Un altro grande atleta di caratura mondiale riconosciuto da tutti gli sportivi del mondo ci ha lasciati. A 500 giorni dalle Olimpiadi di Parigi 2024 e con gli Europei indoor di atletica conclusisi da una decina di giorni l’atletica mondiale è stata scossa da un grande lutto. Dick Fosbury non era solo questo, era molto di più e lo sarà per sempre. Per il mondo dell’atletica è e sarà difficile dire addio ad un uomo capace di rivoluzionare una intera disciplina, quella del salto in alto.
Il triste annuncio della sua scomparsa è stato dato lunedì 13 marzo dal suo agente Ray Schulte nel proprio profilo su Instagram. L’ex atleta è morto nel sonno domenica mattina all’età di 76 anni dopo aver subito una recidiva di linfoma. Una carriera breve quella dello statunitense che però è entrato nella leggenda, grazie ad una tecnica di salto che da bislacca è diventata universale. La consacrazione grazie al magnifico salto all’edizione a cinque cerchi di Messico 1968. In quell’occasione riuscì a conquistare la medaglia d’oro e il nuovo record mondiale di 2,24 metri.
Atletica, Dick Fosbury: un giro di 180° leggendario
Proprio alle Olimpiadi organizzate in Messico nel 1968 il giovanissimo ventunenne Dick Fosbury porta in campo internazionale la sua tecnica dorsale, che lo porta ad eseguire una corsa ad arco per poi concludere il salto con la schiena rivolta verso il materasso e la testa che guarda il cielo. Un vero e proprio giro di 180° sulla prospettiva che vedeva come tecniche eseguibili quella del giro di pancia e della forbice, entrambe con il corpo rivolto in avanti, dette ventrali.
Ma come nacque l’idea rivoluzionaria? Semplicemente da un lampo di genio dal ragazzino che meno ti aspetti, perché il giovane di Oregon era etichettato come il peggior saltatore in alto. Nel 1963 al meeting di Grant’s Pass decide di provare il back roll e tentare il superamento di quota 1,62, suo massimo con le tecniche tradizionali. Riuscì ad arrivare a più di 1,82 metri superando l’asticella con la schiena rivolta alla sbarra, da quel momento decise di allenarsi solamente utilizzando questa nuova tecnica.
L’Oro e il record mondiale di 2,24 metri, raggiunto con la tecnica innovativa, lo resero celebre. Così tanto che molti iniziarono ad utilizzarla e per questo fu titolata Fosbury flop. Nell’edizione successiva dei Giochi Olimpici a Monaco 1972 28 atleti su 40 gareggiarono con la sua tecnica, peccato che proprio Fosbury non riuscì a qualificarsi. Il fallimento personale lo indusse a lasciare la carriera agonistica. Proprio questo gesto potrebbe aver agevolato la definitiva consacrazione del metodo e della leggenda di Dick Fosbury.
Atletica, il salto Fosbury in Italia
La tecnica dello scavalcamento a gambero ideata da Dick Fosbury, come già accenato, fu subito ripresa e perfezionata in tutto il Mondo. In Italia una delle prime ad utilizzarla con enorme successo fu Sara Simeoni, pioniera del salto in alto al femminile. Oggi tutti i grandi atleti moderni della disciplina del salto in alto sono nati e cresciuti prima ammirando le gesta e i record sbancati con la tecnica oramai universale dell’agonismo per diventare loro stessi grandi protagonisti di questo sport. La tecnica rivoluzionaria è oggi immortalata in molteplici foto spettacolari con la testa in giù e la schiena ad arco sempre più nitide anno dopo anno.
L’Italia si affida ai giovani atleti in rampa di lancio. Con un team di atletica che in questi ultimi anni ha portato a casa tantissime soddisfazioni: dalle Olimpiadi di Tokyo nel 2021 agli Europei di Monaco 2022. Le competizioni continuano aspettando Parigi 2024. Per quanto riguarda il salto in alto il portabandiera (e magari non solo) è Gianmarco Tamberi, chiamato nelle ultime grandi uscite a difendere i record e i titoli conquistati negli ultimi anni. In campo femminile, con più difficoltà, possiamo puntare su Elena Vallortigara e una promettente Erika Furlani.