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Coin of Champions è un nuovo progetto, entusiasmante e vincente, del mondo delle criptovalute all’interno del mondo calcistico. Quest’ultimo è in continua evoluzione, proprio come le scoperte tecnologiche. In particolare, i FanToken, ovvero gettoni digitali con licenza e certificazioni blockchain in grado di offrire alcuni vantaggi a chi li acquista. Tra questi, Coin of Champions è sicuramente uno dei progetti più innovativi, ma anche dei più intraprendenti a livello sociale. Infatti, la società creata da Cesare Florio dona una percentuale del ricavato ad alcune ONLUS nazionali e internazionali ed aziende, al fine di migliorare la qualità di vita delle persone e di ristrutturare centri sportivi per permettere ai bambini, ma anche ragazzi e adulti, di praticare sport in maniera economica e sicura.
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Coin of Champions non è solo un progetto per il futuro, ma anche e soprattutto per il presente. Difatti, Coc ha già ottenuto risultati di enorme prestigio, nonostante sia nato soltanto nel mese estivo del 2021. Tra i tanti obiettivi raggiunti, sicuramente quello di essere Platinum Sponsor nella serata finale dei Globe Soccer Awards è stato uno dei più importanti. Dimostrazione che il mondo dei Token è ormai entrato a pieno regime nel mondo dello sport e del calcio. Basti che pensare che molte squadre di Serie A hanno stabilito importanti collaborazioni con questo tipo di società, come il Napoli di De Laurentiis, l’Inter di Zhang e la Lazio di Lotito, ma non solo. Anche molti calciatori hanno scelto di sostenere questo progetto, diventando Ambassadors di Coin of Champions.
Gli Ambassadors di Coin of Champions
Come detto, Coin of Champions è un progetto che ha riscosso un ottimo successo, al punto tale che molti giocatori in attività e non, appartenenti sia al mondo del calcio che ad altri sport, hanno deciso di diventare Ambassadors di CoC. Tra questi sono presenti ben 20 ex calciatori della Serie A, tra cui: Filippo Inzaghi, ex bomber del Milan; Marco Materazzi, ex Inter e autore del gol pareggio nella finale Mondiale tra Italia–Francia, vinta dagli azzurri nel 2006; Wesley Sneijder, faro dell’Inter di José Mourinho che riuscì a portare i nerazzurri sul tetto d’Europa; Alessandro Nesta, muraglia difensiva prima della Lazio e poi del Milan; Gianluca Zambrotta, ex Juventus, Barcellona e Milan, tra i più vincenti della storia, ma anche talenti amati a dismisura come Christian Vieri e Ronaldinho e tanti altri ancora, che hanno fatto la storia del calcio italiano e mondiale, portando le loro rispettive squadre al successo e venendo amati follemente dagli appassionati del calcio. Inoltre, anche sportivi appartenenti ad altri mondi hanno deciso di coprire questo ruolo all’interno di Coin of Champions. Tra questi ci sono Simon Randall, Chris Colabello e Giancarlo Fisichella. Tra i calciatori in attività, ma senza una squadra, è presente anche Alessio Cerci, ex ala di Torino, Fiorentina e Atletico Madrid, tra i tanti club in cui ha giocato.
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Coin of Champions, la carriera di Alessio Cerci
Alessio Cerci nasce a Velletri il 23 luglio 1987, sin da subito è innamorato del calcio e comincia a giocare nel Valmontone. Nel 2003 passa alla Roma, con il tecnico Fabio Capello che lo fa esordire in prima squadra il 16 maggio 2004. Resta in giallorosso fino al 2006, per poi giocare in prestito con le maglie del Brescia, Pisa e Atalanta nelle successive tre stagioni. Proprio con il club toscano, Cerci comincia a mettere in mostra il suo talento, grazie anche alla fiducia del tecnico Giampiero Ventura. Tuttavia, proprio durante l’acme della sua forma, subisce un doppio infortunio che lo costringe a restare fuori per ben sei mesi in totale. Nel 2009, fa ritorno nella Capitale e dopo avere giocato le prime quattro partite di campionato da titolare, viene relegato tra la panchina e la tribuna dal tecnico Claudio Ranieri, che lo utilizza prevalentemente in Europa League. L’anno successivo passa alla Fiorentina, dove in due anni si evidenziano sprazzi del suo talento, ma anche una certa discontinuità che, combaciata al rapporto non propriamente idilliaco con i tifosi viola, ne consacrano la sua cessione al Torino dopo due stagioni.
Nel capoluogo piemontese ritrova il tecnico Ventura e la serenità, tanto che le sue buone prestazioni gli permettono di esordire anche con la maglia dell’Italia e giocare il Mondiale del 2014. Insieme al suo compagno di attacco, Ciro Immobile, porta il Torino in Europa dopo ben 19 anni. Nel settembre del 2014 si trasferisce all’Atletico Madrid, dove esordisce in Champions League, trovando anche il suo primo gol. Ma il poco spazio a disposizione lo costringono a cambiare aria già a gennaio. Si trasferisce al Milan, ma le prestazioni deludenti obbligano la società ad interrompere il prestito esattamente un anno dopo. Cerci resta comunque in Italia e approda al Genoa, con cui realizza 4 gol in 11 presenze. Dopo non aver superato le visite mediche con il Bologna, torna ai Colchoneros, per poi rescindere il contratto nel 2017. Tenta nuove esperienze, prima al Verona, poi in Turchia e successivamente con la Salernitana in Serie B e l’Arezzo in C, ma senza successo. Attualmente è svincolato ed ha annunciato che prenderà parte alla Island Cup, un mini campionato in Florida, in cui ci saranno anche Juan Sebastian Veron e Sebastian Frey.
Coin of Champions, il gol più bello di Cerci
Alessio Cerci ha avuto una carriera molto discontinua che non gli ha permesso di affermarsi come un calciatore di alto livello, nonostante una buona dose di talento. Tuttavia, nelle due stagioni con il Torino, si è assistito ad un giocatore che, quando è in forma, diventa imprevedibile ed efficace. Con la maglia granata ha realizzato gol belli ed importanti, come quello contro il Genoa che ha permesso al club piemontese di ritornare in Europa dopo 19 anni di assenza. Ciononostante, uno dei suoi gol più belli è senza dubbio quello contro il Sassuolo, nella prima giornata del campionato 2013/2014. Cerci dimostra subito a tutti che questa per lui si tratta di una stagione importante, per riconfermare e migliorare i buoni numeri messi a segno la scorsa annata.
Difatti, il Toro vince contro gli emiliani nella prima gara e porta subito a casa tre punti. Nella vittoria per 2-0, sblocca il match Brighi, ma è proprio l’esterno granata, che in quel caso gioca come seconda punta al fianco di Ciro Immobile, a realizzare il raddoppio, con il suo marchio di fabbrica: riceve palla sulla destra e dopo svariati metri palla al piede si accentra e sfodera un sinistro a giro imprendibile, che finisce nell’angolino. Una giocata ripetuta più volte che, con le dovute proporzioni, ha fatto sì che Maurizio Pistocchi, giornalista sportivo, lo paragonasse ad Arjen Robben. Sicuramente la sua carriera non è stata al livello delle sue potenzialità e resta l’amaro in bocca per non aver potuto ammirare con costanza le sue giocate. Ma l’amore per il calcio di Alessio Cerci non ha intenzione di fermarsi, come dimostra la sua scelta di diventare Ambassadors di Coin of Champions, dove è possibile iscriversi cliccando qui.
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