C’è un derby per ogni singola città d’Italia, ma nessuna città d’Italia si sveglia il mattino del derby come Roma. La Capitale apre gli occhi sul primo intreccio stagionale tra Lazio e Roma, monumento mobile di un posto senza eguali nel mondo, il cui l’immutato esistere dell’architettura, dei palazzi, delle piazze e dei fori trasuda pura storia. Eppure, tutto passa in secondo piano quando le maglie piene d’amore di un’intera Metropoli si stendono, strappano e gonfiano per battagliare circa 90 minuti.
Lazio e Roma agli antipodi
Per quanto detto finora – e per molto altro – chi non dimora nella Capitale o non sostiene una tra le sue formazioni principali, non riuscirà mai a coglierne le magie e l’infinito dualismo. Un qualcosa che scavalca il consueto sfottò da bar e sfocia in sfumature dell’intendere la vita, scelte alimentari, modi di vestirsi e di parlare. Colori, auto, lavori, amicizie. Il tutto rigorosamente contrapposto al nemico sportivo.
Lazio e Roma dunque si trovano agli antipodi, era così in principio e lo è ora. Il derby è il cucchiaio di Totti contro il gol al volo di Di Canio, il poker di Montella contrapposto alla rete storica di Lulic. È 99/00 contro 00/01, ma anche Gottardi e Yanga Mbiwa. Il tutto è sfaccettatura di una città bellissima ma dalle mille contraddizioni, che emerge nello splendore della storia contrapponendovi disagi quotidiani e ipocrisie.
Duello di filosofie
Prendere o lasciare, dunque. Anche perché da ormai tre stagioni Lazio-Roma è diventata anche guerra di filosofie diametralmente opposte. La qualità del palleggio di Sarri si pone ad un estremo, la solidità e la compattezza della scuola Mourinho dall’altro. Due modi diversi di intendere il calcio, che nel derby odierno si trovano di fronte all’impossibilità di commettere errori. Sia per la classifica, in primis, sia per il morale che in un avvio di stagione zoppicante potrebbe coprirsi di ulteriori lividi in caso di delusione.
Il volo di Olimpia spalancherà il sipario alle ore 18:00 su un match che molto dirà della stagione, da qui in poi, delle due squadre in cui la Capitale italiana si identifica. Da domani, una metà si sveglierà con un umore completamente diverso, l’altra preferirà senz’altro continuare a dormire. Ulteriore contrapposizione di umori e ideali, in cui una parte di Roma sorride e l’altra piange. Angeli e Demoni, nella stessa città dell’omonimo romanzo, che l’autore sosteneva possedere un alone mistico. Il calcio, di certo, non fa eccezione.