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Passo dopo passo il Barcellona sta rimettendo la testa fuori dall’acqua. Le ultime prestazioni e soprattutto il 3-1 al Valencia tra le mura amiche del Camp Nou hanno riportato il giusto e necessario entusiasmo per ridare fiducia al tifo e per prepararlo al meglio al match di Champions League contro la Dinamo Kiev. Dimenticare il maggior talento della storia del club, cioè Lionel Messi, non sarà un processo facile né immediato. C’è la consapevolezza, la felicità e la fiducia verso il suo erede: Ansu Fati. E’ lui a vestire quella che è sicuramente una, se non la maglia più pesante nella storia del club blaugrana. Scelta difficile, in parte contestata ma che Ansu Fati è stato capace di rispettare a suon di gol, giocate e belle prestazioni utili a far tornare una sorta di luce in tutti coloro che avevano iniziato a non vedere più una sorta di luce in fondo al tunnel. La strada è ancora lunga, l’attaccante guineense naturalizzato spagnolo è ancora giovane, nato il 31 ottobre 2002 anche se sembra già avere la forza e le caratteristiche per poter reggere la pressione di un palcoscenico internazionalmente importante come quello del Camp Nou: stadio in cui sarebbe superfluo e quasi impossibile ricordare tutti i campioni che hanno avuto la possibilità di correre, segnare e/o emozionare tutti coloro che riempivano le gradinate di uno degli impianti più belli al mondo.
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Il futuro che avanza
Ansu Fati ha una grande responsabilità, più che una vera missione: riuscire a riportare il Barcellona lì dov’è sempre stata e dove merita di essere. Sarà dura, non ci vorrà poco ma il calciatore ha più volte ribadito di avere quella fame che possa aiutarlo a compiere la missione. Questi i principali motivi che starebbero sempre più convincendo il Barcellona a velocizzare le operazioni che possano portare al rinnovo del suo contratto fino al 2026. Il club ora guidato da Joan Laporta si è sempre distinto per aver creduto nei giovani, per avere quella capacità di carpire il loro talento e poi coltivarlo per poter farlo rendere al massimo: Lionel Messi ne è sicuramente stato la prova più grande, ma ora bisogna andare avanti e pensare al futuro.