Torino-Juventus è da sempre sinonimo di grandi emozioni, indipendentemente dalle performance dimostrare in campo da ambedue le contendenti. Un duello che spesso ha regalato spunti, polemiche e inaspettati risvolti al di fuori del rettangolo di gioco. Attraverso la presenza, o meno, di personaggi grotteschi capaci di attirare l’attenzione a sé.
Come a voler sottolineare quanto il derby della Mole, ancor prima di un appuntamento sportivo, rappresenti un vero e proprio evento mediatico. Torino-Juventus è anche questo, un turbinio di polemiche, comportamenti e risvolti che esulano talvolta dal mondo del pallone. Coinvolgendo il sentiment comune e addirittura personalità con un ruolo ben definito nella società.
Cosicché, a destare scalpore e incredulità ci ha pensato Mick Wallace, eurodeputato irlandese appartenente al gruppo di sinistra. Il sessantottenne, dalla folta chioma bianca, ha intrattenuto un esilarante siparietto al Parlamento europeo di Strasburgo. Scatenando una vera e propria bufera mediatica relativa al ruolo delle istituzioni. Collegato al rapporto intrattenuto da tali figure con il calcio. Una passione oramai palesata anche in sede lavorativa.
E non è la prima volta. Il binomio calcio-politica è un rapporto tutt’altro che labile, ma assai stretto. A dimostrarlo, oltre l’episodio Wallace sono anche altri precedenti che incuriosiscono per il modo in cui sono stati affrontati in sede istituzionale. Una circostanza spesso passata inosservata ma che racconta un interessante retroscena circa due mondi che seppur diversi seguono la medesima onda emotiva.
In tal senso, prima di raccontare qualche curioso episodio e aneddoto. Risulta importante spiegare il legame intrinseco che avvicina questi due mondi apparentemente diversi ma molto più simili di quanto pensato. A partire dal cosiddetto cosiddetto Panem et circenses, modalità politica seguita anticamente dall’Impero Romano. Parallelismo di un rapporto che nel tempo ha continuato a rafforzarsi ulteriormente. Diventando una vera e propria caratteristica dei due mondi.
Storia di un legame profondo
Il calcio non è solo sport ma anche un fenomeno sociale che arranca le proprie radici in ambienti totalmente diversi. Con intrecci notevoli e profondi. Il rapporto tra politica e mondo del pallone segue una prassi molto storico. Una modalità di potere spesso utilizzata talvolta per sviare problematiche interne al Paese, attraverso la passione calcistica. Un elemento di supporto ed aiuto.
Vicenzo Paliotto, storico del calcio e scrittore di diversi saggi, racconta del legame profondo tra calcio e politica estrapolando l’esempio del Colo Colo, prima squadra cilena arrivata nel 1973 a disputare la finale di Coppa Libertadores. Proprio in quei mesi in cui si stava preparando e poi si attuò il Golpe di Pinochet. Una circostanza volta dunque a sottolineare come la stessa politica nel mondo del pallone ha spesso ritrovato un alleato. Capace di far passare sotto traccia alcuni degli eventi storici più importanti.
Tuttavia, partendo dal passato, il calcio continua a costituire una colonna portante della politica. Sebbene assuma connotati totalmente differenti. Un presupposto che specialmente in Italia rappresenta talvolta l’istituzione all’interno dell’Istituzione stessa. Un gioco di parole che pone l’accento sull’importanza dello stesso. Una priorità nella vita delle stesse figure istituzionali, tale da diffondersi per l’appunto all’interno di aule decisionali.
Un modus operandi che negli anni sta sempre più prendendo piede, anche attraverso gesti ed inaspettati atteggiamenti che ne condizionano talvolta lo stesso operato istituzionale. Il calcio nella politica e viceversa è ormai una realtà in continua evoluzione. Un rapporto solido che seppur nel tempo ha modificato l’operato, continua a rappresentare una realtà molto evidente. Basta porre l’accento sull’atteggiamento di alcuni europarlamentare, Wallace in pole.
O viceversa, su alcune scelte prese in occasioni di eventi sportivi volti a rimandare un dibattito importante, come ad esempio quanto accaduto nel pre nel derby Lazio-Roma di Coppa Italia, lo scorso gennaio. O ancora, l’interrogazione parlamentare datata novembre 2019 contro l’operato arbitrale in Napoli-Atalanta. Una serie di circostanze ed esempi che dimostrano come calcio e politica, specialmente nell’ultimo decennio, navighino talvolta le stesse acque.
