Champions League, Manchester City-Atlético Madrid è Guardiola-Simeone: 2 filosofi del pallone all’ossimoro

Lorenzo Bosca
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Hamilton-Verstappen, Rossi-Biaggi, passando per Muhammad Ali-Joe Frazier e Fausto Coppi-Gino Bartali: la storia dello Sport da sempre ci regala rivalità sportive abili nel farci rimanere col fiato sospeso, emozionandoci e accompagnandoci durante la nostra vita. Rivalità in più di un’occasione caratterizzate dalle diversità (sportive e non) dei due protagonisti in campo, campioni agli antipodi, che in quanto tali giocano, per non dire vivono, solamente per la vittoria finale. Nel prossimo turno di Champions League a fare da protagonista ai quarti di finale sarà uno di questi antagonismi. I sorteggi di Nyon hanno infatti regalato ai supporters calcistici di tutto il globo una sfida attesa quanto imprevedibile: Manchester City- Atletico Madrid

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Guardiola-Simeone, due re per un trono

Basta pronunciare il nome di uno di questi due club per pensare meccanicamente (ancora prima che ai calciatori che compongono le proprie rose) agli allenatori che dirigono le rispettive panchine: Josep “Pep” Guardiola e Diego “Cholo” Simeone. Due mister ugualmente vincenti ed ugualmente iconici, capaci di scrivere le più importanti pagine calcistiche dell’ultimo decennio. Spagnolo il primo, argentino il secondo, insieme condividono solamente la vetta della classifica degli stipendi per mister di club: circa 40 i milioni percepiti annualmente dal colonnello dell’Atletico a fronte dei poco più di 23 incassati dal numero uno di Manchester. È in particolar modo però la maniera di dirigere le pedine dello scacchiere in campo che caratterizza il gioco è la visione dei due strateghi del pallone. Funambolico tiki taka da un lato contro il Cholismo dall’altro, il palleggio faccia a faccia con l’aggressività, l’attacco versus la difesa. Modi e filosofie di esprimersi agli antipodi, ma ugualmente vincenti, pronte a confrontarsi il prossimo 6 aprile oltremanica, prima del ritorno, la settimana seguente, in quel di Madrid. Solo il futuro e i 180 minuti a disposizione per i 22 alfieri sul terreno di gioco potranno dirci chi avrà ragione e a noi non resta che aspettare una sfida che sa di resa dei conti.

 

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