che vincerà lo scudetto. Il ritorno in campo di pedine fondamentali quali Osimhen, Mertens e Koulibaly porta la squadra azzurra a guadagnare posizioni e ad arrivare all’ultima giornata al quarto posto, ad un punto dalla Juventus quinta. La vittoria dei bianconeri e il pareggio contro il Verona per 1-1, però, costringeranno i partenopei al finale di stagione più amaro, con la qualificazione in Champions League persa all’ultima giornata e l’esonero di Gattuso. Sei giorni dopo, arriva la notizia dell’insediamento di Luciano Spalletti sulla panchina del Napoli.
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Una lunghissima estate
In un’estate memorabile per lo sport italiano, tre calciatori del Napoli fanno parte della vittoriosa spedizione dell’Italia a Euro 2020. Se è vero che Alex Meret, convocato come terzo portiere, non giocherà neanche un minuto, situazioni diverse sono quelle di Giovanni Di Lorenzo e soprattutto Lorenzo Insigne. Il terzino parte come riserva di Alessandro Florenzi, ma a causa dell’infortunio rimediato dall’attuale difensore del Milan guadagna il posto da titolare. L’attaccante invece è titolare inamovibile della Nazionale di Roberto Mancini, che gli affida le chiavi della fascia sinistra e il numero 10. La fiducia sarà ampiamente ripagata: Lorenzo segnerà due gol, uno nel 3-0 alla Turchia nella prima gara del girone e il secondo, bellissimo, ai quarti di finale contro il Belgio, primo nel ranking FIFA. Entrambi saranno fondamentali per la vittoria finale degli Azzurri.
Sul calciomercato in entrata il Napoli si muove poco: la ricerca di un terzino sinistro non trova fine neanche quest’anno e, per sostituire i partenti Elseid Hysaj, Nikola Maksimović e Tiemoué Bakayoko (non riscattato) arrivano i rientri dai rispettivi prestiti di Kévin Malcuit e Adam Ounas e gli ingaggi a parametro zero di Juan Jesus e in prestito con diritto di riscatto di André-Frank Zambo Anguissa dal Fulham. Il camerunense, arrivato in sordina a fine mercato dopo l’infortunio occorso in amichevole a Diego Demme, sarà tra le sorprese di inizio stagione, con prestazioni che gli faranno guadagnare fin da subito il posto di titolare inamovibile. Inizia però un vero e proprio caso che terrà il Napoli impegnato anche oltre la chiusura del calciomercato: Kōstas Manolas, che in difesa parte coi gradi di titolare al fianco di Kalidou Koulibaly, vuole tornare in Grecia: su di lui c’è l’interesse dell’Olympiacos, che riuscirà ad ingaggiarlo solo a dicembre.
Un grande inizio di campionato
Il Napoli non parte certo tra le favorite all’inizio della Serie A 2021-22. Moltissimi opinionisti ed esperti danno gli azzurri molto indietro rispetto all’Inter campione in carica, al Milan che cerca il sorpasso sui cugini, all’Atalanta, macchina perfetta alla guida di Gasperini, alla Juventus che ha riportato in bianconero Massimiliano Allegri ma ha perso Cristiano Ronaldo e anche alle due romane, che hanno portato in panchina José Mourinho (in giallorosso) e Maurizio Sarri (in biancoceleste) e si sono rinforzate sul mercato. Gli uomini di Spalletti, però, iniziano il campionato nel migliore dei modi: dopo due vittorie difficili contro il neopromosso Venezia (in 10 per l’espulsione di Victor Osimhen) e Genoa (con gol decisivo al 90′ di Andrea Petagna), il Napoli batte in rimonta la Juventus alla terza giornata e inizia a volare: arrivano altre cinque vittorie di fila in campionato, contro Udinese (0-4), Sampdoria (0-4), Cagliari (2-0), Fiorentina (1-2) e Torino (1-0). La prima sconfitta arriva alla tredicesima di campionato, contro l’Inter, partita nella quale si infortuna gravemente Victor Osimhen, che riporta una frattura delle ossa facciali dalla quale non è ancora rientrato. Da questo punto in poi, inizia il calvario della squadra partenopea, che inizia a perdere pezzi. Dopo il nigeriano, tra infortuni e positività al Covid-19 mancano anche Kalidou Koulibaly, Fabiàn Ruiz, Matteo Politano, Lorenzo Insigne, Diego Demme, Zambo Anguissa e Stanislav Lobotka, spesso assenti tutti nella stessa partita. A discapito delle assenze, gli azzurri si qualificano ai sedicesimi di Europa League, dove incontreranno il Barcellona, e nonostante i tanti punti persi in campionato, con le sconfitte contro Atalanta, Empoli e Spezia che fanno da contraltare a vittorie esaltanti come il 4-0 alla Lazio e lo 0-1 a San Siro contro il Milan, restano ancorati alle prime posizioni, trovandosi terzi in classifica.
Il 2022 si aprirà con tanti rientri, come quelli di Fabiàn e Insigne, tornati negativi, ma ancor più assenze. Koulibaly, Anguissa, Osimhen e Adam Ounas, infatti, saranno impegnati per circa un mese in Coppa d’Africa, togliendo a mister Spalletti una importantissima spina dorsale e una riserva affidabile come l’algerino. L’addio di Manolas costringerà la squadra ad intervenire velocemente sul mercato, alla ricerca di un centrale che possa completare il reparto insieme ai soli due disponibili attualmente, Amir Rrahmani e Juan Jesus, ma si dovrà pensare anche a risolvere alcune grane contrattuali, tra cui quelle di Dries Mertens e Lorenzo Insigne, corteggiato dal Toronto con un ingaggio faraonico. La rincorsa alla zona Champions, vero obiettivo stagionale, potrebbe complicarsi, ma la squadra azzurra ha la possibilità e le capacità di riacciuffare un treno che manca da ormai due anni e che potrebbe risollevare il morale (e le casse) della società.