La storia del calcio europeo è stata spesso scritta da campioni che prima di consacrarsi hanno dovuto fare il giro di vari Paesi, affermandosi lontano da casa. Uno di questi è Arjen Robben, uno tra i migliori giocatori a calcare i campi di calcio nel nuovo millennio. La sua carriera è stata trascorsa, almeno nella prima parte, con la valigia in mano e per poi approdare al Bayern Monaco e riuscire ad affermarsi definitivamente come ala di talento e spessore mondiale, facendo parte di una delle più forti squadre europee della decade.
Segni distintivi del campione Orange, nel corso degli anni divenuti suoi marchi di fabbrica, sono gli assist dalla fascia destra, sua abituale zona di competenza, e la finta a rientrare verso il centro del campo con conseguente tiro sul palo più lontano. Queste due skills lo hanno reso uno dei giocatori fondamentali nello scacchiere tattico dei vari Louis van Gaal, Pep Guardiola, Jupp Heynckes, Carlo Ancelotti e gli altri che lo hanno avuto in rosa nel corso degli anni. Ed anche un calciatore atipico, date le sue origini.
Arjen Robben, le origini: dal villaggio di Bedum al PSV passando per Groningen
Arjen Robben è nato il 23 gennaio 1984 a Bedum, piccolo villaggio dell’Olanda del nord, e lì ha iniziato a muovere i primi passi sui campi da calcio. Sin dalla giovane età si è distinto dai suoi pari nel modo di scendere in campo ed interpretare gioco e ruolo a lui assegnato: il calcio olandese è stato da sempre condizionato dal Calcio totale, che prevede che il pallone giri per il campo più dei giocatori. Il giovane Arjen, invece, ha sempre avuto un’innata propensione a cercare il dribbling e correre lungo la fascia.
All’età di 16 anni è accaduto il primo avvenimento che ha cambiato la vita dell’allora adolescente Robben: dopo l’esperienza avuta nel VV Bedum è stato selezionato per entrare a far parte del settore giovanile del Groningen. Poco più tardi è avvenuto l’esordio ufficiale in Eredivisie, contro l’RKC Waalwijk. Ben presto l’ala Orange ha preso posto sempre più stabilmente sia subentrando dalla panchina che in 11 iniziale, attirando su di sé l’attenzione del PSV Eindhoven.
Nell’estate 2002 ha avuto luogo il trasferimento di Arjen Robben dal Groningen al PSV Eindhoven per 3.7 milioni di Euro, una cifra ritenuta tanto elevata da valere il soprannome di Uomo da nove milioni di fiorini. Eindhoven è stata una tappa importante della sua carriera: è riuscito a mettere in bacheca il primo trofeo nazionale, la Eredivisie, battendo i rivali dell’Ajax. La prima stagione al PSV ha coinciso anche con quella d’esordio in Champions League, andando anche a segno in una delle sue prime 4 presenze.
Protagonista della vittoria del 17o titolo di Eredivisie, Robben ha costruito assieme a Mateja Kezman una coppia d’attacco memorabile, valsa loro il nomignolo di Batman e Robben. La seconda stagione in maglia biancorossa è stata meno fortunata poiché ad inizio 2004 all’olandese è stato diagnosticato un cancro benigno ai testicoli, che oltre ad aver messo a rischio la sua salute avrebbe potuto precluderne la carriera. Nonostante lo stop prolungato, l’attenzione delle big europee su di lui si è mantenuta comunque alta.

Arjen Robben, dal PSV al Chelsea: gli anni in Premier League
Nell’estate del 2004, infatti, il Chelsea dell’allora presidente Roman Abramovich ha deciso di puntare sul talento di Arjen Robben, portandolo alla corte di José Mourinho per 18 milioni di Euro. L’avventura coi Blues, seppur plurititolata, non è stata tra le più felici per Robben per via degli infortuni. Proprio a causa di uno stop incorso durante un’amichevole estiva, infatti, l’ala olandese è stata costretta a saltare quasi tutta la parte iniziale della sua prima stagione in Premier League.

Dopo il battesimo sul prato verde in maglia Blue, Robben ha costruito una magnifica intesa con i compagni di reparto, Didier Drogba e Damien Duff. Il trio offensivo ha contribuito pesantemente nel conseguimento del titolo della storica 2a Premier League, insieme ad una Charity Shield ed una Carling Cup. L’avventura londinese di Arjen Robben sembrava ormai navigare a gonfie , con i problemi ed acciacchi fisici relegati ad un ricordo del passato.
A maggior ragione quando, nella sua seconda stagione al Chelsea targato José Mourinho, Arjen Robben è riuscito a mettere in bacheca la seconda vittoria consecutiva in Premier League. Nonostante qualche assenza per infortunio, infatti, l’olandese è stato spesso scelto dall’allenatore portoghese per presidiare la fascia destra, ricoprendo appunto il ruolo di ala nel modulo 4-3-3 o 4-3-2-1 adottato dal tecnico nativo di Setubal.

