L’urna di Nyon ha dato la sua traccia, ora starà alle protagoniste proseguire verso la gloria. Gli accoppiamenti e il conseguente percorso della Champions League avrebbe riservato un trattamento sicuramente interessante per le rappresentati italiane. Evitati gli spauracchi Manchester City, Bayern Monaco o Real Madrid, vedremo un derby tutto tricolore tra Milan e Napoli, mentre per l’Inter ci sarà ancora il Portogallo nel proprio destino: i nerazzurri se la vedranno con il Benfica di Roger Schmidt.

Per di più, oltre ad aver l’assoluta certezza di vedere in semifinale una squadra italiana, anche il sorteggio del tabellone sorride alla Serie A. Infatti, le vincenti di Milan-Napoli e Inter-Benfica si sfideranno per un posto in finale, dando così il 75% di chances di vedere un’esponente azzurra, all’atto finale di Istanbul. Il fascino della Champions League, a volte, regala soddisfazioni di questo genere, ma guai, soprattutto per i nerazzurri, a sottovalutare i Lusitani, compagine tutt’altro che agevole. Scopriamone, dunque, di più su questo storico confronto.

Champions League, Inter-Benfica: la storia della sfida
Sfida inedita che vedrà la luce per la prima volta nella storia della Champions League. O meglio, da quando il torneo ha preso questa denominazione. Inter e Benfica daranno vita ad uno scontro senza precedenti, conseguente, però, ad altri tre confronti tra di loro, giocati in palcoscenici differenti. Il passato tra nerazzurri e portoghesi sorride alla squadra di Simone Inzaghi: due vittorie e un pareggio, con la speranza di ripetersi il prossimo aprile.
Essere a questo punto della competizione non era affatto scontato, né per l’una, né per l’altra, eppure un tempo la musica era ben diversa. A partire dagli anni 60′, quando ancora lo pseudonimo era Coppa dei Campioni, Inter e Benfica caratterizzarono, chi prima chi dopo, quasi l’intero decennio. Entrambe conquistarono la vetta d’Europa per ben due volte, ma, ora, è proprio la prima gloria nerazzurra a scaldare i cuori di tutti i tifosi, ripensando a quel 27 maggio 1965.

In quell’occasione, l’Inter di Helenio Herrera, si laureò campione d’Europa proprio contro il Benfica, vincendo per 1-0, grazie alla rete di Jair. Il fenomenale Benfica di Eusebio, messo al tappeto, contro ogni pronostico. Una squadra dominante nei primi anni 60′, riportata sulla terra da un gruppo guidato da calciatori del calibro di Sandro Mazzola e Luis Suarez, oltre al carismatico Giacinto Facchetti.
Più recenti, in un certo senso, gli altri due precedenti, ma questa volta avvenuti nella vecchia Coppa Uefa 2003/2004. Anche in questa occasione, si trattava di quarti di finale, terminati con il pareggio per 0-0 all’Estadio da Luz e 4-3, in favore dell’Inter, a San Siro, in un match a dir poco spettacolare. L’avventura nerazzurra si fermò, poi, al turno successivo contro il Marsiglia. Indipendentemente da questo, guardando la storia, c’è davvero una ragione, scaramanticamente, per strappare un sorriso.

Champions League, il cammino dell’Inter
Sorridere si, ma non troppo. Arrivati tra le migliori 8 squadre del continente, nessun avversario, ora, sarà semplice da affrontare. L’Inter lo sa, avendo passato l’intera Champions League con lo scomodo ruolo di outsider. Non era certo nei pronostici, vedere la truppa di Inzaghi giungere fino a qui, eppure se è riuscita a superare un girone con Bayern Monaco e Barcellona, e resistere al sempre insidioso Porto, qualcosa vorrà pur dire.

