Atalanta, alla scoperta del ds Zamagna: l’uomo che non sbaglia un colpo

Redazione
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Gabriele Zamagna è ormai da 11 anni e mezzo in forza all’Atalanta, club su cui si basa quasi totalmente tutta la sua carriera come direttore sportivo. Il dirigente ha avuto modo di creare un progetto importante che ha contribuito a portare l’Atalanta dalla Serie B alla Champions League, lanciando ogni anno nuovi talenti, collezionando importanti plusvalenze e effettuando ogni colpo di calciomercato con strategia e con la massima attenzione.

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La carriera da giocatore e allenatore

Prima di intraprendere la carriera come direttore sportivo, che gli ha permesso di incrociare la strada dell’Atalanta, Gabriele Zamagna ha militato nei campionati di Serie C e Serie B come giocatore, oltre ad aver intrapreso l’avventura come allenatore per qualche anno. Terzino di ruolo, la sua carriera come calciatore ha preso il via nel club della sua città natale, Rimini, con cui ha esordito in Serie B nella stagione 1981-1982. È rimasto, poi, nella squadra romagnola per altre tre stagioni, in cui ha giocato nel campionato di Serie C1.

Atalanta, alla scoperta del ds Zamagna: l'uomo che non sbaglia un colpo
Zamagna ex giocatore del Parma

Nel 1985 ha lasciato il Rimini per approdare al Livorno, squadra di pari serie, dove ha giocato per un anno e 6 mesi, prima di approdare al Parma, in Serie B, per l’ultima metà dell’annata 1986/1987, dove è stato impiegato con regolarità. Per altre due stagioni, Zamagna ha modo di continuare la sua avventura nella serie cadetta, questa volta al Messina, dove, però, non è riuscito a trovare lo spazio desiderato e, al termine della stagione 1988/1989, ha lasciato la Sicilia per trasferirsi al Viareggio in Serie C2, dove ha militato per due annate. Ha chiuso la sua esperienza come giocatore, infine, a un passo dalla sua Rimini, giocando alcune stagioni tra il San Marino e il Domagnano.

La carriera di Zamagna come tecnico, invece, ha preso il via al San Marino, dove per un breve periodo, durante la sua esperienza come giocatore nel club, ha anche allenato la squadra. Per il resto, il suo percorso da allenatore è stato legato al Bologna, dove, per 9 anni, dal 1993 al 2002, è stato impiegato nel settore giovanile.

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Zamagna, direttore sportivo dell’Atalanta

La carriera come dirigente

La prima esperienza di Zamagna come dirigente risale al 2002, proprio quando ha abbandonato la carriera da allenatore e ha ricoperto il ruolo di responsabile del settore giovanile del Parma, militante in Serie A. È rimasto in forza nella società gialloblù fino al 2009 e, negli ultimi anni, è stato direttore sportivo e consigliere del presidente Ghirardi. Da questo momento in poi, Zamagna si è dedicato unicamente alla carriera come ds, prima al Rimini nel 2009/2010, e poi all’Atalanta, dove è in forza ancora oggi. Nel 2010, infatti, Antonio Percassi, a pochi giorni dal suo ritorno alla presidenza del club bergamasco, ha scelto si affidarsi a lui per provare a creare un progetto che potesse rilanciare la squadra appena retrocessa in Serie B.

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Zamagna, direttore sportivo dell’Atalanta

Dalla Serie B alla lotta scudetto: gli 11 anni di Zamagna all’Atalanta

Al primo anno all’interno della dirigenza bergamasca, Zamagna è stato chiamato a deffettuare precise scelte sul mercato che potessero aiutare il club a risalire in Serie A. Per farlo ha scelto di non stravolgere la squadra e di aggiungere ad una rosa ricca di giocatori con parecchia esperienza nella serie superiore, come Doni, Tiribocchi e Manfredini, alcuni giovani, un modus operandi nuovo per la realtà bergamasca. In particolare, è rientrato dal prestito al Padova il ventenne Giacomo Bonaventura, che è stato aggregato alla squadra. Inoltre è stato confermato come primo portiere Andrea Consigli, anche lui poco avente poco più di 20 anni. Queste scelte hanno portato i risultati sperati e a fine stagione l’Atalanta ha chiuso al primo posto la Serie B, garantendosi la promozione in A, dopo solo un anno.

