Barcellona, il dilemma di Xavi: una stagione da risollevare tra mille problemi

Con la pausa Mondiali, anche Xavi può approfittare di un momento di stop per tirare le somme e ricominciare: i mille problemi del tecnico e del Barcellona

Francesca Rofrano
8 Minuti di lettura

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Il mondo del calcio molto spesso ci propone avvenimenti e sensazioni che possono riportare alla memoria celebri frasi, opere contemporanee o più antiche, che hanno lasciato un segno indelebile nelle pagine della cultura mondiale. Una delle squadre che si presta al meglio a questo tipo di confronto è sicuramente il Barcellona. Nel corso della propria storia centenaria, i blaugrana hanno affrontato imprese paragonabili a quelle dei migliori cavalieri, acclamati da popoli interi al ritorno in patria. Ad oggi invece, la rotta sembra leggermente invertita, tanto da far sovvenire una delle tragedie più tormentate di William Shakespeare: il Macbeth. Paragonare l’allenatore Xavi Hernandez al Conte di Cawdor può risultare un tantino azzardato, ma la psicologia del personaggio è sicuramente tormentata, proprio come appare attualmente quella del tecnico.

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William Shakespeare
William Shakespeare

“Non sei senza ambizione, ma ti manca la crudeltà con cui devi accompagnarla”. Se dovessimo immaginare una sorta di dialogo tra William Shakespeare e Xavi probabilmente finirebbe con lo scrittore pronunciare queste parole. La celebre frase, presa dalla tragedia del Macbeth, racchiude infatti il senso di quella che, fino ad ora, si è rivelata essere la stagione del Barcellona. Ma come può, una citazione così antica, datata addirittura 1611, essere al passo con i tempi ed essere in qualche modo azzeccata per il percorso di un tecnico del 2022?

Da giocatore ad allenatore: come Xavi si è preso il Barcellona

Xavi Hernandez ha giurato fedeltà al Barcellona sin dalla sua prima esperienza calcistica nell’ormai lontano 1991, quando ha iniziato a mostrare il suo giovanissimo talento calcistico nella cantera rossoblù. Grazie alla sua straordinaria visione di gioco, il ragazzo si è reso protagonista di grandi prestazioni all’interno del rettangolo di gioco, tanto da essere preso poi preso subito in considerazione per diventare il regista della prima squadra. La sua carriera, costellata da tantissime vittorie, in campionato ed anche in Europa, gli è valso l’appellativo di “El Profe”, appunto il Professore; un soprannome che calza a pennello per le sue idee quasi da manuale del calcio. Dopo l’addio ufficiale al calcio giocato, Xavi si è imbarcato nelle sue prime avventure da allenatore, dapprima con la squadra qatariota Al-Saad per poi far subito ritorno in Catalogna, questa volta però per sedersi in panchina, al posto di Ronald Koeman.

Xavi, Barcellona @Image Sport
Xavi, Barcellona @Image Sport

Con la professionalità e il sangue blaugrana che gli scorre nelle vene, Xavi ha iniziato sin da subito a ristabilire i diversi ruoli sul campo di ciascun giocatore, probabilmente nel periodo peggiore degli ultimi decenni della storia del Barcellona. E chi, se non lui, poteva rendersi protagonista di una sorta di rinascita, sia a livello di gioco che di risultati? El Profe non ha avuto paura sin dall’inizio di prendersi alcune responsabilità: soprattutto dopo l’addio di Messi, il presidente Laporta e tutto l’ambiente hanno iniziato a mettere “una pezza” sul mercato acquistando giocatori non proprio all’altezza del predecessore. Prima con Aubameyang e poi con Luuk de Jong, Xavi si è ritrovato in una posizione di avere poche certezze soprattutto in attacco. L’ultimo arrivo poi, quello di Lewandowski, ha dato nuova luce e sicurezze ad una squadra che faticava a sbocciare. Con l’inizio della stagione de LaLiga 2022/23, la formazione del Barça ha iniziato a prendere forma sotto le direttive del tecnico.

Xavi, allenatore del Barcellona
Xavi, allenatore del Barcellona

Xavi e il Barcellona: pressione alle stelle

Quello che però sembrava essere l’inizio di una stagione più tranquilla e che soprattutto potesse riaprire le possibilità di vittoria del Barcellona, si è rivelata essere in realtà tutt’altro. I problemi gestionali, infatti, non possono essere risolti con l’arrivo in rosa di un solo giocatore. Lewandowski da solo non è bastato a far dormire sogni sereni a Xavi che, subito dopo il Clasico contro il Real Madrid perso per 3-1, si è mostrato avvilito di fronte alle telecamere: “La squadra è stata allestita per vincere titoli, se non lo faccio, un altro allenatore è pronto a provarci al posto mio. Ne sono consapevole, la vita da allenatore è così.” Che siano parole dette per una semplice presa di coscienza o per instaurare qualche dubbio nella dirigenza, Xavi non è stato messo evidentemente nelle condizioni ideali per gestire l’intera squadra.

Leggi anche: C’era una volta il Barcellona: dal Sextete del Tiki Taka all’Europa League senza Messi

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I primi candidi segnali di una non proprio serena convivenza tra il Profe e il Barcellona ci sono stati nelle prime partite di Champions league, in cui Xavi non è riuscito a trasmettere le proprie idee ai giocatori in campo. Nonostante il cambio tattico e le uscite fatte, anche troppo spesso, in difesa della squadra, allenatore e giocatori sembrano remare in due direzioni differenti con il risultato dell’esclusione dalla partecipazione alla competizione europea. Se da alcuni la “riunione” negli spogliatoi prima di InterViktoria Plzen è stata vista come un modo per rafforzare il rapporto di squadra e sperare tutti insieme in un’impresa calcistica per poi caricarsi ancora di più in vista della gara contro il Bayern Monaco, per altri è sembrato più un tentativo disperato di aggrapparsi ad un’eventuale sconfitta nerazzurra per poter proseguire il cammino europeo. La sfortuna però, quel giorno, non ha girato dalla sua parte e la squadra di Xavi si è ritrovata con un nulla di fatto, ma con l’occasione di competere per l’Europa League.

Xavi, tecnico del Barcellona
Xavi, tecnico del Barcellona

Xavi e il Barcellona: il ritorno dopo i Mondiali

Quella in Catalogna, comunque, resta una situazione da recuperare a tutti costi; Xavi deve approfittare della pausa Mondiale per ritrovare la tranquillità necessaria per far fronte a tutte le critiche e alla mancanza di personalità imputatagli. “Sono stressato, questa pausa è arrivata al momento giusto. Sono tecnico del Barcellona da un anno, ma sembra molto più tempo”. L’obiettivo finale rimane comunque quello di provare a conquistare almeno un titolo stagionale. Lui però, a differenza del Conte Macbeth non ha necessità di profezie e streghe per ritrovare se stesso. Per risollevare le sorti poco felici della sua squadra, Xavi non deve lasciarsi ingannare da condizioni esterne poco favorevoli e dalla mancanza di fiducia che arriva da quel popolo che, per anni, invece, ha acclamato le sue gesta sul campo.

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