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Nel quartiere di Highbury un riconoscimento importante come il titolo di Campioni d’Inghilterra manca quasi 19 anni, troppi per una piazza importante come quella dell’Arsenal. La magia che si respira dalle parti dell’Emirates Stadium in questa stagione, però, riconduce solo a quello, alla voglia di mettere in bacheca un’altra Premier League.
Dopo un fantastico avvio di stagione disputato prima della Coppa del Mondo, l’Arsenal di Mikel Arteta sembrerebbe non essersi arrugginito durante la lunga sosta. Da quando è tornata in campo dopo Natale, infatti, la formazione londinese ha vinto cinque partite su sei e ne ha pareggiata una. Con la pesante vittoria ottenuta contro il Manchester United, i Gunners hanno anche ottenuto un primato e si sono ulteriormente lanciati nella corsa alla vittoria del campionato
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Una stagione memorabile: Arteta sulle orme di Pep
Centrocampista di ottimo livello da giocatore, Mikel Arteta vuole superarsi nelle vesti di allenatore. A Londra ha già fatto gioire i tifosi Gunners in campo, vincendo due FA Cup e due Community Shield, e ora vuole alzare l’asticella da manager. La sua formazione da tecnico, tra l’altro, non è una delle tante, dato che si è sviluppato al Manchester City, sotto l’ala di Pep Guardiola, al quale ha fatto da vice dal 2016 al 2019. Poi la grande chiamata dell’Arsenal, con cui si è messo in proprio.
Mattone dopo mattone, dopo aver già conquistato due trofei, Mikel Arteta sta provando a costruire qualcosa di serio dalle parti dell’Emirates Stadium. In questo stagione, però, i frutti del suo progetto sembrano essere davvero rigogliosi. Al termine del girone d’andata, i londinesi si trovano in 1ª posizione con 50 punti e solo tre partite senza aver conquistato il bottino pieno (due pareggi e una sconfitta). A rendere ancora più straordinario l’operato del manager spagnolo sono le cinque lunghezze di vantaggio sul Manchester City, la corazzata del vecchio amico Pep Guardiola, che ha anche giocato una partita in più.
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Oltre a questo l’Arsenal può vantare la seconda miglior difesa della Premier League con 16 reti subite, dietro solo al Newcastle (11), e il secondo miglior attacco con 45 gol fatti, alle spalle dello stesso Manchester City (53). Gran parte del gran potenziale dei Gunners si è visto nell’ultima gara contro il Manchester United, una delle formazioni più in forma in Inghilterra. Nel pirotecnico match dell’Emirates Stadium, la squadra di Mikel Arteta ha avuto la meglio grazie al gol vittoria di Eddie Nketiah, siglato al 90′, e ha consolidato la propria posizione da capolista.

Il paragone con gli “Invincibili” di Wenger: tra record e prospettive
Uno dei tanti allenatori che ha avuto Mikel Arteta è Arsene Wenger, una vera e propria istituzione dalle parti del Nord di Londra. L’allenatore francese, sulla panchina dell’Arsenal dal 1996 al 2018, è indissolubilmente legato alla storia del club soprattutto per una stagione memorabile, quella del 2003/2004. In quella occasione i Gunners, laureatisi campioni al termine dell’annata, collezionarono 45 punti nelle prime 19 giornate di Premier League.
Quello è il famoso Arsenal degli “Invincibili”, dato che non persero neanche una partita di campionato. Da questo punto di vista rimangono ancora ineguagliati, ma la formazione di Mikel Arteta è riuscita a fare meglio su un altro aspetto. Come detto, infatti, la compagine londinese vanta ben 50 punti nel girone d’andata, ben cinque in più rispetto a quella guidata da Arsene Wenger. Chissà se anche in questo caso sarà il titolo a coronare la stagione dei Gunners.

Il fattore Academy: Saka e Nketiah determinanti
Un altro segno distintivo della storia recente dell’Arsenal consolidato sotto la gestione di Mikel Arteta è l’Academy, nonché il settore giovanile. Negli anni da questo sono usciti calciatori del calibro di Ashley Cole e Cesc Fabregas e più recentemente Wojciech Szczesny ed Hector Bellerin. Nell’attuale rosa dei Gunners sono Bukayo Saka ed Eddie Nketiah i prodotti made in London che si stanno mettendo maggiormente in mostra in questa stagione.
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Il primo, il numero 7, è uno dei massimi trascinatori della formazione di Mikel Arteta. Con 7 reti e 7 assist, l’attaccante classe 2001 si è rivelato decisivo in varie sfide, una tra tutte l’ultima contro il Manchester United. Veloce, imprevedibile e dotato di un mancino che fa paura alle difese avversarie, Little Chili è uno è il gioiello di famiglia più prezioso in casa Arsenal. Un altro che si è messo in mostra contro i Red Devils è Eddie Nketiah. Diventato il titolare dell’attacco dei Gunners a causa dei problemi fisici di Gabriel Jesus, il numero 14 ha messo a referto 6 gol in 6 partite dopo i Mondiali, non facendosi cogliere di sorpresa.