Le luci della ribalta
Il caso Wallace, il derby Lazio-Roma, l’inchiesta su Napoli-Atalanta. Tre episodi più avanti analizzati ma che raccontano tanto e di quanto il mondo del calcio stia sempre più occupando uno spazio predominante nelle aule istituzionali. Con le luci della ribalta sempre più accese ed incuriosite anche d atteggiamenti inaspettati. la stessa questione dell’eurodeputato irlandese ne è l’esempio.
Una circostanza analizzata a partire da un occhio meno politico ma più di intrattenimento. Perché come scritto in precedenza il rapporto tra Istituzioni e calcio nell’ultimo decennio si sta nutrendo anche delle luci della ribalta. Un’attitudine che, in maniera predominante, non sfugge nemmeno al mondo dei social. Intento a dare maggiormente risalto alla cronaca politica accompagnata da vicende calcistiche come sfondo. Circostanza che tra commenti, repost e video condivisi alza l’audience dando alle sedi istituzionali un alone di curiosità non indifferente.
Il segreto tuttavia per analizzare l’intenso rapporto tra questi due mondi apparentemente distanti è suggerito tuttavia dalla stessa cronaca. Quest’ultima che negli ultimi giorni ha attirato l’attenzione di stampa e social, andando a rappresentare le notizie maggiormente in tendenza. Una circostanza da non sottovalutare e che ha riscontrato grande risalto, con a capo come anticipato Wallace. Un europarlamentare che in sede istituzionale ha portato idee ma soprattutto la fede calcistica.
Il caso Wallace
Una scena che ha del grottesco, resa ancora più assurda dal ruolo istituzionale rivestito dal protagonista: Mick Wallace. L’eurodeputato irlandese, appartenente al gruppo della sinistra unitaria, si è alzato in piedi al termine della seduta, l’ultima dell’attuale legislatura, dichiarando: “Juve m***a e Forza Toro”. Il tutto caratterizzato a livello visivo dalla maglia granata indossata per l’occasione.
Una scena che oltre ad aver lasciato tutti di sasso ha generato anche polemiche accese ed altrettanti quesiti. Come è possibile che un eurodeputato possa lasciarsi andare a gesti così eclatanti? Ed ancora, è possibile che non esista un codice deontologico in sede parlamentare? Domande che poco hanno a che vedere con lo sport e più prettamente il calcio. Ma che certamente hanno acceso i riflettori e le curiosità di web e stampa.
Infatti, è bene sottolineare come l’atteggiamento di Wallace sia stato senza ombra di dubbio una scelta assolutamente sbagliata. Non tanto nei confronti della Juventus ma più in generale nei confronti di uno sport che specialmente da parte delle Istituzioni dovrebbe essere tutelato. Così non è stato ed in un mondo in cui tutto è oramai social l’immagine ha fatto il giro del mondo.
Un atteggiamento che non ha comunque stupito chi Wallace lo conosce anche solo a livello mediatico. L’irlandese non ha mai nascosto il suo essere tifoso sfegatato dei granata e chi frequenta certi ambienti ha imparato decisamente a capirne gli atteggiamenti. Rigorosamente con i sandali ai piedi e mai in giacca e cravatta, l’eurodeputato produce vino in Piemonte ed è da sempre estimatore del Torino.
Una caratteristica che non è certamente sfuggita ai tifosi della Juventus e più in generale alla stampa. Quest’ultima che ha commentato talvolta stizzita altre volte in modo più leggero un gesto che tuttavia non può e non deve essere ignorato. Ma la realtà è un’altra: Wallace è il maggior esponente del connubio tra calcio e politica, spesso espresso in sede Istituzionale dall’irlandese. Tuttavia, stavolta a decisamente schiacciato il piede sull’acceleratore.
I precedenti
Look da rockstar, classe 1955, Wallace non ha mai nascosto la passione per il Torino. Circostanza espressa dall’eurodeputato in più momenti. Anche se l’ultimo, il deciso messaggio diretto alla Juventus, ha registrato un limite che il deputato non avrebbe dovuto superare. Tuttavia, come anticipato, l’irlandese non è nuovo nel gridare la propria passione granata.
Già nel 2013, Wallace si presenta al Parlamento irlandese a Dublino con indosso una maglia del Torino durante un dibattito relativa ad un’importante legge per il walfare. Un’abitudine che porta con sé anche a Bruxelles, una volta eletto come eurodeputato. Nel marzo 2021 i granata sono coinvolti in una complicata lotta salvezza e conquistano una vittoria al cardiopalma, rimontando in casa con il Sassuolo. Un’occasione ghiotta che non sfugge all’irlandese.
Wallace appresa la notizia nn fa nulla per passare da inosservato ma anzi esplode in aula, commentando quanto accaduto e lasciando di fatto esterrefatti i colleghi impegnati in scelte di tutt’altro tenere. Un atteggiamento che nel tempo si è spostato anche sui social, un canale che ha permesso all’irlandese paradossalmente di diventare una sorta di star. Con a suo seguito tutti gli amanti del Torino e non solo.
