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La pandemia di Covid-19 ha sconvolto quelle che erano le nostre vite. La quotidianità che viviamo oggi è profondamente diversa da quella che abbiamo vissuto prima del marzo del 2020. Tra mascherine, distanziamento sociale e smart working, hanno anche preso piede nuove tecnologie che oggi ci affascinano particolarmente. Tra queste sorge in particolare il mondo del Metaverso e delle criptovalute, che potenzialmente possono rappresentare le future basi della nostra società. Il Metaverso è appunto una realtà virtuale dove sarà possibile vivere, a tutti gli effetti, una vita semi-parallela: sarà possibile andare al bar con gli amici, fare una partita a basket e vivere esperienze di vario tipo grazie a blockchain e NFT e, appunto, criptovalute. Tra le aziende più importanti di questo settore troviamo i Coin of Champions, progetto realizzato da Cesare Florio e sviluppato grazie ad uno stretto legame con i campioni dello sport.
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Coin of Champions, il progetto di Cesare Florio
I Coin of Champions rappresentano una garanzia nel mondo criptovalute. I COC sono infatti dei token il cui valore è assicurato da una geniale idea di Cesare Florio, che ha legato questo mondo a quello dello sport. Tra gli ambassadors figurano infatti stelle del mondo del calcio come Ronaldinho, Wesley Sneijder, Marco Materazzi, Filippo Inzaghi e molti altri, insieme a grandissimi campioni di altre discipline come Chris Colabello, asso del baseball, e Giancarlo Fisichella, ex pilota di Formula 1, campione del mondo costruttori con Renault e vincitore per due volte della 24h di Le Mans con la Ferrari 458 Italia GT2, nonché protagonista della storia che racconteremo successivamente.
Tra gli innumerevoli lati positivi dei Coin of Champions c’è proprio quello legato agli ambassadors. Grazie a figure così importanti nel mondo dello sport il valore dei token è praticamente garantito. Una volta acquistati infatti, grazie alle numerosissime richieste che queste stelle del calcio e non solo portano al brand, i token guadagnano valore, portando così vantaggi sia all’acquirente che al venditore. Ma questo non è appunto il solo aspetto positivo del progetto: Coin of Champions ha a cuore anche la beneficenza verso le persone più svantaggiate. Il 10% del ricavato viene infatti devoluto a ONLUS nazionali e internazionali che provvedono ad aiutare i giovani più bisognosi. Un altro 10% passa poi nella costruzione o messa in sesto di strutture sportive in zone difficili, portando dunque i ragazzi dentro al mondo dello sport, un mondo che gli evita tutti i potenziali pericoli della strada.
Giancarlo Fisichella, strepitosa carriera nell’automobilismo
Giancarlo Fisichella nasce a Roma il 14 gennaio del 1973. Già i suoi primi passi nel mondo del kart fanno presagire che Giancarlo ha qualcosa al di fuori del comune, una sorta di predestinato. Le vittorie nel campionato Formula 3 gli permettono infatti di approdare in Formula 1 dapprima per alcune gare, nel 1996 con Minardi, e dal 1997 in pianta stabile con Jordan, Benetton, Sauber, Renault, Force India e Ferrari.
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La lunga carriera di Giancarlo Fisichella è caratterizzata da ben 3 successi nei Gran Premi di Brasile, nel 2003, Australia, nel 2005, e Malesia, nel 2006. Inoltre ha fatto registrare 229 partenze, 275 punti validi per il mondiale, due giri veloci in gara, quattro pole position e 19 podi. La parentesi migliore è stata, senza ombra di dubbio, quella in Renault, quando affiancò Fernando Alonso per la conquista del titolo mondiale piloti. Nel 2006, grazie anche alle notevoli prestazioni della Renault R26, si piazzò quarto nella classifica finale del mondiale di Formula Uno. Proprio nel biennio 2005-2006, insieme al team transalpino, riuscì a vincere due mondiali costruttori.
Il pilota romano si ritira dalla Formula 1 al termine del mondiale 2009, dopo il Gran Premio di Abu Dhabi. Fisico resterà con Ferrari anche dopo il suo ritiro dalla categoria regina dell’automobilismo, continuando a correre nelle gare endurance del WEC (World Endurance Championship), dove vincerà la 24 ore di Le Mans in categoria Pro per due volte, nel 2012 e nel 2014, con la Ferrari 458 Italia GT2. Fisichella continua a condurre le monoposto della scuderia di Maranello in giro per il mondo mettendo in scena spettacoli che gli appassionati di motori apprezzano tantissimo.
Sometimes you have to look into each other’s eyes to understand each other… pic.twitter.com/m0KTGEgBaR
— Giancarlo Fisichella (@OfficialFisico) January 19, 2022
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Gran Premio di Monaco 1998, il sabato delle qualifiche
Il 23 maggio del 1998, il mondo della Formula Uno si trova nel Principato di Monaco. Il circuito prende vita tra le vie cittadine. La strada è caratterizzata da una carreggiata particolarmente stretta, dove passano a malapena due vetture stradali, figuriamoci una monoposto di Formula 1 a 300 chilometri orari. Il rischio è enorme perché a limitare la pista ci sono i guard rail e al minimo impatto si rischia di dover tornare ai box (se la vettura è ancora in condizione di muoversi) e dover fare le riparazioni del caso.
La Benetton di Fisico, motorizzata da Playlife, ha sfruttato la competitività delle gomme Bridgestone per far segnare il terzo tempo durante la sessione di qualifiche del sabato, un’ottima posizione dato che sorpassare a Monaco è una vera e propria impresa vista l’ostilità del tracciato, anche se Giancarlo Fisichella riuscirà a farlo alcuni anni dopo. La pole position viene conquistata da Mika Haikkinen su McLaren-Mercedes, in seconda posizione l’altra McLaren di David Coulthard. Alle spalle di Fisico si trova invece la Ferrari numero 3 di Michael Schumacher. Solamente sesta l’altra Benetton, condotta da Alexander Wurz.
La domenica di gara, un podio di prestigio
Il Gran Premio di Monaco è indubbiamente il più prestigioso nel mondiale di Formula Uno, un mix di adrenalina pura accesa dalla difficoltà della guida nel tracciato monegasco e di lusso tra casinò e yacht ormeggiati in banchina. La domenica di gara a Monaco rappresenta da un certo punto di vista l’essenza della Formula 1, e quella del 1998 non è da meno. La griglia di partenza di quel GP presenta ventuno monoposto al via.
Le prime curve procedono senza problemi ma si sa quanto il tracciato di Monaco sia crudele e non lasci neanche un minimo margine d’errore ai piloti. Così arrivano i primi incidenti. Alcune vetture finiscono contro le barriere e sono costrette al ritiro. Altre monoposto hanno dei guasti tecnici che impediscono ai piloti di tagliare il traguardo. È questo il caso della McLaren di David Coulthard, obbligato ad abbandonare la propria monoposto al diciassettesimo giro per via di un problema al motore Mercedes dopo il tunnel. In questo modo Giancarlo Fisichella guadagna la seconda posizione, che riuscirà a difendere fino al termine della gara grazie ad una guida magistrale. Obbligatorio dare parte dei meriti anche alla Benetton che ha dimostrato una buona affidabilità dove molte macchine, ben nove, sono state obbligate a ritirarsi.