La terza stagione a Londra è stata diversa dalle precedenti: visto il cambio tattico adottato da Mourinho, con l’abbandono delle ali Robben si è trovato indietro nelle gerarchie. Complice anche un infortunio subito da Joe Cole a stagione in corso, l’Orange è tornato a poter giocare con continuità, fornendo anche l’assist a Drogba per il gol decisivo in finale di Carling Cup contro l’Arsenal. A fine stagione, dopo aver vinto anche una FA Cup, è giunto il momento di cambiare nuovamente maglia e nazione.
Arjen Robben, trasferimento al Real Madrid: stagioni tribolate ai Galacticos
Dopo le tre annate in Premier League, valse i suoi 2 primi campionati lontano dall’Olanda, Arjen Robben ha spiccato il volo in direzione Madrid, per vestire la maglia del Real Madrid. Il suo acquisto, per cui Ramòn Calderòn ha sborsato 36.5 milioni di Euro, è andato a rinforzare una rosa stellare: Raùl, Robinho, Fabio Cannavaro, Ruud van Nistelrooy, Sergio Ramos ed altri, allenati da Bernd Schuster. Le due annate iberiche, però, non sono terminate nella maniera migliore, con l’olandese spesso out per infortunio.
Poco dopo il suo arrivo in Spagna, però, Robben ha subito alzato al cielo la Supercopa de España, mentre al termine della stagione 2007/08, suo primo anno in LaLiga, è riuscito nel compito di vincere il terzo trofeo nazionale in 3 differenti paesi, vincendo il massimo campionato spagnolo. Il suo addio ai Blancos, dopo soltanto due annate, è avvenuto alla fine della stagione 2008/09, in cui i Galacticos hanno dovuto cedere il passo ai rivali del Barcellona, classificandosi al 2o posto in LaLiga.

Arjen Robben, arrivo al Bayern Monaco: Bundesliga, Champions League e Treble
Dopo le due stagioni con alterne fortune in LaLiga al Real Madrid, nell’estate del 2009 il Bayern Monaco ha bussato alla porta delle merengues con un’offerta da 25 milioni di Euro, riuscendo a portare Robben in Baviera. L’acquisto da parte di Uli Hoeness si è rivelato uno dei più azzeccati nella storia della Bundesliga e del calcio europeo: il rapporto tra l’olandese ed il club tedesco è durato una decade, durante la quale sono stati scritti momenti storici mostrando una qualità di calcio senza eguali.
E nonostante il Triplete sfiorato alla prima annata al Bayern Monaco, per via della Champions League persa contro l’Inter, la storia d’amore tra Robben ed i bavaresi ha avuto un inizio scoppiettante: l’indomani del suo arrivo in maglia biancorossa è andato in campo contro il Wolfsburg, presentandosi con una doppietta. Anche in Baviera è stato fondamentale il suo ruolo: nel 4-2-3-1 ha formato, assieme a Franck Ribery, un duo di ali dalla qualità ed abilità in dribbling da sogno, che ha dominato in Germania ed Europa.

Dopo la Bundesliga in bacheca, insieme alla Coppa di Germania, Robben ed il Bayern Monaco hanno passato un periodo lontano dalle vittorie: nella 2a stagione un infortunio subito durante i Mondiali in Sudafrica ha limitato la sua presenza in campo, coi biancorossi giunti terzi dopo l’avvicendamento in panchina tra Louis van Gaal ed Andries Jonker; anche la stagione successiva ha visto il club bavarese mancare la vittoria: 2o posto in campionato e finale di Champions League persa ai rigori contro il Chelsea.
Proprio Robben è stato protagonista negativo della finale contro il Chelsea, facendosi parare un rigore da Peter Cech. Tutto ciò è stato solo il preludio della trionfale stagione 2012/13: con Jupp Heynckes in panchina il Bayern Monaco è riuscito a mettere in bacheca il Treble, ovvero la vittoria dei tre maggiori titoli stagionali. La conquista della Champions League ha rappresentato il riscatto per Robben rispetto al rigore sbagliato un anno prima, autore del gol del 2-1 definitivo in finale contro il Borussia Dortmund.
Arjen Robben,gli ultimi anni al Bayern Monaco: il ritiro, il ritorno al Groningen e la carriera da allenatore
Gli anni successivi alla vittoria della Champions League hanno visto Arjen Robben primeggiare in Bundesliga ed Europa, divenendo uno dei calciatori simbolo della sua era. Alla fine della sua esperienza a Monaco di Baviera, durante la quale ha visto sedersi in panchina allenatori del calibro di Jupp Heynckes, Pep Guardiola e Carlo Ancelotti, ha vinto ben 21 trofei, tra cui 8 volte la Bundesliga e 7 consecutivamente, la Champions League, Mondiale per Club e Supercoppa UEFA.
Nel suo ultimo anno, con il croato Niko Kovac in panchina, è riuscito a portare a casa sia il campionato tedesco che la Coppa di Germania vincendo in finale contro il Lipsia, prima di decidere di appendere gli scarpini al chiodo nel luglio 2019. Si è rivelata una scelta temporanea: appena un anno dopo ha deciso di rimettersi in gioco con la squadra in cui tutto ha avuto inizio, il Groningen: è sceso in campo 6 volte prima di dire definitivamente addio al calcio ed intraprendere la carriera di allenatore.