Roberto De Zerbi, nato a Brescia il 6 giugno del 1979, a soli 43 anni ha gli occhi addosso di tutta Italia e ora anche dell’Europa. Cresciuto nelle giovanili del Milan, De Zerbi iniziò la sua carriera da calciatore, come centrocampista, nel Monza nel 1998. Soprannominato il piccolo genio, in omaggio di Dejan Savićević, ha trascorso la maggior parte dei suoi anni calcistici in Italia.
Il suo periodo migliore fu sicuramente quello al Foggia, dove collezionò 56 presenze, condite da 18 gol. Da sottolineare anche l’approdo all’estero, al Cluj, in Romania, dove rimase per due stagioni, salvo poi concludere la sua carriera in patria, al Trento nel 2013. Nonostante una carriera da calciatore di basso profilo, il calcio rimane la passione di Roberto De Zerbi che così il 27 novembre 2013 consegue il patentino da allenatore.

De Zerbi, dal ritorno al Foggia alla Serie A
Nel Novembre 2019 De Zerbi firma il suo primo contratto come allenatore, con la Darfo Boario, partendo così dai dilettanti, la Serie D. Prima stagione non felice che porta alla retrocessione della squadra in eccellenza e l’esonero dell’allenatore. Il Foggia però crede nel suo ex giocatore e decide di ingaggiarlo nel 2014. 90 partite come allenatore dei pugliesi, media di 1.89 punti a partita, un secondo posto in Serie C e play-off persi solo in finale contro il Pisa, sono risultati che mettono in luce De Zerbi.
L’allenatore bresciano si divide dal Foggia per ambizioni e ideologie diverse nel 2016. Arriva la prima grande chiamata, Ballardini esonerato e De Zerbi prende il suo posto sulla panchina del Palermo, in Serie A. In 13 partite un solo successo con i rosanero, 1 punto a partita di media ed esonero imminente. Continua l’avventura nella massima serie con il Benevento, dove rimane in carica fino a fine stagione 2017-2018. Ultimo posto con soli 21 punti e addio al club campano dopo appena un anno.

L’esplosione di De Zerbi al Sassuolo, filosofie di calcio che si intrecciano
Nonostante gli ultimi anni non brillanti, il Sassuolo per il dopo Iacchini, intuisce del potenziale in De Zerbi, decidendo di puntare sul bresciano. Un incrocio perfetto, un amore che sboccia subito come nelle migliori favole. Il calcio giovane, propositivo, verticale sono gli elementi chiave del calcio portato da De Zerbi in Emilia. Vengono lanciati molti giovani, da Marlon a Locatelli, da Traorè a Boga.
Grande merito anche quello di esser riuscito a rilanciare il talento del capitano Berardi, dopo le ultime stagioni poco felici. Aumentano anche i numeri personali di De Zerbi. 120 partite con il Sassuolo, 43 vittorie, 36 pareggi, 41 sconfitte; con una media punti di 1.38 per partita. Dopo 3 stagioni, 2 ottavi posti, un sistema di gioco europeo, grande rilevanza e spazio ai giovani, è pronto al grande salto.

De Zerbi: l’Italia non ci punta, si rimane sull’usato sicuro
Finita la stagione 2020-2021, a De Zerbi sta stretta l’Emilia, vuole nuovi stimoli, così decide di andar via e portare il suo calcio moderno ad alti livelli. La Juventus dopo il fallimento dell’esperimento Pirlo è alla ricerca di un nome nuovo: Zidane, Tuchel, si fanno avanti tanti nomi. Quella che però stuzzica di più i tifosi bianconeri è l’idea De Zerbi. Un calcio verticale, bello da vedere, offensivo, incentrato sui giovani, non si vede a Torino da anni, sembra questo il momento buono per riportalo sotto la mole.
La famiglia Agnelli porta avanti i contatti con l’allenatore ex Sassuolo, ma non si vuole rischiare, nessuna big italiana è pronta ad affidare la panchina a un giovane, con poca esperienza, con idee però nuove e europee. La Juventus allora decide di richiamare chi ha dato tanto alla causa, Massimiliano Allegri. Già allenatore di successo dei bianconeri, ma non apprezzato da tutti a causa del suo gioco, le filosofie, dalle voglia di tentare ad affacciarsi a un mondo nuovo. Soprattutto dopo il grande esempio di Arteta all’Arsenal, invidiato da tutta Europa.

De Zerbi, lo Shakhtar Donetsk per crescere
De Zerbi vuole affermarsi, vuole nuovi stimoli, che l’Italia non è disposta a dargli. Da qui nasce la scelta di andare all’estero, stupisce però la metà, va in Ucraina. Lo Shakhtar Donetsk, la squadra probabilmente più blasonata e europea del campionato ucraino, punta sull’allenatore italiano. Arriva il primo importante trofeo, la Supercoppa di Ucraina. In campionato la squadra di De Zerbi sembra proiettata alla vittoria, ma la guerra ferma tutto e il titolo non viene assegnato.
Un campionato quasi vinto portando la sua filosofia di gioco. Giovani, su tutti il lancio di Mykhailo Mudryk finito poi al Chelsea, il gioco offensivo e verticale, il pressing, alto e dinamico. La pecca però in quest’anno ucraino è la delusione cocente in Champions League. Dopo la qualificazione, attraverso i preliminari, ai gironi, arriva ultima nel girone dietro Real Madrid, Inter e la meno quotata Sheriff Tiraspol.

L’occasione al Brighton per mettersi in luce
Il 18 settembre il Chelsea acquista Graham Potter dal Brighton per 25 milioni, cifra astronomica che i seagulls non possono rifiutare. Panchina vacante, tanti giovani, gioco impostato sull’offensiva, il Brighton prova a portare avanti le idee del tecnico inglese con l’azzardo De Zerbi. Inizio altalenante, 3-3 con il Liverpool, un pareggio e 3 sconfitte nelle successive quattro. Arriva però la svolta proprio contro il Chelsea di Potter 4-1 e inizia ufficialmente la sua era.
Modulo classico, 4-2-3-1, De Zerbi fa crescere nuovi talenti, Mitoma, dall’ignoto a essere l’oggetto del desiderio di molte big, Caicedo si afferma, MacAllister, vince un mondiale da titolare con l’Argentina. Nonostante l’addio di Trossard a gennaio, non cambia il modo di giocare di De Zerbi. Non c’è un solo bomber, segnano tutti. MacAllister con 7 reti guida per ora la classifica, seguono Gross, Mitoma, Marsch con 6 gol. Sono stati superati già i gol fatti registrare da Potter nei suoi anni al Brighton in Premier.

Il Brighton attualmente si trova al settimo posto, con 39 punti in 24 giornate. Ogni squadra sopra i seagulls fino al Tottenham quarto, hanno più partite degli uomini di De Zerbi, che se dovessero vincere i recuperi sarebbero quinti, perfetta zona Champions League. Difficile arrivare sopra un ritrovato Liverpool o proprio gli Spurs, ma la magia della Premier League sta anche nel credere nelle favole.
Rimane da chiedersi che fine farà Roberto De Zerbi a fine stagione? Continuare con il Brighton e credere nel progetto, diventando il beniamino dei tifosi, puntando alla qualificazione all’Europa League e addirittura azzardare una quarta posizione? O ascoltare le numerose offerte dalle big del calcio europeo, dal Tottenham prossimo all’addio di Conte, o a un possibile post Pioli o Allegri in Italia.