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Il primo Gran Premio della Formula 1 targata 2022 inizia in Bahrein, dove la stagione si apre in notturna. Dopo due anni molto difficili per la Ferrari, nessuno scommetterebbe sul Cavallino, forse neanche i piloti stessi. Ma durante le qualifiche del sabato Charles Leclerc scende in pista e, con grande stupore di tutti, conquista la pole position. Un fuoco di paglia? Forse. Si accende il giusto entusiasmo, ma è contenuto, visti i precedenti. La domenica, però, conferma che qualcosa è cambiato, la monoposto di Maranello è veloce e risponde alla battaglia: la rossa porta a casa una doppietta storica che non si registrava da anni e che fa impazzire i tifosi. Sul secondo gradino del podio si alza Carlos Sainz, una scommessa per la Ferrari, che ha funzionato e che ha già provveduto al rinnovo, su quello più alto, invece, si erge Leclerc, una sorta di Harry Potter dei nostri giorni, che conta le sue cicatrici e lo stesso grado di predestinazione.
Charles Leclerc, dagli inizi in Kart alla GP3: i primi passi della carriera
All’età di otto anni, il piccolo Charles inizia la sua carriera sui kart. Al suo fianco c’è Jules Bianchi, il migliore amico di suo fratello maggiore, il compagno con cui sognare un giorno una vita in Formula 1. Leclerc è un vero talento e si fa notare subito, vincendo un titolo dopo l’altro. Ma come ha raccontato lo stesso pilota in alcune interviste rilasciate in questi anni, proseguire nelle corse con i kart costava moltissimo e la famiglia Bianchi, che con la sua aveva uno stretto legame decise di aiutarlo. Jules aveva come manager Nicolas Todt, procuratore sportivo di numerosi piloti, e su indicazione del giovane francese inizia a tenere d’occhio il piccolo monegasco. Il figlio dell’ex team principal della Ferrari impiega poco tempo per capire che quel bambino è davvero forte nella guida e lo accoglie nella compagnia di management ARM, da lui diretta.
Leclerc, che in questi anni inizia le prime battaglie contro un certo Max Verstappen, passa attraverso una serie di campionati e nel 2014 arriva alla guida di una monoposto. È proprio in quell’anno, mentre affronta il campionato di Formula Renault 2.0 Alps, che Charles è costretto a far fronte alla prima grande cicatrice: perdere il suo fratello acquisito, l’amico con cui è cresciuto. Nei nove mesi in cui Bianchi è in coma, a seguito del terribile incidente di Suzuka, il monegasco prosegue nella sua carriera approdando nella Formula 3 europea, categoria che chiude in 2ª posizione, ma a luglio 2015 la peggiore delle notizie lo colpisce, perché Jules ha smesso di lottare. Nel 2016 il Predestinato entra nella Ferrari Drivers Academy, cosi come aveva fatto l’ex pilota francese, che era stato il primo ad entrare in questo progetto fondato a Maranello nel 2009. Sulle orme del venticinquenne, Leclerc si distingue nel campionato di GP3 Series, che riesce a vincere, nonostante il ritiro nell’ultima gara stagionale.
Charles Leclerc, la Formula 2: l’approdo, l’addio e il trionfo.
Il 2017 è l’anno che consacra definitivamente Charles Leclerc. Ad appena sette giorni dalla conclusione della GP3 Series, nel quale il pilota ha trionfato, arriva l’annuncio del suo passaggio in Formula 2, dove corre con la Prema Recing, scuderia italiana. Il monegasco approda in una categoria completamente nuova, ma questo non lo spaventa e a testimoniarlo sono i risultati: in Bahrein in gara-1 che apre la stagione trova subito la pol position, chiudendo poi al terzo posto, in gara-2 centra la sua prima vittoria. Replica subito a Barcellona, dove conquista la prima gara, piazzandosi quarto nella seconda. La prima delusione arriva nella sua Montecarlo, dove è costretto al ritiro in entrambe le occasioni, dopo essere partito dalla prima posizione della griglia.
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Arriva giugno, un mese che Charles non potrà mai dimenticare. A pochi giorni dal weekend di Baku, muore suo padre Hervè, dopo aver combattuto a lungo contro la malattia che lo colpiva. Tutti si aspettano che il pilota rinunci alla tappa, per ovvie ragioni, ma sull’aereo per l’Azerbaigian c’è anche lui. Alla fine di una settimana terribile, il monegasco sale nella monoposto, abbassa la visiera e fa ciò che lui chiama “il suo dovere“, quindi onorare l’uomo che l’ha avvicinato a questo sport. Charles centra l’ennesima pol e domina gara-1. Il podio, per lui, non è una festa, è un modo per ringraziare, per salutare per l’ultima volta il suo papà: i suoi gesti sono continui rimandi e messaggi verso il cielo. La certezza del titolo arriva a Jerez, quando mancano ancora tre gran premi alla fine della stagione, ma a Leclerc basta arrivare davanti al rivale Oliver Rowland, per portarsi a casa il primo mondiale, che conclude con 282 in classifica.
Charles Leclerc, Formula 1, capitolo primo: la Sauber
Tra il 2016 e il 2017 Charles prende parte ad alcuni test di Formula Uno: il primo al volante di una Ferrari, poi come collaudatore della Haas e infine con la Sauber. È proprio con la scuderia svizzera che il Predestinato affronta il suo primo campionato con i grandi: l’esordio nel 2018 è in Australia non è spettacolare come quello vissuto in Formula 2, dopo una qualifica difficile e una partenza dalla 18ª posizione in griglia, chiude il gran premio 13°.