La concretezza ha reso grande la Beneamata, anche in Europa. Partita come da pronostico, perdendo 0-2 contro il Bayern e vincendo contro il Viktoria Plzen, l’Inter si sarebbe giocata la qualificazione agli ottavi con il Barcellona di Xavi. In un doppio confronto accesissimo, non senza qualche polemica o scaramuccia, i nerazzurri sfoderano gli artigli e s’impongono prima per 1-0 al Meazza, rete di Calhanoglu, poi confezionano un 3-3 al Camp Nou, dal sapore dolcissimo.
Dopo aver ipotecato la qualificazione, ora serviva solo chiudere la pratica: contro il Viktoria Plzen, l’Inter si libera dei fantasmi del passato e conclude un autentico capolavoro. Qualificazione ottenuta, ma una fame di successo non ancora placata. Complice il cinismo, la volontà e un pizzico di fortuna, i tre volte campioni d’Europa superano l’ostacolo Porto senza subire reti, soffrendo, ma esultando ad un ritorno ai quarti di Champions League dopo ben 12 anni.

Champions League, il cammino del Benfica
Il traguardo interista è stato raggiunto e l’urna di Nyon ha riservato un altro viaggio in Portogallo. Questa volta nella capitale, Lisbona, contro un avversario davvero di grande qualità: il Benfica. Ne sa qualcosa la Juventus, avendola affrontata nel girone di qualificazione e avendo assaggiato tutta la qualità, la sfrontatezza e il gioco frizzante, della compagine portoghese. 1-2 all’Allianz Stadium, 4-3 al da Luz: due vittorie che hanno condannato i bianconeri all’Europa League.

Il cammino della formazione di Roger Schmidt è partito da molto lontano, superando agevolmente Midtjylland e Dinamo Kiev ai preliminari e chiudendo al primo posto un girone con Juventus, Psg e Maccabi Haifa. Agli ottavi di finale, il Benfica non ha avuto problemi a schiantare il Bruges, accedendo ai quarti di finale con una facilità, a tratti, irrisoria.

Assieme al Napoli, forse rappresenta la più bella rivelazione di questa edizione della Champions League. Un team ben amalgamato, formato dal giusto mix di gioventù ed esperienza e in grado di fare male in tanti modi. Il Benfica si è meritato il rispetto di tutti e vorrà dimostrare, nella sfida contro l’Inter, di meritare anche qualche traguardo in più. Tutto lascia presagire a due match di infinito fascino.

Champions League, Inter-Benfica: tattiche e stili di gioco
Dopo aver evitato i pericoli maggiori, almeno sulla carta, Inter e Benfica saranno pronte a scendere in campo il prossimo 11 aprile, in quel di Lisbona, per il primo atto dei quarti di Champions League. Due squadre che giocano un calcio prettamente diverso, sia per assetto che per concezione. I nerazzurri sono una formazione compatta, con una chiara identità difensiva, ma anche con grandi potenzialità offensive, vista la presenza di grandi goleador.

Il vero problema per Simone Inzaghi, quest’anno, è stata proprio l’incostanza, soprattutto in campionato. Nonostante ciò, negli appuntamenti importanti, l’Inter si è dimostrata affidabile, magari adottando uno stile di gioco più attendista, ma quantomeno efficace. Squadra che può attingere giocate importanti da tanti interpreti, come Dzeko, Lautaro, Lukaku o anche dai vari Barella, Dimarco o Mkhitaryan. Incostante ma compatta al momento opportuno: piegarla non sarà di certo una passeggiata.

Non sarà facile nemmeno superare un formazione così funambolica, convincente e di enorme potenza distruttiva. Il Benfica è stato un carrarmato per tutta la stagione: Schmidt propone, solitamente, un 4-3-3 con il trequartista, giocando a ritmi vertiginosi, ma concedendo qualcosa dietro, di tanto in tanto. I maggiori pericoli possono arrivare da diversi giocatori: dal gioiellino Goncalo Ramos, da David Neres e dal grande ex, Joao Mario.

Se lasciati esaltare, possono rivelarsi molto pericolosi, ma contenendo le loro folate, tutto può diventare possibile. Due team molto diversi, per caratteristiche, indole e idee di gioco: ingredienti perfetti per dar vita ad una sfida assolutamente spettacolare. Inter-Benfica, quarti di Champions League, a caccia della semifinale.