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Tra il 2011 e il 2016, l’Atalanta ha avuto stagioni altalenanti, in cui si è posizionata sempre nella parte destra della classifica, pur riuscendo a restare nella massima serie. In questi anni, però, si sono poste le basi per il successo delle annate successive, grazie ad un gran lavoro da parte di Zamagna, e in generale della dirigenza, che ha scelto di puntare sulla crescita del settore giovanile, per poi lanciare presto i giovani talenti in prima squadra, affiancandoli sempre, però, ad elementi con più esperienza. Da un lato, quindi, il calciomercato dell’Atalanta ha puntato sulla valorizzazione dei giovani in ottica futura, investendo i soldi delle plusvalenze nel vivaio, mentre da un altro ha effettuato alcuni acquisti low cost o sotto forma di prestiti, per riuscire a confermarsi ogni anno in Serie A, ragionando, quindi, sul presente.

Il 2016 ha rappresentato l’anno della svolta per vari motivi. Innanzitutto, la filosofia della società era ormai collaudata e iniziava a funzionare come un meccanismo ben oliato. In secondo luogo, si era arrivati al punto in cui la base della squadra aveva finalmente trovato una solidità importante, tanto da non risentire del continuo ricambio dei giovani. Inoltre, anche le plusvalenze ottenute con la cessione dei giocatori provenienti dal settore giovanile iniziavano ad essere consistenti. Infine, la ciliegina sulla torta è stata la scelta di affidare la panchina a Gasperini, che ha saputo interpretare al meglio la filosofia del club ed è riuscito anche a valorizzarla dal punto di vista del gioco e dei risultati.

A partire dalla stagione 2016/2017, l’Atalanta non si è più mossa dalle prime posizioni in classifica, centrando per i primi due anni la qualificazione in Europa League e per i restanti quella in Champions, arrivando anche a giocarsela per lo scudetto.

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Alessandro Bastoni (Italia) @Image Sport
Alessandro Bastoni (Italia) @Image Sport

Il settore giovanile e la filosofia di Zamagna

Andiamo a vedere più da vicino il lavoro di Zamagna all’Atalanta. Il ds, come spiegato in precedenza, ha scelto di costruire la squadra basandosi sul proprio settore giovanile e, affidandosi al grande lavoro dei talent scout, ha scelto di dare la priorità ad esso dal punto di vista degli investimenti. Tra i tanti talenti che sono usciti dalla Dea, saltano agli occhi nomi importanti come quelli di Alessandro Bastoni, Roberto Gagliardini, Frank Kessie, Bryan Cristante, Gianluca Mancini e Musa Barrow, alcuni dei quali sono cresciuti fin da piccoli nel club nerazzurro, mentre altri sono giunti a Bergamo da altre squadre per aggregarsi alla primavera, prima di essere lanciati in prima squadra. Tutti loro, in particolare, hanno prima contribuito in maniera importante alle stagioni della squadra e poi sono stati ceduti per cifre elevate.

Un po’ diversa, invece, è stata la situazione relativa a Dejan Kulusevski, anche lui proveniente dal vivaio dell’Atalanta, che è stato venduto alla Juventus per circa 35 milioni di euro, dopo un anno di prestito al Parma, avendo giocato solo tre partite con la prima squadra bergamasca. Un altro caso simile a quello dello svedese riguarda Amad Diallo, che, dopo due anni in primavera e metà stagione sotto la guida di Gasperini, con una manciata di presenze, è stato ceduto al Manchester United per una cifra di circa 40 milioni di euro, compresi i bonus.

Zapata Atalanta
Duvan Zapata, attaccante dell’Atalanta @Image Sport

Zamagna e il colpo più importante

Continuando il grande lavoro a livello giovanile e dopo tutte le plusvalenze ottenute, negli ultimi anni Zamagna ha iniziato a ragionare anche su colpi importanti che potessero andare ad impreziosire la rosa dell’Atalanta. Tra questi compaiono i nomi di Luis Muriel, Ruslan Malinovski e Teun Koopmeiners. L’acquisto che, però, si può considerare il vero e proprio colpo da parte del ds è quello di Duvan Zapata. Il colombiano, proveniente dalla Sampdoria, è stato acquistato dai nerazzurri nel 2018/2019, sotto forma di un prestito con diritto di riscatto esercitato l’anno seguente, per una cifra complessiva di 26 milioni di euro.

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Quello di Zapata è stato un investimento importante, che ha portato all’attacco della Dea ciò che forse era mancato fino a quel momento, ossia un centravanti capace di inserirsi al meglio nei meccanismi di squadra e di concretizzare le tante occasioni create da essa. Non è un caso, infatti, che in quello stesso anno l’Atalanta abbia effettuato un ulteriore salto di qualità qualificandosi per la Champions League. Anche l’attaccante stesso si è imposto come uno dei più apprezzati della Serie A e il suo valore è ulteriormente cresciuto.

Questo colpo dimostra come anche alla base di investimenti importanti da parte di Zamagna, ci sia un gran lavoro di strategia, per andare a colmare esattamente le lacune della squadra, in modo tale da far fruttare al meglio i soldi spesi.

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