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Diego Lugano, storico centrale di San Paolo e Fenerbahçe, è ricordato per il suo atteggiamento un po’ sopra le righe. Nel corso della propria carriera Lugano incarna il ritratto di un calciatore sanguigno e sempre pronto alla battaglia. Un giocatore che ha collocato la propria nazionale sopra tutto e tutti. Un uomo che per caricarsi prima delle partite in macchina ascoltava la registrazione della radiocronaca del Maracanazo, come lui stesso ha confessato: “Non so nemmeno io perché lo facessi, però mi aiutava a capire che dovevo dare sempre di più e che avevo una grande responsabilità. Mi ricordava che ero parte di un’eredità, ed in qualche modo comunicavo con la storia“.
Lugano, tra gli Ambassadors di Coin of Champions, è quel calciatore che viene ricordato più per l’atteggiamento provocatorio in campo che per le sue ottime doti. Al San Paolo lo hanno sempre chiamato Dios, soprannome che nonostante il richiamo religioso non è mai stato apprezzato da Lugano, mentre dalla rete è soprannominato el Dios del foul. Anche se nel corso della sua carriera Lugano si è trovato a dover fare i conti con appena nove cartellini rossi, la nomea di killer del pallone è diventata per lui come una seconda pelle.
Lugano e l’amore per l’Uruguay
Diego Alfredo Lugano Moreno, ambasciatore di Coin of Champions, è un ex calciatore uruguaiano con passaporto italiano di ruolo difensore. È considerato uno dei migliori difensori sud americano della propria generazione e con la sua nazionale si è laureato campione del Sud America nel 2011.
Da novembre 2004 è entrato a far parte della nazionale Celeste ed è diventato titolare stabile e capitano della Nazionale uruguaiana dal 2007. Ha partecipato alla Coppa America nel 2007, ai Mondiali di calcio in Sudafrica nel 2010 e alla Coppa America del 2011 in Argentina, dove ha vinto con la sua nazionale. Ha limitatamente partecipato ai Mondiali di calcio in Brasile nel 2014, dove ha raggiunto gli ottavi di finali.
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Giorgio Gaber, nel monologo che introduce Il Dilemma scrive: “Ma non ci è mai venuto in mente che è proprio nella fedeltà che si potrebbe trovare una risposta diversa? No, non la fedeltà alle istituzioni, e neanche alle regole del buon senso antico, ma la fedeltà a noi stessi“. Diego Lugano quella fedeltà l’ha trovata dentro si sé e l’ha sempre portata in campo, soprattutto in Uruguay di cui è simbolo ed eroe.
Diego Lugano: il trionfo in Copa América nel 2011
Era il 24 luglio 2011 quando si disputò la finale della Copa América allo Stadio Monumental Antonio Vespucio Liberti di Buenos Aires tra le nazionali di Uruguay e Paraguay. L’Uruguay quella notte vinse per 3-0 e conquistò il suo quindicesimo titolo nella storia della Copa América, mentre il Paraguay ottenne la Copa Bolivia come finalista perdente.
È stata una finale a dir poco stupenda in grado di riscattare un’edizione alquanto deludente. Quella notte è andata in scena una partita strepitosa, forse la più bella di tutto il torneo. Per novanta minuti i giocatori hanno portato in campo un gioco verticale in grado di entusiasmare tutti i tifosi presenti allo Stadio. L’Uruguay, per il cammino affrontato durante le qualificazioni, ha meritato la vittoria. Per il Paraguay purtroppo non c’è stato nulla da fare, un primo tempo giocato in completa soggezione ha permesso a Forlàn e Suarez di imporsi prepotentemente.
La Celeste, guidata dal capitano Diego Lugano, è scesa in campo motivata e determinata a manifestare la propria superiorità tecnica fin dai primi minuti di gioco. Dopo alcuni secondi dall’inizio della gara Suarez mette alla prova i riflessi di Villar, mentre il capitano Lugano sfiora la rete di testa. L’Uruguay continua a gestire la manovra e all’11’ passa in vantaggio grazie a Suarez, che ha saputo sfruttare un rimpallo favorevole per superare in dribbling un avversario e a trapassare Villar con un perfetto diagonale. Poco prima la fine del primo tempo per l’Uruguay arriva il raddoppio: è Forlàn a compiere la rete e trafiggere nuovamente il portiere paraguaiano. Sempre Forlàn è stato decisivo a siglare il definitivo 3-0 per l’Uruguay.
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Il leader di quella squadra è stato certamente Diego Lugano, ora ambasciatore di Coin of Champions, e l’allenatore Oscar Tabàrez lo definisce proprio con queste parole: “Il leader è una persona che usa le sue capacità per raggiungere gli obiettivi prefissati. Se queste capacità, che naturalmente influiscono sul resto della squadra, hanno come fine il suo beneficio e non quello della squadra, allora parliamo di un capetto non di un leader. Quando giochi in nazionale, rappresenti il tuo paese e devi puntare a vincere. Da allenatore puoi offrire la tua proposta, ma i giocatori devono fare la loro parte. Alcuni hanno più carisma, come Lugano, e sono più portati a trascinare gli altri e a farsi carico di trasmettere la tua proposta al resto del gruppo. La differenza tra leader e capetto la ritroviamo proprio in queste parole, e per fortuna l’Uruguay ha Diego Lugano che non è un capetto ma un vero e proprio leader“.
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Diego Lugano, ambasciatore di Coin of Champions, ha sempre fatto della polemica e delle esagerazioni il suo stile di vita. Per questo era malvisto dagli avversari, ma sempre esaltato dai suoi compagni di squadra. Dopo aver vinto la Copa América del 2011, all’Uruguay è stato attribuito il premio Fair Play. In qualità di capitano, è toccato proprio a Lugano alzare il simbolico trofeo.
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Lugano, tra i primi ad abbracciare il progetto Coin of Champions
Coin of Champions è il primo token sostenuto da giocatori del passato e del presente, ricco di scopi ed obiettivi. Tra le finalità più importanti di questo progetto c’è sicuramente la beneficenza: il 10% della fornitura totale di monete sarà destinato per Onlus nazionali ed internazionali. Inoltre, COC destinerà per il progetto il 10% del totale circolante all’acquisto e alla riqualificazione dei centri sportivi, per cercare di fare la differenza e avvicinare il più possibile i giovani meno fortunati allo sport.
Il progetto Coin of Champions, a cui è possibile iscriversi cliccando qui, è stato abbracciato da numerose stelle del calcio. Tra i primi nomi a prendere parte a questa splendida iniziativa troviamo quello di: Onazi Ogenyi, Marco Materazzi, Christian Vieri, Filippo Inzaghi, Sébastien Frey, Amauri, Diego Lugano, Roberto Carlos e Wesley Sneijder. Ma Coin of Champions ha continuato ad attirare molte altre personalità del mondo dello sport come: Ronaldinho, Alessandro Nesta, Gianluca Zambrotta, Gilberto Silva e tanti altri. Questo progetto rivoluzionario è stato in grado di farsi conoscere in poco tempo da una platea molto vasta di persone, che sono pronte ad investire su questo nuovo mercato nel mondo della Blockchain.