I weekend successivi sono allo stesso modo complicati, ma la sorte vuole che i primi punti della sua carriera in F1 arrivino nel circuito di Baku. L’Azerbaigian è fonte di ricordi dolorosi, incorniciati da una vittoria emozionante, così come lo è stato il meraviglioso sesto posto del 2018. Vincere un Gp è fuori discussione, ma la zona punti al monegasco piace, a confermarlo sono i successivi piazzamenti, come quello in Austria: i due piloti della casa automobilistica elvetica arrivano rispettivamente nono e decimo, siglando una doppietta in top ten che non si registrava dal 2015. Alla fine dell’anno, dopo altre chiusure a punti e alcuni ritiri, finisce il mondiale 13°, portandosi a casa il premo come rookie dell’anno.
Charles Leclerc, Formula 1, capitolo secondo: la Ferrari
In un’intervista rilasciata tempo fa a La Gazzetta dello Sport, Leclerc ha raccontato di quando da ragazzino visitò Maranello. Ad accompagnarlo nel luogo dei sogni c’era l’amico di sempre, Jules Bianchi, che era già parte integrante del progetto della Ferrari Drivers Academy. Proprio in via di questo, una volta arrivati all’ingresso, il francese ebbe il permesso di entrare, mentre il monegasco fu fermato all’ingresso: “Jules mi disse «Lavora e un giorno ti faranno passare» e quel giorno è arrivato” ha dichiarato Charles, che ha fatto sua la Ferrari nel 2019, sostituendo Iceman, Kimi Raikkonen, l’ultimo vincitore di un mondiale con il Cavallino. Il desiderio di una vita si è finalmente realizzato e non c’è tempo per il Predestinato di aver paura, quindi nella prima gara ufficiale alla guida di una rossa, in Australia, chiude con un ottimo quinto posto. Due settimane dopo diventa il secondo pilota più giovane, dopo il compagno di squadra, Sebastian Vettel, a conquistare la pol position. Come cartolina da visita, quella del monegasco non è niente male e dopo questa prima pedina, riesce anche ad agguantare, nella stessa gara, il podio, arrivando terzo dietro Hamilton e Bottas. Dopo tre quinti posti e un ritiro, il pilota nativo di Montecarlo colleziona quattro podi consecutivi, poi ancora un ritiro in Germania e un quarto posto in Ungheria.
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Il Gran Premio del Belgio è un altro capitolo estremamente difficile della vita di Leclerc: nel giorno in cui realizza un’altra pol, uno dei suoi migliori amici nel circuito, uno di quelli che ha conosciuto quando correva con i kart insieme a Pierre Gasly ed Esteban Ocon, Anthoine Hubert, muore a seguito di un incidente gravissimo in Formula 2. L’ennesima cicatrice su un cuore troppo giovane. Poco prima della partenza del Gp di Formula 1, il giorno dopo l’accaduto, il pilota francese dell’Alpha Tauri si è avvicina al monegasco, sussurrandogli poche e semplici parole: “Vinci per lui” e così Leclerc ha fatto. In un giorno triste ed indimenticabile, la rossa di Maranello torna sul gradino più alto del podio e lo fa con una giovanissima promessa. Una settimana dopo si corre in Italia, a Monza, e il Predestinato si ripete trionfando ancora, lì dove la Ferrari non vinceva da nove anni. Il suo mondiale finisce al quarto posto, ma le premesse sono ottimali.
Il 2020 e il 2021 sono stati due anni davvero difficili per la scuderia italiana, che non è mai riuscita a trovare la quadra giusta per portarsi allo stello livello di Mercedes e Red Bull. Charles riesce a trovare qualche miracoloso podio, ma il distacco con le case rivali è abissale e il pilota classe 1997, non ha mai nascosto quanto fosse complesso gareggiare con una monoposto mai al top. Tre podi in due anni sono un bottino misero per il Cavallino, che decide di chiudere il lungo rapporto con Sebastian Vettel, rimasto comunque nel cuore dei tifosi ferraristi, che sulle note di una rivisitata Azzurro di Adriano Celentano ha fatto sorridere e commuovere tutti.
Il 2022 inizia con un piglio molto diverso e non solo per l’arrivo di Carlos Sainz, ma soprattutto per le modifiche e per il nuovo regolamento: l’ottimismo inizia ad aleggiare cauto. La festa esplode in Bahrein, quando la vittoria di Leclerc arriva come un fulmine nel buio della notte asiatica. “Il Predestinato vince” grida Carlo Vanzini, mentre il monegasco taglia il traguardo, seguito dal compagno di squadra spagnolo. I tifosi della rossa più famosa del mondo sperano che non sia solo un fuoco di paglia e il pilota del Principato li accontenta subito, arrivando secondo in Arabia Saudita e di nuovo primo in Australia. Le sorti di questa stagione sono tutte da scrivere, il campione del mondo in carica Max Verstappen non lascerà al rivale di sempre tutta la gloria, ma quel che è certo è che Charles Leclerc fosse davvero destinato a diventare un uomo della Ferrari, ad esserne il simbolo in una nuova generazione. La sua ancor breve carriera ha dimostrato che nelle sue stelle sono scritte molte cose, alcune, purtroppo, tremendamente dolorose, altre semplicemente grandiose.