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La Sardegna calcistica non sta vivendo certamente la sua epoca d’oro, sportivamente parlando, dopo la retrocessione in Serie B della prima squadra della regione, il Cagliari, arrivata sette anni dopo l’ultima partecipazione dei rossoblù nel campionato cadetto. Un verdetto crudele, arrivato all’ultima giornata quando bastava solo un gol contro il già retrocesso Venezia per ottenere la salvezza, ma il destino aveva altri piani. Eppure c’è stato un periodo in cui il Cagliari aveva un altro appeal e faceva sognare i tifosi. E no, non parliamo degli anni ’70 e della squadra scudettata di Gigi Riva, ma di tempi molto più recenti in cui, pur non essendo arrivati a vincere il tricolore, il caro vecchio Sant’Elia era comunque teatro di imprese memorabili.
Erano i primi anni 2000 e, dopo tre anni in Serie B, i rossoblù guidati da Edoardo Reja e trascinati da un intramontabile Gianfranco Zola riapprodano nella massima categoria e stavolta per restarci. Tanti sono gli uomini simbolo di quel “Cagliari dei miracoli“, una squadra che per qualche anno ha fatto sognare il popolo rossoblù sfiorando anche una clamorosa qualificazione europea.

La promozione in Serie A e il sorprendente cammino in Coppa Italia con Danilo Arrigoni
Nella stagione 1999/2000, sotto la guida di Renzo Ulivieri, i rossoblù tornano a riassaporare il gusto amaro della retrocessione e, dopo stagioni altalenanti ma con comunque buoni traguardi raggiunti (tra cui una qualificazione in Coppa Uefa con Carlo Mazzone), rientrano nell’anonimato. La stagione della svolta è quella del 2003/2004: dopo l’esonero di Gianpiero Ventura, in panchina arriva l’esperto Edy Reja che grazie all’essenziale contributo di elementi come l’honduregno David Suazo, Mauro Esposito, l’esuberante Antonio Langella e l’immancabile Gianfranco Zola, conduce i sardi alla promozione dopo una cavalcata terminata al secondo posto solo per la differenza reti sfavorevole con il Palermo. Per il ritorno in Serie A, stagione 2004/2005, la panchina viene affidata all’esordiente Daniele Arrigoni, tecnico emiliano che al primo anno tra i grandi si rende protagonista di una stagione esaltante: i rossoblù si rivelano una fortezza tra le mura casalinghe del Sant’Elia, mentre faticano maggiormente lontano dalla Sardegna. Ciononostante galleggiano stabilmente nella parte nobile della classifica, salvo il crollo finale che comunque non macchia un campionato di tutto rispetto che li vede terminare la loro corsa al dodicesimo posto.

Ancora più sorprendente il cammino in Coppa Italia: il Cagliari si sbarazza facilmente della Triestina nel primo turno eliminatorio con un punteggio complessivo di 6-2 tra andata e ritorno. Più impegnativa la sfida che i rossoblù affrontano agli ottavi finale quando si trovano di fronte la Lazio. Nonostante gli sfavori del pronostico, nella gara di andata al Sant’Elia la squadra di Arrigoni si impone per 2-1 grazie ad un rigore di Gianfranco Zola nel finale. Il ritorno all’Olimpico è per cuori forti: i biancocelesti hanno la meglio nei novanta minuti sempre per 2-1, portando di conseguenza la sfida ai supplementari. Nel finale dei primi quindici minuti di extra time Zola porta avanti i sardi, la Lazio va all’arrembaggio ma sfonda il muro rossoblù solo al 119′, troppo tardi per salvare la qualificazione. La Lazio vince 3-2 ma il Cagliari passa grazie ai gol in trasferta. Ai quarti l’avversario designato è la Sampdoria: vittoria in scioltezza all’andata per 2-0 e altra sconfitta indolore al ritorno che fa continuare il sogno dei sardi, arrivati addirittura in semifinale.
Qui è il turno dell’Inter, al Sant’Elia altra grande prova dei ragazzi di Arrigoni che evitano la sconfitta e portano a casa un pareggio per 1-1. A San Siro i nerazzurri si impongono per 3-1 ma il Cagliari saluta a testa altissima una competizione che l’ha vista arrivare in fondo da neopromossa.
L’arrivo di Allegri e la grande rimonta: i rossoblù sfiorano l’Europa
Le successive tre stagioni vedono i sardi conquistare salvezze relativamente tranquille nonostante i numerosi avvicendamenti in panchina. Nel 2008 la guida tecnica dei rossoblù viene affidata all’esordiente Massimiliano Allegri, alla sua prima stagione nella massima serie. L’avvio è tutt’altro che esaltante: nelle prime cinque partite arrivano cinque sconfitte, con un solo gol fatto e ben dieci subiti. Nonostante questi numeri impietosi, il presidente Cellino conferma la fiducia al tecnico livornese, il quale in poche settimane dà il via a un netto cambio di marcia. Trascinati dai leader Daniele Conti, Andrea Cossu e Jeda, i rossoblù iniziano un’inattesa rimonta in classifica, strappando punti preziosi anche a squadre di vertice come lo 0-0 casalingo contro il Milan, l’1-1 a San Siro con l’Inter e la stupefacente vittoria per 3-2 a Torino contro la Juventus. La squadra di Allegri, dopo un inizio complicato, si ritrova addirittura a competere per un posto in Europa League, ma gli altalenanti risultati del finale del girone di ritorno la costringono ad “accontentarsi” di un nono posto. Una stagione comunque memorabile per i rossoblù e per lo stesso Allegri, il quale in seguito al campionato appena concluso viene premiato come Allenatore dell’Anno e ha avuto in seguito la possibilità di approdare in grandi piazze come Milan e Juventus dove ha ottenuto successi a suon di record.