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A volte la passione e l’impegno non bastano per centrare i propri obiettivi, la sorte e le circostanze possono accompagnarti lungo tutto il percorso ostacolando anche l’azione più semplice. Per Ivan Capelli il percorso automobilistico che lo ha portato nei migliori circuiti del mondo, si è rivelato tutt’altro che semplice, soprattutto sotto l’aspetto della competitività della monoposto. Le varie stagioni a cui il pilota ha preso parte hanno avuto sempre una costante negativa comune: un’auto disastrosa, che inciderà indubbiamente sulla carriera del pilota italiano.
L’approccio allo sport e la scelta determinante
Capelli muove i primi passi nel mondo dello sport non indossando una tuta e un casco, bensì calpestando un prato verde indossando la maglia delle giovanili della Pro Sesto, con cui giocherà fino ai 15 anni. Nel 1978, non appena compiuti i 15 anni, Ivan prende la decisione di abbandonare il mondo del calcio passando alle quattro ruote. Iniziando dalla Formula 3 Italiana, dove dopo due anni ottenne la vittoria del campionato stabilendo un record di vittorie, ben 9 su 13 gare disputate. L’anno successivo passa al team Coloni e partecipa al Campionato europeo Formula 3 dove da rookie conquista la vittoria del campionato con 4 successi e la soddisfazione di mettere in bacheca anche il primo posto nel GP di Monaco di Formula 3. Tutto sembra andare per il verso giusto e nel 1985 partecipa al campionato di Formula 3000 a bordo della March del team Genoa Racing chiudendo la classifica generale al settimo posto e vincendo il GP d’Austria.
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L’esordio in Formula 1 e il ritorno nelle 3000
Al termine della stagione 1985 la scuderia Tyrrell decide di fare esordire Capelli in Formula 1. Il pilota gareggia nelle ultime due gare del mondiale ottenendo un ritiro per incidente nella prima gara e un incredibile quarto posto nella seconda. L’ottimo piazzamento di fine stagione non convince comunque la scuderia, soprattutto per la mancanza di grossi sponsor, che dopo la prova rispedisce il pilota in Formula 3000. Rientrato nella categoria di competenza conquista il campionato europeo davanti a Emanuele Pirro e Pierluigi Martini. Durante lo svolgimento della stagione partecipa nuovamente a due Gran Premi di Formula 1, questa volta però a bordo dell‘AGS, un’automobile francese, con cui ottiene due ritiri.
Capelli e March: un ritorno per due
Nel 1987 Ivan Capelli torna nella massima lega motoristica a quattro ruote e questa volta non si tratta di una prova. La March, casa costruttrice britannica, ritrova la Formula 1 dopo 5 anni di assenza grazie allo sponsor della casa finanziaria giapponese Leyton House e offre un volante stabile a Ivan. Il primo anno, per via di uno scarso budget, non ci sono grandi aspettative nei confronti del pilota che comunque chiude una stagione, per alcuni aspetti positiva, conquistando anche un punto nel Gran Premio di Monaco. L’anno successivo l’automobile viene progettata da Adrian Newey, ingegnere che nei primi anni ottanta aveva già lavorato per la March. L’auto, nonostante la mancanza di spazio all’interno dell’abitacolo, manifesta una competitività sorprendente che consente al pilota italiano di conquistare vari punti nel corso della stagione, tra cui un secondo posto nel GP del Portogallo, e di concludere la stagione al settimo posto nel mondiale, miglior piazzamento di tutta la carriera.
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Capelli e March: un declino costante
Dopo stagioni soddisfacenti, nel 1989 inizia un declino inesorabile per Capelli e la sua scuderia. La monoposto progettata da Newey si mostra da subito difficile da assettare e da guidare per via di una aerodinamica troppo complessa a cui si aggiungono problemi di affidabilità che permettono al pilota italiano di arrivare al traguardo soltanto in due occasioni. Le casse della scuderia cominciarono a svuotarsi costringendo la casa costruttrice a cedere il team alla Leyton House. La stagione successiva inizia sulla scia di quella conclusa, l’auto è impossibile da guidare, i difetti dell’anno passato sono attenuati ma non eliminati e nelle prime gare la CG901 guidata da Ivan non riesce nemmeno a qualificarsi. La svolta sembrerebbe arrivare nel GP di Francia, dove grazie all’asfalto nuovo e all’assetto della monoposto, Capelli riesce a conquistare il secondo gradino del podio dopo avere mantenuto la testa della gara fino all’ultimo giro; noie al motore lo costrinsero a rallentare favorendo il sopraggiungimento di Alain Prost. Quel podio rappresenta l’unico arrivo a punti della stagione.

Un italiano in Ferrari
Dopo le tantissime difficoltà con la monoposto britannica, nel 1992 è la Ferrari a bussare alla porta del pilota ex March. La stagione che dovrebbe consacrare il pilota si rivela un totale disastro. La rossa non va, ha problemi di affidabilità ed è poco competitiva. Ivan conquista un quinto e un sesto posto ma questi pochi punti alla Ferrari non bastano, a due gare dalla chiusura del mondiale Capelli viene licenziato e al suo posto viene “promosso” il collaudatore Nicola Larini. Per Ivan l’avventura con la Ferrari aveva rappresentato l’opportunità di una vita a cui lui aveva risposto presente ma a cui la rossa aveva voltato le spalle.
Un ultimo tentativo: la Jordan
Nel 1993, dopo essere stato licenziato dalla scuderia di Maranello, Capelli passa alla Jordan. Anche l’esperienza nella scuderia irlandese non porta i risultati sperati: la monoposto è pigra e non è all’altezza delle avversarie. Dopo la mancata qualificazione al GP del Brasile, il team e il pilota decidono di interrompere il rapporto professionale: è la fine di una carriera mai sbocciata.

L’inizio di un nuovo capitolo in Formula 1
Dopo le molteplici delusioni in Formula 1, il pilota italiano prende parte a varie competizioni Gran Turismo soprattutto in Germania e in Spagna e nel 1995 partecipa all’ambita 24 ore di Le Mans. Nel 1998 intraprende una nuova carriera pur rimanendo nell’ambito della Formula 1. Per conto della Rai inizia a svolgere il ruolo del commentatore sportivo in coppia con Gianfranco Mazzoni, un ruolo che viene ricoperto per quasi 20 anni e che inserisce di diritto Capelli nella Hall of Fame dei telecronisti sportivi. Grazie alla sua voce ormai entrata nei cuori dei tifosi italiani, l’ex Ferrari prende parte al doppiaggio del cartone animato Cars e del videogioco F1 2000.