Una storia che ha dell’incredibile e che forse, per certi versi, la si può definire più unica che rara. Perché Alessandro Iuliano, meglio conosciuto come Arbitrino, era un ragazzo qualunque che ha sempre coltivato una grande passione: il gioco del calcio. Ed è proprio per questo amore che ha deciso di intraprendere la carriera da arbitro, un percorso lungo, tortuoso e fatto di mille insidie.
Questo, però, poco conta, perché quando una passione è così forte riesce a superare ogni tipo di ostacolo, ogni tipo di difficoltà che si frappone fra noi e il nostro obiettivo. E Alessandro Iuliano si è ritrovato con una bella gatta da pelare perché, senza nessun preavviso, sul mondo del calcio, e non solo, si è letteralmente schiantata la pandemia del COVID-19. La sofferenza nello stare rinchiusi in casa, le file chilometriche al supermercato, la distanza di sicurezza, gli ospedali pieni, le terapie intensive e le morti sono solo alcuni dei punti toccati da una malattia che ha tolto tanto all’essere umano.
Ma, talvolta, non tutti i mali vengono per nuocere. Alessandro, infatti, è proprio durante la pandemia che si è reinventato, andando ad unire la sua grande passione, ovvero la regolamentazione nel gioco del calcio, e i social, letteralmente fuori controllo per alcune scelte arbitrali, dando così vita al noto personaggio di Arbitrino.
A parlarne è stato proprio lui in ESCLUSIVA ai nostri microfoni: “Io ho iniziato a pubblicare video durante il secondo lockdown, pubblicavo dei video sul calcio perché volevo dare una mia interpretazione regolamentare degli episodi che creavano tanta polemica online. Quindi ho detto sono un arbitro quasi quasi mi metto a spiegare che qui l’arbitro ha agito in una determinata maniera perché ha seguito il concetto di fallo imprudente quindi potrebbe essere calcio di rigore perché…, la gamba era alta”.
Ha poi continuati Arbitrino: “Insomma fare un pochino di moviola, ma senza mai giudicare l’arbitro nello specifico, ma sempre dando delle lezioni e ho sviluppato i miei contenuti, portando le persone con me, tipo daily blog, ad arbitrare. Ovviamente il tutto tenendo anonime le squadre e i calciatori”.
Un bene superiore
Nato come un gioco, il personaggio di Arbitrino si è preso la scena social e non solo. Dietro ad un ragazzo come Alessandro e ai suoi video non c’è solo la voglia di divertirsi, ma tanto di più. Far toccare con mano ad ogni utente dietro lo schermo il mondo arbitrale, tanto temuto da chi ne vorrebbe far parte e tanto criticato da chi lo guarda da fuori. I fatti, del resto, sono sotto gli occhi di tutti: sempre meno ragazzi entrano a far parte dell’AIA e, soprattutto, sono tanti i casi di aggressione nei confronti dei direttori di gara.
Queste le parole di Arbitrino: “Facevo vedere come si sviluppava una giornata da arbitro in modo tale da portare persone ad essere sensibilizzate su questo tema visto che gli arbitri delle categorie dilettantistiche sono spesso presi di mira, quindi vedere dall’interno quali sono le difficoltà o i sentimenti di un arbitro può portare sia ad un senso di empatia sia ad avvicinare diversi ragazzi a questo mondo. Si sa che il mondo arbitrale ha bisogno di nuove leve. Si fa davvero fatica a trovare arbitri che vadano ad arbitrare viste le aggressioni soprattutto in alcune regioni”.
Ha poi continuato: “Comunque raccontavo la mia esperienza da arbitro. Come è stata la prima partita da arbitro, come ci si sente a dare un’ammonizione o un’espulsione oppure semplicemente dei consigli per i giovani arbitri, però ovviamente non erano delle linee guida, era semplicemente dalla mia esperienza quello che potevo consigliare”.
Arbitrino come Spiderman: il simpatico arbitro di quartiere
Se c’è una questione che preoccupa ogni creator, almeno inizialmente, è quella del nickname giusto da utilizzare. Lo stesso Alessandro è passato per questa fase prima di arrivare al tanto conosciuto soprannome di Arbitrino. Queste le sue parole: “All’inizio non sapevo come chiamarmi, ho iniziato prettamente su TikTok, poi mi sono spostato anche su Instagram e YouTube e quindi ho messo Arbitriamo TikTok che dà proprio l’essenza dell’inclusione, di pluralità”.
Ha poi continuato: “Volevo trasmettere questo senso di gruppo e poi Arbitrino è nato perché Arbitriamo TikTok era troppo lungo, mi serviva qualcosa di più corto, di più incisivo, un nickname. Ho cercato qualcosa che non fosse eccessivamente serio perché non sono mai arrivato in Serie A e non ho le competenze per fare la moviola come la fanno Cesari e Marelli”.
Un direttore di gara per tutti, che non fa distinzioni e che cerca di giudicare sempre in maniera equa ogni episodio, riuscendo così a creare un gruppo coeso e che si allontana dal mero commento, fatto solo e soltanto per offendere. Quindi, proprio come Peter Parker nelle vesti di Spiderman, Alessandro è diventato il simpatico arbitro di quartiere: “Ho scelto Arbitrino nel senso di uno così, simpatico, un simpatico arbitro di quartiere, riferendomi a Spiderman e che non va preso troppo sul serio, ma è comunque utile e può dire la sua“.