Insomma, un personaggio curioso e a tratti grottesco che tuttavia rappresenta solo l’iceberg di situazioni che nel tempo si sono sempre più evolute. Wallace infatti non è l’unica figura politica che si è spesso lasciata andare a gesti eclatanti. In tal senso, il filo che unisce calcio ed Istituzioni è assai sottile. Con il primo che spesso ha condizionato gli stessi ritmi dei parlamentari e non solo.
Il derby Lazio-Roma
Il caso Wallace rappresenta solo la punta dell’iceberg. Tuttavia, è bene sottolineare come il binomio calcio-Istituzioni sia molto più stretto di quanto immaginato. Infatti, se l’episodio accaduto ha puntato i fari della ribalta sull’eurodeputato irlandese, protagonista per eccellenza. I precedenti in cui il mondo del pallone ha monopolizzato l’attività di deputati e senatori sono diversi. Talvolta sconosciuti o dimenticati ma non per questo meno curiosi.
Lazio-Roma, gara datata 10 gennaio 2024, ne è l’esempio. Il Fatto Quotidiano, in tal senso, è stato il primo a riportarne la curiosa notizia, ovvero la chiusura del Parlamento a causa del derby. Una scelta presa non per questione di ordine pubblico, come verrebbe da ipotizzare. Ma una decisione presa da Camera e Senato volta nel concludere la giornata lavorativa in anticipo, per non perdere le gesta delle due squadre impegnate all’Olimpico.
Una notizia che apparentemente potrebbe sembrare una fake news, ma che non lo è affatto. Chi per andare allo stadio, chi per seguire la partita in tv, la scelta dei senatori si è spostata sulla decisione di limitare il dibattito sulle armi da inviare a Kiev. Un argomento delicato ed assai importante, spesso evidenziato da ambedue le fazioni.
Indice di quanto, l’importanza del tema trattato rappresentasse, nonostante l’importanza, una variabile su cui soprassedere o rimandare l’appuntamento. Una scelta che non ha coinvolto tuttavia la Camera che dopo ore di pressing ha deciso di proseguire i lavori. Un esempio eclatante di quanto il calcio rappresenti una colonna portante anche per gli stessi impegni istituzionali.
Ma il derby made in Coppa Italia Lazio-Roma non è stato l’unico avvenimento a catalizzare l’interesse della politica, nel gergo più generale. Spesso, il calcio è oggetto di discussione sia a Montecitorio che a Palazzo Madama, registrando un’importanza tale da scatenare diatribe e solleciti piuttosto caldi. Tra questi, la richiesta di intervento al Ministro dello Sport. Circostanza accaduta nel 2019, con Napoli-Atalanta al centro delle polemiche.
L’oggetto della diatriba
Il calcio molto spesso finisce anche nelle aule parlamentari generando discussioni tutt’altro che arrendevoli. Un esempio, senza ombra di dubbio, è stata l’interrogazione al Ministro dello Sport presentata sia a Palazzo Madama che a Montecitorio. Oggetto della diatriba Napoli-Atalanta, datata 2019, con l’unirsi inaspettatamente di senatori e deputati di tutti gli schieramenti politici. Per una volta pronti a remare lungo la stessa direzione. “Potere del calcio“, oserebbero dire in tanti.
Cosicché al di là della richiesta pervenuta, Napoli-Atalanta è entrato all’interno delle aule parlamentari. Generando l’ilarità dei più che hanno seguito la cosiddetta interrogazione, caratterizzata anche dal riporto di dichiarazioni rilasciate da Ancellotti e De Laurentiis. Quest’ultime utilizzate come prova per sottolineare la mancanza di regolarità ed imparzialità nel campionato di Serie A.
Circostanza in cui Gianni Pittella, senatore del partito democratico, e Gaetano Quagliarello, senatore di Forza Italia, hanno presentato un’interrogazione al Senato poiché “un arbitro non ha concesso un rigore al Napoli, mentre un altro direttore di gare viceversa ha fischiato un penalty a favore della Juventus”. Con il VAR a fare da sfondo alla grottesca diatriba che ha catalizzato l’attenzione di internauti tifosi o, altresì, non amanti del calcio.
L’ennesimo esempio di un rapporto volto sempre più a unire due mondi che seppur diversi sono caratterizzati da un legame profondo. In cui a fare da collante, a differenza del passato, sono i protagonisti, ovvero le figure istituzionali. Veri e propri attori dediti nel fare entrare con prepotenza il mondo del calcio attraverso le aule Istituzionali più rappresentative.